27 . Zucchero

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Quella mattina la Torre Avengers sembrava essersi svegliata in un fremito di festa senza preavviso. "Last Christmas" dei Wham! rimbombava fuori dalla stanza, dall'impianto stereo installato in tutto il palazzo. Astrid si schiacciò il cuscino sulle orecchie e lottò contro la tentazione di fiondare una palla di fuoco dritto verso gli altoparlanti. Aveva la pelle del viso salata di lacrime, gli occhi gonfi e un peso nel cuore. Il primo pensiero che fece fu quello di scomparire in un altro mondo, ma sfortunatamente non aveva idee su dove andarsi a rintanare. E aveva i crampi allo stomaco. Non aveva cenato la sera prima e ora il corpo stava protestando. Si contorse nel letto quando la canzone finì, sperando di poter tornare a dormire, ma quella ripartì da capo. Gettò un verso di frustrazione e lasciò vincere i bisogni fisiologici. Si lavò e si infilò una tuta, abbandonando la tunica sulle mattonelle. Arruffò i capelli corti davanti allo specchio e pensò alla lunga treccia di Fiadh rianimando un rigurgito di malessere. Abbandonò il suo riflesso e seguì la fame.

Un profumo di zucchero e di frittura invadeva i corridoi ed era impossibile resistergli. Catene di lucine erano appese alle finestre e ad ogni porta davanti cui passava era decorata da una piccola ghirlanda.

Chiese ad un inserviente che stava pulendo i pavimenti da dove provenisse l'odore e quello, con aria un po' smarrita, le diede indicazioni per il piano delle cucine.

Mentre scendeva l'altitudine attraverso l'ascensore, si chiese se qualcuno avrebbe fatto domande riguardo i suoi spostamenti. La musica si faceva più intensa ad ogni piano in cui le porte si aprivano per far entrare e uscire la gente che la accompagnava temporaneamente nel duo viaggio.

In cucina ci trovò Pietro che armeggiava con una padella, sculettando e canticchiando le strofe di una nuova canzone. Wanda era seduta al tavolo con una tazza in mano e dava le spalle alla porta. Un po' teneva il ritmo facendo tintinnare gli anelli sul manico in ceramica, un po' bisticciava col fratello che storpiava le parole del ritornello apposta per suscitare ilarità. Pietro fece una piroetta su sé stesso, fece saltare il contenuto della padella verso il soffitto, corse un giro attorno al tavolo e acchiappò il pancake al volo facendolo cadere sulla faccia opposta sul fondo di metallo fumante. Celebrò il tutto con una posa fiera e solo infine si accorse di Astrid.

-Ta-dàa! Oh, ciao! Ne vuoi?

-Non ti fidare, ne ha già bruciati almeno sei! - si lamentò Wanda che, vedendola entrare, si era seduta più composta e aveva raffreddato il sorriso.

-Almeno ci sto provando! Tu invece cosa fai? Stai giocando col telefono e scegliendo canzoni di Natale.

Wanda gli fece il verso.

Astrid tirò una sedia senza una vera intenzione di sedersi. Sul tavolo era appoggiata una ciotola che conteneva della pastella gialla. Ci infilò un dito e se lo portò alla bocca. L'impasto era molto dolce e piuttosto sabbioso. Wanda la seguì a ruota. Si passò la lingua sulle labbra con l'indice ancora alzato aggrottò la fronte.

-Quanto zucchero hai messo?

-Quanto basta.

-Pietro, è una bomba diabetica!

-Vuol dire che la prossima volta li farai tu!

-Bastava che seguissi la ricetta.

-Ho seguito la ricetta!

Il gemello girò l'ultimo disco e lo impilò su un piatto. Ci versò sopra dello sciroppo d'acero e portò a tavola. Astrid fissò i dischi caldi e panosi e lo sciroppo che colava lento lungo i bordi della pila. Pancakes, ripeté tra sé e sé, mentre prendeva posto. Accanto c'era un altro piatto con delle uova e del bacon.

-C'è del caffè, se lo vuoi.

Una panciuta brocca di vetro si appoggiò delicatamente sulla tovaglia avvolta in un letto di fumo rosso. Seguì un'altra tazza che uscì dalla credenza camminando goffamente su una linea invisibile.

Nebbia E Tenebre | MARVEL ❷Where stories live. Discover now