34. Scelte - Parte 2

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Le sue mani gli circondarono la parte posteriore del collo, lo attirò a sé e lo trasportò in un bacio dolce e seducente come lei, prendendo il controllo delle sue labbra, mordicchiandole appena come faceva anche lui. Lo provocò con la lingua, carezzevole ed inebriante e quando Draco aprì la bocca per lei sospirando, mentre un calore si dipanava nel petto, la sentì sospirare a sua volta e le loro lingue si incontrarono riconoscendosi e si rese conto che quello era il primo vero bacio di quel giorno e si ritrovò di nuovo a respirare nella sua bocca, come se fosse stato in apnea in attesa di quel momento.

Il mondo si fermò ancora e Draco la attirò più vicina circondandole la vita, perdendosi non solo nei suoi occhi, ma nella sua bocca, contro il suo corpo sinuoso, quel tesoro prezioso che gli permetteva di farsi toccare e stringere e baciare da lui.

Generalmente non gli piaceva baciare ad occhi aperti, era un momento così intimo che era quasi naturale lasciarsi andare all'oscurità dietro le palpebre e godersi il momento. Ma lui ci sguazzava da un pezzo nell'oscurità, l'aveva scelta in passato, credeva di aver perso la sua anima in essa, mentre ora voleva solo perdersi e lasciarsi andare nella luce calda della sua strega, nella realtà e nel presente in cui Hermione Granger era la sua fidanzata.

E si ripromise che ora avrebbe dovuto avere una nuova priorità giornaliera, al mattino: ottenere un bacio del buongiorno. Era solo da capire se sarebbe arrivato prima o dopo il suo sorriso. Magari avrebbe ottenuto un combo se lo avesse fatto contemporaneamente.

La Granger si allontanò di mezza spanna continuando a fissarlo, le dita che gli massaggiavano la base della testa con movimenti distratti, facendolo rilassare ancora di più.

«Stai bene?» chiese in un sussurro.

«Ora sì. È stato solo un momento.»

«Che cosa è successo? È per quello che ti ha detto Pansy?»

Oh Salazar, si era di nuovo dimenticato cosa succedeva fuori nel mondo così vicino a lei, non che gli interessasse granché, ma c'era un'amica in difficoltà, anche se c'era una parte di lui che non riusciva pienamente a fidarsi di lei, perché se Pan aveva mentito per circuirli, doveva assicurarsi che i suoi fratelli sarebbero rimasti al sicuro. Quelle erano responsabilità da cui non si sarebbe mai sottratto.

«Non proprio» esalò un sospiro sciogliendo l'abbraccio dopo averle lasciato un bacio sulla punta del naso. «Ma devo andare. Parliamo dopo, va bene?»

Lei annuì facendo scivolare le mani sulle spalle e sul petto, la cicatrice di nuovo a vista che Draco s'impose di escludere, prima di abbassarle lungo i fianchi. «Quando vuoi, mi trovi in camera.»

La lasciò nell'aula e si diresse nei sotterranei allungando il passo, occludendo quei pensieri sulla sua fidanzata e le sue paure, su quello che lei aveva raccontato.

Entrò in sala comune cercando gli amici, ma c'erano solo pochi studenti che studiavano ai tavoli disposti intorno alle vetrate che affacciavano sugli abissi del Lago Nero e una coppia a leggere su uno dei divani accanto al camino. Perciò andò nei dormitori e quando si avvicinò alla camera, sentì l'odore dell'erba di Blaise giungere nel corridoio, confermandogli che fossero lì.

Aprì la porta ed emise un sospiro di sollievo notando che ci fosse anche Pansy, sebbene la trovò sul suo letto poggiata alla spalliera mentre osservava il soffitto del baldacchino, una bottiglia di Odgen tra le gambe incrociate. Blaise e Theo seduti vicini sul letto del primo la osservavano contriti e confusi.

«Non si beve sul mio letto» esordì Draco chiudendo la porta. In realtà gli diede anche fastidio di averla trovata proprio lì. Amica, sì, ma lo metteva a disagio quell'invasione nella sua intimità e non sapeva se la sua fidanzata avrebbe apprezzato. Era un fattore di rispetto.

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