Capitolo 3

12 1 0
                                    


Il ragazzo tra gli alberi

È inginocchiato a terra, rivolto verso la sponda del fiume.

A torso nudo la luce calda del sole rende la sua pelle di un rosa pallido, ricchi di lentiggini i muscoli delle spalle sono contratti, il viso è rivolto verso il basso e nasconde le mani davanti alla petto.
Di lui riesco a vederne solo la schiena e la nuca, ricca di mossi capelli biondo cenere umidi che poi gli si riversano davanti coprendogli il volto.
I pantaloni del ragazzo sono stretti in vita grazie ad una cintura di cuoio nero, con rifiniture in argento a cui sono legati solo un sacchetto di pelle ed un pugnale, le scarpe anch'esse di cuoio nero sono protette da una copertura in ferro, un armatura?

Tiene in mano qualcosa e lo guarda intensamente, come se catturato da un piccolo dettaglio troppo importante per perderselo.

Rimango immobile, non so che fare, se correre indietro o chiedergli aiuto... dovrei fidarmi di uno sconosciuto? O tornare indietro sperando che non si sia accorto di me?
La mia mente esamina tutte le possibili opzioni che il mio corpo può compiere e scegliere, eppure rimango ferma.

Volge il viso di tre quarti e riesco a scorgere un naso all'insù, il profilo di 2 labbra rosee tendenti al violaceo. Le mani a coppa davanti al ventre tengono un piccolo uccellino azzurro immobile, che possa essere morto?
I muscoli delle spalle gli si contraggono ancora di più, chiude gli occhi di cui non riesco ancora a cogliere il colore e si piega ancora di più su se stesso.

Cosa sta facendo?

Dopo qualche secondo si riaddrizza la schiena e fa cadere le braccia a terra, continuando a guardare verso il basso.
Un uccellino di tutte le sfumature del cielo prende il volo ed inizia a cinguettare ed a cantare, lo stesso che prima avevo visto morto tra le mani di quel ragazzo ora libra in cielo come se fosse... rinato.

L'aria è piena di tensione, non so come spiegarmi quel che è appena successo, che sia uno stregone?   Non si è mai visto un mago in grado di poter manipolare la vita... forse proviene delle terre al confine di Ediellan, quelle ancora rimaste sconosciute alla civilizzazione umana, o addirittura dai territori di Mitril

Deve esserci una risposta.

Il ragazzo si rimette in piedi, stiracchiandosi il busto e le braccia, si sistema i capelli biondi bagnati sulle punte e alza il viso al cielo. Finalmente riesco a scorgere il colore degli occhi.

Verde

I raggi del sole però li rendono ancora più chiari, eppure non ci vedo niente di puro o cristallino in quegli occhi.

Ad un certo punto sento in lontananza un rumore di zoccoli che pian piano si fa sempre più forte.
Risate di uomini, imprecazioni, sguainare di spade... sono i Soldati, sono arrivati al bosco dei Fatui.
Anche l'anonimo ragazzo da segno di essersene accorto, girando di scatto il volto verso la fonte del suono.

Faccio immediatamente svariati passi indietro cercando di non fare alcun rumore, mi nascondo dietro un albero, per poi continuare a camminare verso da dove ero venuta, verso il mio cavallo che avevo lasciato all'ingresso del bosco, sperando di arrivare prima dei Soldati.

L'erba è ancora umida sotto ai miei piedi che corrono senza fermarsi, il respiro affannato, il bruciore alle tempie che continua imperterrito ad aumentare, ogni passo è un agonia.
Bosco, bosco e ancora bosco... non riesco a trovare l'uscita eppure non mi ero addentrata più di tanto.

Ho mille suoni all'interno della testa e i nitriti dei cavalli dei cavalieri si fanno sempre più assordanti, continuo a correre, ciocche di capelli marroni mi volano davanti allo sguardo come una danza, accompagnati dal verde delle foglie degli alberi che pian piano si va a scurirsi, mi sto avvicinando all'uscita.

Scosto un ramo quando finalmente riesco percepire il rumore della sabbia sotto al mio passo, sono tornata al sentiero da dove ero fuggita, vedo il mio cavallo brucare in una piccola vallata d'erba dall'altro lato della strada , ai raggi caldi il suo manto marrone risulta quasi rossiccio, in più nessuna traccia dei cavalieri in vista, un buon segno...

Sella, redini, zaino con dentro quel poco che basta per una merenda, della pietra per accendere il fuoco ed un mazzo di margherite.

Tutto era rimasto proprio come lo avevo lasciato.

{La profezia dei due cuori spezzati}Where stories live. Discover now