Capitolo 6

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"Opportunità.

Occasione favorevole per acquistare una delusione".

(A. Bierce)


La domenica mattina seguente mi sveglio con una strana sensazione nel petto, ma decido di ignorarla e mi alzo. Vado ad aprire la portafinestra del salotto e con immenso piacere noto che nonostante il freddo, il sole splende su Parigi. Respiro a pieni polmoni l'aria fredda di febbraio e mi lascio sfuggire un sorrisino beato. Questa è una classica domenica: in Avenue de L'Opèra la gente passeggia con una calma indecente se consideriamo la fretta che trasuda dalle strade della città durante la settimana; dai vari localini lungo il corso arriva un profumo di cappuccino, cornetti e paste burrose che mi fa venire l'acquolina in bocca.

Sono tentata di scendere a prendere la colazione e portarla a Lia, che ancora dorme dopo una delle solite notti alcoliche con i suoi colleghi!

Il mio sguardo cade distrattamente sulla portafinestra del mio vicino: è aperta e dalla sua bella e spaziosa casa risuonano le note di Armstrong.

Potrei invitarlo a far colazione insieme a noi, dopotutto giovedì è stato così ... premuroso affinché passassi uno splendido compleanno. E venerdì, a lavoro è spuntato con il solito caffè americano che soleva portarmi prima che mi mettessi con Frank ...

Faccio un passo avanti per intrufolare la testa nell'apertura della portafinestra quando mi blocco pensando che sono in pigiama, oltre che in uno stato pietoso ... forse devo cambiarmi?

Ma il mio pigiama di raso Victoria's Secret a righe panna e rosa caramella è spettacolare, e poi mi è costato un occhio della testa! Non mostrarlo sarebbe un peccato. E poi non voglio che Cédric perda l'occasione di farmi qualche battuta a riguardo, perché sono convinta che questa mise gli stuzzicherà la fantasia!

Forse sarà meglio che mi dia una sistematina allo specchio, giusto per non terrorizzarlo con le mie occhiaie croniche.

Quindi mi fiondo dentro casa e dopo una veloce spazzolata ai capelli, passo un filo di mascara sulle ciglia e torno sul balcone, pronta a bussare alla portafinestra di Cédric.

Se non fosse che, una fastidiosissima risata cristallina proveniente dal suo appartamento mi fa fare dietro front come se mi trovassi sul bordo di un precipizio.

Flora.

Stringo i pugni e mi mordo le labbra mentre rientro e chiudo le tende con un gesto secco e nervoso.

Stanno ancora insieme!

L'euforia domenicale mi è passata.

Me ne torno a letto, e ci resterò per tutta la giornata.

Anzi, mi metto a lavorare, immediatamente!

Mentre scorro la galleria delle foto sul mio profilo Instagram per trovare qualche idea su una campagna pubblicitaria di cui mi sto occupando, l'occhio mi cade distrattamente sull'unica foto che ho pubblicato insieme a Frank.

La sera che è stata scattata eravamo a New York, a casa sua, insieme ad una coppia di amici suoi. Ci ritrae seduti sul divano, abbracciati: io tengo un calice di vino mentre rido e lui con il solito Scotch mi sussurra qualcosa di divertente all'orecchio.

Come sembriamo allegri.

In realtà stavo bene con Frank, lo sono stata ogni momento e adesso che me ne rendo conto sento quella strana sensazione che m'invadeva il petto stamattina. È come se una voragine mi squarciasse in due, assorbendo tutte le mie energie.

Era da un po' che non provavo un vuoto simile; qualcosa che la mia memoria aveva rimosso. Quando stai da sola per tanto tempo, certe sensazioni finiscono in uno sgabuzzino remoto e polveroso. Il problema è che ricacciarle fuori è esattamente come trovare qualcosa che avevi conservato pur essendo convinta di averla gettata per sempre.

Sta riaffiorando ogni cosa, dopo qualche giorno di totale negazione.

Frank mi manca.

Non ci saranno più le telefonate al mattino, le cene al "Le Jules Verne", le rose bianche, i suoi sorrisi, gli aerei per New York e le passeggiate per strada mentre parliamo di qualsiasi cosa.

Frank era pronto a darmi tutto quello che cercavo in una relazione: presenza, stabilità, certezze e sicurezza. Ricordo quanto mi son sentita euforica nel momento in cui mi ha annunciato che voleva presentarmi i suoi amici più cari e che per l'occasione aveva ordinato la cena da "Asiate"; con quanta cura mi sistemavo ogni volta che dovevamo andare da qualche parte e quanto mi apprezzasse. Era sempre pieno di complimenti e non perdeva occasione per farmi sentire stimata perché in fondo, lui vedeva tutto ciò che di bello c'è in me. Non ha mai criticato nessun atteggiamento che potesse essere discutibile, e davanti a lui molte volte lo sono stata, specialmente nei momenti in cui Cédric si palesava sul pianerottolo. Non ha reagito malamente neanche quando gli ho detto che sceglievo di restare a Parigi perché è qui che voglio passare la mia vita e, pensandoci bene non ha mai scalciato perché gli dicessi che lo amavo anche io ... voleva darmi tempo e ha avuto pazienza, perseveranza. Pensandoci bene, non mi ha mai fatto sentire in difetto o sbagliata se non quando si è immischiato nella mia vita professionale.

Deglutisco nello stesso momento in cui una lacrima mi scorre lungo la guancia.

Non potevamo continuare la nostra storia con un oceano di mezzo, me ne rendo conto ma ... se lo avessi amato come lui amava me ...

Oh, ma perché ha avuto tanta fretta?!

Sono certa che se gli telefonassi annunciando che ho cambiato idea e che sto per prendere un aereo per gli Stati Uniti, direbbe che mi aspetta a braccia aperte.

Ma non ho cambiato idea. Sono rimasta a Parigi perché questo è il mio posto. Lo sento, io le appartengo e lei appartiene a me.

Ciononostante sono consapevole di avere il cuore infranto. E sentire la risata di Flora, a casa di Cédric, dopo quello che lui ha fatto negli ultimi giorni mi fa stare peggio.

Sono una sciocca, lo so. Ed è proprio questo il punto. Oltre al fatto che non posso farci niente.

Mi tocca digerire la rottura con Frank e accettare che il mio bel vicino di casa sia uno stronzo.

Che poi, cos'è che Cédric ha fatto negli ultimi giorni? È tornato ad essermi amico. Amico? Ma gli amici possono flirtare come facciamo noi due? E comunque, per me non è mai stato un amico.

Sbatto più volte le palpebre, cercando di riordinare le idee.

Frank, Cédric, io e la mia testa bacata ...

Credo che mi prenderò duegiorni di riposo dal lavoro. Forse anche più.

Per un imprevisto a New YorkWhere stories live. Discover now