Capitolo 13

2 0 0
                                    


Il libro delle Fiabe e delle ballate

E' mattino e mi risveglio nello stesso asciugamano di ieri, ormai non più caldo e morbido.
Apro le ante dell'armadio per scoprire decine di abiti di pizzo, tulle e seta di sfumature e ricami tutti diversi. Ne scelgo uno dalla gonna liscia di seta bianca lunga fino alla caviglia, con sotto del tulle verde chiaro e dal corsetto di una sfumatura più scura dello tesso colore, con dei piccoli ricami di pizzo sulla scollatura a cuore. Sul retro è saldamente stretto da dei ganci oro che percorrono tutta la mia schiena.
Delle scarpe bianche ben lucidate e con un non troppo alto tacco sono posate accanto all'armadio, me le metto e dopodiché esco dalla mia stanza.
Nell'uscire però per poco non mi scontro con un ragazzino.
<B-buongiorno...>
Dico abbassando lo sguardo verso di lui, mentre sgrana i suoi occhi Blu e Gialli, come quelli di Kerdena, e abbassa il busto in un basso inchino.
<Buongiorno signorina! son venuto a lasciarle la colazione sulla soglia, non credevo fosse già sveglia>
Solo in quel momento mi rendo conto che il ragazzino aveva in mano un vassoio bronzeo con sopra pasticcini di vario genere e toast salati, insieme ad una elegante tazzina di tè.

Addosso ha solamente un velo verde salvia che gli si incrocia sul petto creando una x, per poi infilarsi nei larghi pantaloni bianchi panna, solo intorno alle caviglie il tessuto è stretto ed a tenerlo ci sono due catenine dorate con delle piccole ali verdi.
I suoi capelli biondi quasi brillano con la prima luce del mattino e, nel notare che lo stavo guardando, le sue guance si colorano leggermente di una punta di rosa.
<Oh, grazie mille, è molto gentile da parte tua, puoi lasciarlo a me>
Sul suo volto compare un grande sorriso, per poi posare il vassoio sulle mie mani, è più pesante di quanto pensassi.
<Posso sapere il tuo nome?>
Gli chiedo con un gentile sorriso, nel guardarlo meglio in volto direi che non possa avere più di quindici anni.
<Mi chiamo Ikarus! Ed il piacere di conoscerla è tutto mio>
Un secondo e ancora più basso e rigido inchino. Trattengo una risata.
<Ti ringrazio Ikarus ma non c'è bisogno di tutta questa formalità, io sono Ecate>
Cerco di mantenere in equilibrio il vassoio su una mano, mentre allungo l'altra verso di lui in segno di piacere, lui però non ricambia.
<Oh io so già chi è lei, lei è una signorina importante e la sua incolumità è ciò che ci importa di più, ora mangi oppure il toast si fredda!>
Prima che potessi aggiungere altro Ikarus inizia a ripercorrere il corridoio, dandomi le spalle e allontanandosi, lasciandomi solo confusa e piena di domande.
In che modo sarei importante?
Perché e chi teme per la mia incolumità?

Poso velocemente il vassoio in stanza, cercando di scacciare quelle domande a cui non riuscirò a dare risposta rubando un pasticcino con crema e bacche rosse.
Riesco nel corridoio, ora inondato da un silenzio quasi surreale. Riesco a sentire il mio respiro e a tratti anche il battito del mio cuore.
Osservo i decori sulle pareti, avvicinandomi leggermente e facendo tintinnare le scarpe a contatto con il pavimento. L'edera rampicante che prima era immobile, adesso piano piano si allunga e contorce su se stessa sempre più, facendo sbocciare a volte dei fiori bianchi dai pistilli gialli accesi.
Mi avvicino per toccare l'affresco ma le mie dita si bloccano al solo contatto con il muro freddo, anche se il disegno al di sotto continua a muoversi e a crescere.
Il silenzio viene interrotto da un lontano rumore alle mie spalle, come di un ringhio appena percettibile.

Aggrotto le sopracciglia, mentre pian piano i fiorellini dell'affresco iniziano ad appassire. Mi avvicino e confusa controllo il muro.
Il ramo d'edera sta diventando nero e i fiorellini cenere.
Il rumore si fa più forte, mi giro spaventata ma l'unica cosa che riesco a vedere è Rascal intento ad uscire dalla sua camera.
<Oh buongiorno signorina, ottima giornata non crede?>
Dice sistemandosi nei suoi vestiti nuovi, porta una camicia bianca di seta abbottonata fino all'ultimo con dei bottoni di madre perla e delle grandi maniche svolazzanti, al di sotto i pantaloni blu cobalto sono decorati da stelle e costellazioni in oro.
<...Wow, devo dirle che il verde le dona molto signorina, ho come l'impressione che si siano impegnati più nel suo di guardaroba che nel mio, solo camice bianche, è impossibile!>
Osserva attentamente il mio vestito e poi guarda se stesso dall'alto al basso.
<Oh grazie...se ci sarà bisogno le presterò io qualche gonna se le interessa>
Cerco di riprendermi da quello strano accaduto con l'ironia.
Porta un braccio sulla vita e inclina la testa da un lato
<Sta diventando sempre più simpatica signorina, non che ci sia nulla di male in uomini che portano la gonna, ma non è il punto! ...>
Il suo viso si fa più dolce
<...Beh dato che siamo entrambi qui che ne dite di una passeggiata? E' appena entrato il mese del silenzio: Isillunia, ed io adoro la fredda brezza mattutina. Le andrebbe di tenermi compagnia?>
Sorrido e annuisco.

{La profezia dei due cuori spezzati}Where stories live. Discover now