40 . Forbici

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Pietro correva tra le strade lastricate, bussava alle porte e invitava ad uscire chi era ancora in casa. La gente di Sokovia si esponeva dai balconi e dalle finestre per capire cosa stesse succedendo. Stringendosi ai figli, si univano alla fiumana con titubanza.

Convincere le persone ad abbandonare la propria dimora, riconoscere ogni volta lo spavento nel volto della propria gente nell'assumere di stare per perdere tutto e che l'unica cosa che era rimasta in proprio potere era salvarsi la vita, era straziante.

Ancora più straziante era percepire i san pietrini sotto i piedi e ricordarsi l'infanzia passata a calciare un pallone, le case addossate sul monte dietro cui sorgeva il sole, il fiume in cui andava a farsi il bagno in estate, il ponte su cui aveva trovato il coraggio di regalare una rosa a quella ragazza dell'ultimo anno a cui faceva il filo al liceo, la discesa dove aveva rischiato mille volte di catapultarsi con la bicicletta, l'angolo segreto dove si incontrava con i compagni dopo la scuola per fumarsi le sigarette di nascosto. Tutto ciò sarebbe stato spazzato in un attimo da un momento all'altro. Il posto in cui era cresciuto, ciò che aveva costruito con le proprie mani, ciò per cui aveva combattuto, le proteste in cui aveva marciato insieme alla sorella, era minacciato all'estinzione globale.

Dall'altra parte della città, Wanda stava facendo il suo stesso lavoro. I raggi magici creavano una ragnatela che si ramificava in tutte le case e dissuadeva adulti, anziani, ragazzi, bambini, ad interrompere qualsiasi attività stessero svolgendo per unirsi all'evacuazione.

Le macchine ormai avevano intasato le vie principali e le persone si spostavano a piedi seguendo, se non gli ordini telepatici o la voce di Pietro che sfrecciava da un'abitazione all'altra senza sosta, le indicazioni del Capitano in mezzo agli sfollati, o quelle del Falco che se ne stava appollaiato sui cornicioni.

Gli obbiettivi della missione erano tre. La priorità era mettere in sicurezza i civili. In secondo luogo andava scoperto cosa stava costruendo Ultron e fermarlo. Intanto, Bruce era andato a cercare Natasha, rapita mentre sequestravano il corpo destinato ad ospitare la coscienza di Ultron e che ora si era evoluto in un ente completamente a sé stante.

Visione era nato dall'oggi al domani, con la voce di Jarvis, il mantello ologrammatico, i tessuti di Vibranio e l'innocenza senza macchia che gli aveva permesso di sollevare Mjolnir sotto lo sgomento di tutti. Aveva conquistato immediatamente la fiducia dei compagni e il rispetto di Thor, che era tornato solo per dargli la vita. Mentre gli altri si preparavano alla battaglia imminente, lui e Visione avevano conversato con i loro mantelli svolazzanti al vento e di quello che si erano detti, ne rimasero a conoscenza solo loro due.

Il Dio del Tuono non aveva fatto una sola parola con Astrid dal suo atterraggio. Per quanto sembrava avesse sospeso il suo giudizio su di lei, Astrid pensò fosse meglio mantenere un profilo basso in ogni caso.

Tuttavia, osservando le lame appese ordinatamente in fila, dietro la vetrina nella stanza delle armi, si era messa ad amoreggiare platonicamente con la curvatura perfetta di una sciabola. Aveva simulato la presa attorno al manico, si era immaginata la sua aerodinamicità nell'aria. Crepuscolo, alta quanto lei, non si era mossa dal suo involucro di ossidiana, pesante quanto la maledizione che necessitava per impugnarla.

-Non stiamo andando a caccia. - l'aveva ammonita Steve, trovandola a specchiarsi lungamente nel riflesso del vetro. Si era fermato sul ciglio della porta, le sopracciglia contratte. Si era portato lo scudo sulle spalle e prima di avviarsi al velivolo era tornato indietro. - Ma se ti fa sentire a tuo agio, puoi prendere qualcosa di poco ingombrante.

-Sto bene così - aveva affermato lei, constatando che la sciabola non fosse solo ingombrante, ma fosse anche un richiamo ad un'immagine apocalittica da cui si voleva dissociare.

Nebbia E Tenebre | MARVEL ❷Wo Geschichten leben. Entdecke jetzt