29 . Adulti

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Una volta entrati nel Presbyterian Hospital, gli Avengers furono assaliti da una folla che emetteva gridolini, saltava e voleva toccare il costume, lo scudo, Mijolnir, i capelli di Thor, la stella sul petto del Capitano, i bracciali letali della Vedova. Qualcuno si trascinava l'asta portaflebo fuori dalla camera pur di assistere all'incredibile sorpresa della Vigilia di Natale. I pazienti coricati allungavano le braccia, si portavano le mani alla testa, chiamavano i nomi dei loro idoli e si voltavano verso chi era con loro per condividere l'emozione.
Captain America si inginocchiò davanti a un ragazzo in sedia a rotelle e gli strinse la mano. Thor era seduto a gambe aperte su un tappeto di tasselli di spugna in una piccola stanza colorata dalle pareti tappezzate di disegni e raccontava ad una cerchia di bambini quella volta in cui dovette scontrarsi con un'orda di mostri a cinque zampe, descrivendo dettagliatamente il momento in cui aveva sbudellato la pancia di uno di loro solo richiamando Mijolnir dall'altra parte del campo di battaglia, suscitando versi di disgusto. Vedova spiegava ad un paio di genitori impensieriti per la figlia adolescente con la testa bloccata dal collare medico che la chiave per diventare brava nel suo sport di combattimento era la disciplina, il tutto mentre disegnava un cuore attorno al suo nome sul gesso di un ragazzo innamorato di lei. I gemelli erano piuttosto a loro agio in mezzo ai bambini, tanto da sembrarli anche loro. Soprattutto Pietro che faceva giochi di prestigio rapidissimi e Wanda si era seduta tra due gemelli per leggere una favola.

Astrid aveva scelto una sedia e l'aveva trascinata in un angolo. Dopo il primo momento di euforia, l'affluenza delle richieste si era catalizzata sugli idoli più amati. Di tanto intanto scorgeva un paio di volti anziani che la fissavano e lei, ricollegandoli agli ostaggi del magazzino, ricambiava da lontano con un sorriso tirato. Nessun altro si era interessato a lei. Non che le importasse, ma la sua scarsa popolarità le dava conferma della sulla sua cattiva reputazione. Incrociò le dita delle mani spiando Captain America stretto nella sua tuta blu cielo, mentre usciva da una camera con il suo sorriso smagliante e lo scudo sulle spalle.

In modo del tutto inaspettato, nel suo campo visivo apparve una piramide di legno. Una bambina dagli occhiali rossi, tondi e spessi, il capo completamente avvolto in un berretto di lana con le orecchie da coniglio si appoggiava alle sue ginocchia, con fare determinato. Astrid accolse il gioco nel palmo.

-Cosa ci devo fare? Vuoi giocare?

La bambina batté le mani e ridacchiò portandosele alla bocca.

-Come ti chiami?

-E... llie.

Astrid si concentrò sul gioco di legno. Non era consapevole di quello che stava facendo, ma era l'occasione giusta per sperimentare. Studiò la lucida laccatura rossa delle facce leggermente sbeccate e immaginò un bel verde prato. Proprio davanti ai loro occhi, la superficie della piramide si spellò con uno sfarfallio e cambiò colore. Ellie spalancò la bocca e gli occhi strepitando. Astrid si portò un dito alla punta del naso. Ellie la emulò.
"Puoi fare di meglio" pensò. Chiuse la mano in un pugno e la densità della piramide evaporò nella stretta. Subito dopo, percepì una pressione leggera. Tra le dita si fece spazio un bocciolo che crebbe verso l'alto, spinto da un fusto delicato e si schiuse una corolla di petali gialli. Lo osservò anche lei quel minuscolo fiore spuntato dal nulla e si chiese quali fossero i limiti di quell'abilità. Cos'altro avrebbe potuto far apparire? Una chiave per una porta blindata? Un libro sui segreti del Seiðr? Un pugnale affilato? La piccola Ellie puntò un dito paffuto e balbettò.

-Fiore. Fio-re. - ripeté Astrid.

-Ellie non parla. Ha un ritardo cognitivo. Però vedo che le piaci.

Astrid nascose la mano. Si voltò e riconobbe la dottoressa Ramirez.

-Devi unirti a loro? - chiese la donna accennando a Thor e Captain America che chiamavano Black Widow per una foto di gruppo.

Nebbia E Tenebre | MARVEL ❷Where stories live. Discover now