41 . Voragine

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L'orfanotrofio era stato messo a soqquadro dalla fretta. I file vennero trasferiti su un server esterno, le attrezzature necessarie erano rinchiuse in un borsone. Nulla doveva essere lasciato al caso, ma dovevano sbrigarsi prima che gli Avengers arrivassero in città e prima che Sokovia si trasformasse in una meteora. Un pullmino era stato imbottito dal vibranio rimanente. Ciò che avevano conquistato era nient'altro che una briciola caduta dalla precisa e abbondante tavola imbandita di Ultron, un pezzo di pane ceduto al cane da compagnia. Ceduto, o rubato, in realtà non faceva la differenza. Ultron era talmente centrato sull'obiettivo finale che non si era accorto dove andassero a finire i pezzi del vibranio delle vecchie armature che scartava. Radu non aveva tenuto nulla per sé. Il carapace che gli era cresciuto sottopelle, grazie agli esperimenti, gli bastava come corazza. In questo modo, il lavoro di una vita non sarebbe andato sprecato e i bambini si sarebbero salvati dall'apocalisse preannunciata.

Radu imbracciò il pesante borsone e ripeté il piano alla collega, per assicurarsi che fossero sincronizzati. "Appena Sokovia cade, premi il pulsante. Rimarrete dentro per un giorno intero o finché non sarai sicura di poter uscire. Se non dovessi arrivare in tempo, chiuditi dentro, non pensare a me".

La donna tacque, occhi bassi, si soffermò sulle ultime parole. Radu la rassicurò. Le disse che in caso fosse rimasto indietro, avrebbe corso più in fretta che poteva, pur sapendo che non era indispensabile al progetto, perché la mente era lei. La giovane si affidò all'ultima speranza rimasta, deglutendo due pillole di ansiolitico. Le tremavano le mani e probabilmente avrebbe avuto un crollo emotivo in un paio d'ore, ma doveva costringersi a essere forte.

I bambini dell'Orfanotrofio Scolastico Sokoviano, in quel momento stavano giocando nel cortile. Per loro era una semplice ricreazione, un giorno come un altro. La maestra bionda batté le mani e li richiamò a sé. Erano in anticipo sui tempi. La città non era ancora stata allarmata, ma quei quindici orfani avrebbero avuto una possibilità rispetto a tutti gli altri del pianeta. Paziente, ma solo all'esterno, attese che tutti si mettessero in fila con le divise sporche di cadute e di rincorse, le scarpe slacciate, i capelli arruffati, gli occhi pieni di richieste, i sorrisi sdentati.

La mano sottile afferrò quella della più audace in testa alla fila. La gita a sorpresa che avrebbero fatto quel giorno sarebbe stata diversa da tutte le altre. Il loro viaggio li avrebbe portati verso un nuovo mondo, un mondo sano e perfetto. Ora dovevano raccogliere le loro cose, chiuderle negli zainetti e seguire la maestra in una doppia fila ordinata per raggiungere il parcheggio dove era in sosta il pullman che li aspettava. "Ma siamo dispari" osservò un bimbo dai capelli rossi e le lentiggini sul naso. Radu arrivò proprio in quel momento con il sedicesimo che gli avvolgeva un dito con l'intero palmo. Un razzo sfrecciò accanto alle finestre facendole vibrare.

-Sono già qui. Inizierà tra poco. Sbrighiamoci.

***

Una mandria di figure spaurite sgomitavano attorno ad Astrid, come antilopi in fuga da un predatore. Si accalcavano e si urtavano, seguivano la direzione indicata senza domandare, i piedi veloci, l'adrenalina nelle gambe e la trepidazione nel petto. Le scarpe allacciate alla buona, i giubbini aperti. Qualcuno era ancora in pigiama o in vestaglia. Le macchine in circolazione si muovevano piano tra loro, imbottigliate.

Astrid prese Wanda da parte e la interrogò. Non capiva perché l'avesse avvisata di Jay-Jay, non capiva perché il bambino non fosse con i suoi parenti e in ogni caso doveva trovarlo.

Wanda mal sopportava il carattere prorompente di Astrid, ma avevano qualcosa in comune: entrambe volevano riscattarsi. Da tempo aveva dubbi su Radu, la sua apparizione improvvisa era stata un segnale d'allarme per lei. Si era allontanata dalla squadra per scoprire cosa avesse in mente oltre che per difendere Sokovia. La sua morte non l'avrebbe aiutata a scoprire cosa stesse tramando. Era ben consapevole che nonostante le parole misericordiose del Capitano, Astrid avrebbe agito sicuramente d'impulso, se avesse visto Radu avvicinarsi a qualcuno a cui lei teneva. Per fortuna aveva avuto l'intuito di chiedere. Ora sapeva che poteva trovare un accordo. Il bambino sarebbe stato il tramite della loro alleanza e magari sarebbe riuscita a ristabilire la loro amicizia per quanto superficiale.

Nebbia E Tenebre | MARVEL ❷Where stories live. Discover now