Per un imprevisto a New York

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Prologo

"Va così di moda sfidarsi!"

(L. Maud Montgomery)



«Siamo ubriachi, stasera?» è la domanda sorniona di Frank mentre mi cinge la vita con entrambe le braccia, davanti alla porta di casa mia.

Siamo stati al nostro posto, "Le Jules Verne", per festeggiare il primo mese insieme e abbiamo bevuto tanto di quello Champagne e mi sono abbuffata di dolci da non reggermi in piedi.

Circondo il suo collo incravattato con il braccio libero, mentre con l'altro tengo il sontuoso mazzo di rose (rigorosamente bianche), regalatemi per l'occasione e avvicino il viso al suo. «Sono ubriaca di te, di questa serata, di questa vita e di questo mese passato insieme!» annuncio traballando.

La sua romantica risposta è accompagnata da un bacio. «Suppongo che adesso mi inviterai ad entrare, visto lo stato pietoso in cui tanta gratificazione ti ha ridotto?»

Mi lascio andare torpidamente al bacio e sorrido estasiata.

Sono così entusiasta di Frank ...

Apro gli occhi e sto per dirgli che lo lascerò entrare molto volentieri quando un rumore improvviso di passi, sulle scale, ci distoglie l'uno dall'altra.

Restiamo avvinghiati sul pianerottolo ma voltiamo la testa nella stessa direzione e, nel momento in cui vedo chi sta arrivando, resto di stucco.

«Flora?» domando, sbarrando gli occhi per poi lanciare un'occhiataccia a Cédric, il quale la segue con un sorrisino divertito che gli muore sulle labbra non appena vede me e Frank.

Flora è la nuova testimonial del profumo di Caville, la ragazza che ha vinto le selezioni la sera in cui lui si è intrufolato nel mio taxi per baciarmi a tradimento.

Ignara di questo piccolo, insignificante retroscena, lei si porta le mani sulla bocca per trattenere una risatina imbarazzata. «Oh, Mademoiselle Voraldi! Che piacevole sorpresa!»

Mi allontano da Frank e tenendo le rose con entrambe le braccia, come si fa con un neonato, le metto in bella mostra mentre le lancio un'occhiata di sfida: «Beh, io vivo qui ...! Piuttosto, è una sorpresa vedere te ! »

«Frank» saluta Cédric educatamente e lo stesso fa il mio uomo che fulmino come se le mie pupille emanassero laser inceneritori. Non serve essere così civile! Non in questa circostanza.

«Ma davvero? Non sapevo che lei e Cédric foste vicini. Che splendida coincidenza incontrarci! Allora dobbiamo organizzare qualcosa a quattro uno di questi giorni!» esclama Flora spostando dietro le spalle una lunga ciocca di capelli color caramello mentre i suoi occhi nocciola mi sorridono ingenuamente.

Non capisco se fa la sciocca o se lo sia davvero. Ad ogni modo, ho l'insana voglia di scaraventarle addosso le mie rose facendola capitombolare giù dalle scale.

«Non credo sia possibile, Frank partirà molto presto ...» blatero a bassa voce, lui aggrotta le sopracciglia e protesta debolmente; so benissimo che tornerà in America tra una settimana, ma non intendo sedermi a tavola con questi due per nessuna ragione al mondo.

«Veramente io non prenderò l'aereo prima di ...» lo interrompo e poggio una mano sul suo braccio, quindi con un tono melenso dico: «Flora, conosci Frank Lancaster? È il mio ... » Frank ha trentanove anni, non posso definirlo il mio ragazzo! Non siamo una vera e propria coppia! Ci stiamo conoscendo.

Per un imprevisto a New YorkWhere stories live. Discover now