51 . La Navicella

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Due giorni dopo

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Due giorni dopo.

Complesso penitenziario di Manhattan,
ore 10:30

La cella era stretta, caotica, perfettamente illuminata, ma lui non poteva saperlo con la vista, lo aveva capito con l'udito. Persino bisbigliando, la voce rimbombava tra i muri. Lo aveva capito presto anche dall'olfatto. Essendo il vaso del WC in vista, gli odori dei bisogni permanevano nell'aria per molto tempo. La divisa era umida, sporca del pranzo del giorno. Un altro carcerato gli aveva rovesciato il vassoio addosso per provocare la sua calma Zen, che si confermò tale.
Fuori dalla cella, qualcuno dava calci ad una scatola e faceva schiamazzi. Un manganello batté contro l'inferriata: "Tye, hai una visita."

La sala dei colloqui era affollata. Le persone comunicavano sommessamente, tanto che si potevano numerosi rumori differenti. Gli scarponi sgusciavano, le sedie gracchiavano sul pavimento, qualcuno tossiva, qualcuno comunicava da una ricetrasmittente. Il mazzo di chiavi attaccato alla cinta di chi lo stava scortando tintinnava ad ogni passo. Una guardia sbraitò proprio vicino al suo orecchio. Il rabbuffo non era indirizzato a lui, ma nello spavento si scontrò contro un altro detenuto. La mano della guardia lo fermò davanti ad un banco, lo fece sedere. Trovò la cornetta appesa e la appoggiò all'orecchio in attesa di scoprire chi ci fosse dietro il plexiglass.

-Ciao, Omar.

Un timbro chiaro, profondo, femminile. Non lo conosceva, o forse l'aveva sentito troppe poche volte per riconoscerlo. Chi poteva essere? Qualcuno che lo stimava o qualcuno che desiderava la sua disfatta? Di certo, doveca ritenerlo un punto di riferimento, una figura importante, altrimenti non lo avrebbe convocato. Il pensiero lo inorgoglì. Erano molte le visite che riceveva, tutte di adulatori che chiedevano consigli e lui profetizzava, rassicurava i suoi fedeli con filantropia indiscriminata. Quella voce, tuttavia, sembrava fin troppo sicura per essere venuta a chiedere conforto.

-Con chi ho il piacere di parlare?

La voce si stava prendendo il suo tempo, ma un respiro tagliato gli fece intuire di essere spinta da un'urgenza seriosa.

-Kappa, Vu, Emme.

Le narici di Omar fecero uno sbuffo.

-Che diamine è? Un nome in codice?

Il silenzio dall'altra parte della cornetta fu tagliente. Si accorse ben presto che la persona con cui avrebbe conversato era qualcuno di cui non fidarsi. La donna lo conosceva, ma non si esponeva e lo metteva pertanto nella condizione di mantenere la difensiva e non svelarsi più di tanto.

-Non sai niente di queste tre lettere?

-Se sei una di quei pazzoidi di Scientology possiamo finire qui la conversazione.

-Il tuo siero anti-supersoldato è nelle mani di un'associazione privata per essere analizzato. Non ci vorrà molto perché degli agenti in divisa vengano a trovarti. Ho bisogno di sapere dove lo hai preso prima di loro. Per fermarli. Ritienilo pure un favore.

Nebbia E Tenebre | MARVEL ❷Where stories live. Discover now