37 . Ubiquità

77 6 1
                                    

Una folata bollente attraversò la scala guidata da passi corruschi e polverosi. Steve e Fury fecero spazio per non collidere con un treno in corsa. Astrid si fermò solo davanti alla porta, ricordandosi del garbo che Clint aveva richiesto nei confronti di essa. Corse e si lanciò nel manto bianco. Una colonna di vapore si sollevò verso l'alto, mentre il suo cuore batteva all'impazzata. Rimase a fissare le nuvole basse dissiparsi e transitare per una decina di minuti, finché una chioma rossa non sbucò nella sua visuale.

-Cosa stai facendo? Clint potrebbe usarti come carbonella per una grigliata in questo momento.

-Abbasso la temperatura corporea.

-E come mai?

-Mi stavo surriscaldando.

-Mh... una spiegazione esaustiva!

Astrid si immobilizzò completamente. Decise che la Vedova non avrebbe carpito un singolo indizio né dal suo tono di voce, né dal movimento di una cornea.

-Non mi stenderò nella neve accanto a te per interrogarti. Tony è atipicamente non iperverbale. - fece una pausa per osservare il suo comportamento - Avete litigato?

-Sì! Proprio questo! Abbiamo litigato.

-Dev'essere stata dura litigare a bassa voce per trentacinque minuti.

-È stata una litigata lunga e rispettosa.

Natasha scosse la testa e si mise a ridere. Le lanciò addosso un blocco di neve con la punta del piede, che andò a sciogliersi sul ventre fumante disteso, sfrigolando ed evaporando.

-Dai, tirati su. Fury inizierà a farsi delle domande. Lo sai che non gli sfugge niente.

-Papino mi metterà in castigo?

Il braccio destro di Astrid si sollevò, la mano aperta in una richiesta di aiuto. Natasha la afferrò, ma invece di tirare si vide tirata nella direzione opposta e sprofondò con tutto il corpo nel manto candido. Accusò un colpo sul ginocchio. Astrid si sbellicò e per questo si beccò una palla di neve in faccia.

-Me lo merito. - disse, asciugandosi la faccia con la maglia.

-Ti conviene entrare prima che Stark recuperi la sua parlantina. Ha già puntato la birra. In vino veritas! - esclamò Natasha. Si mise in ginocchio, si pulì i vestiti e girò i tacchi. Lasciando l'amica a rimuginare sul significato di quell'affermazione. Stava già aprendo la porta di casa quando Astrid pensò a Tony che smontava la copertura con battute equivoche o rispondeva ad un interrogatorio mascherato da uno sguardo suadente. Così, si drizzò con un balzo e seguì le orme degli stivali della russa affondando i piedi nudi e goffi nella neve.

-Aspetta! Nat!

Entrò a testa bassa, mentre la rossa prendeva posto su una delle sedie vuote. Nel salotto si parlava del fatto di non aver passato una consueta giornata di Natale. Clint espresse tutto il suo rammarico alla moglie per non essere stato presente alla cena coi suoi figli e per aver perso "quell'aereo", com'era segretamente previsto. Diede un bacio alla fronte alla moglie, la quale ridimensionò la gravità del problema, rimarcando il valore del loro operato. Astrid tirò a sé una sedia. Una gamba fischiò sul pavimento e rovinò il momento toccante. Qualcuno le lanciò un'occhiata. Si ritrovò un piatto di tacchino ripieno e piselli sotto il naso e fu l'unica cosa che avrebbe guardato con costanza per il resto del pranzo. Affondò il coltello e sminuzzò la carne.

Una bottiglia di vino passò tra lei e il Capitano il cui braccio sinistro occupava mezza postazione tra il suo piatto e quello di Fury. Un Thor non si sarebbe potuto incastrare in mezzo a loro. Il siero del Supersoldato non aveva guarito l'innata legnosità di Steve Rogers e il Figlio di Odino, abituato alle ampie corti del suo regno, si sarebbe trovato schiacciato come un elefante in una casa di bambole. Astrid si chiese dove fosse Thor in quel momento, se fosse riuscito a chiarire la sua visione, se studiandola gli avesse predetto qualcosa su di lei. Lo immaginò piombare col suo mantello davanti alla porta e accusarla di fronte a tutti di essere il prossimo nemico da sconfiggere. Il pensiero le contorse le viscere.

Nebbia E Tenebre | MARVEL ❷Where stories live. Discover now