Capitolo 9

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"Il Natale è una festa trafugata. Prima del cristianesimo, si celebrava il solstizio d'inverno come un modo per chiudere un cerchio ed essere pronti per il nuovo anno; certamente, nessuno aspettava la nascita di un bambino concepito da Dio e da una vergine. Bruma, Yule, o in qualsiasi modo venisse chiamato; in questo periodo, a dicembre, il sole è il più lontano dall'equatore, le notti sono più lunghe e la luce è minima. Dopo il solstizio, le giornate iniziano a diventare più calde e durante quello che oggi viene chiamato "giorno di Natale", il sole vince sull'oscurità e il mondo rinasce. La visione cristiano-centrica..."

Strappai la pagina del mio quaderno e la gettai a terra. Per cinque volte avevo provato a scrivere il mio saggio sulle celebrazioni pagane, senza mai riuscire a rimanere imparziale nella mia argomentazione. Volevo screditare il cristianesimo e la sua cattiva abitudine di prendere le festività di altre religioni e farle proprie, ma ero troppo coinvolto emotivamente per pensare in modo lucido. Qualunque cosa scrivessi, non era qualcosa che potesse essere considerato un vero e proprio saggio accademico. Era solo il blaterare di un ateo che si pentiva di aver mai messo piede in quella maledetta classe di Folklore.

Fanculo Jamie e la sua ossessione per Dio.

All'improvviso, il mio stomaco brontolò. Chiusi gli occhi e feci qualche respiro profondo per placare la sensazione di fame. Ero arrivato al limite. Avevamo iniziato la fase di purificazione due giorni prima e da allora non avevo più mangiato né bevuto nient'altro che acqua. Mi sentivo debole e irritabile tutto il tempo. Non riuscivo a concentrarmi sui miei studi o su qualsiasi altra cosa che non fosse questo rituale. La mia mente vagava, creando scenari nella mia testa che mi tenevano sveglio la notte. «Il giorno di Natale è perfetto per il sacrificio finale», aveva detto Alexi. «È un momento di rinnovo, di nuovi inizi. Una nuova vita.» Nessuno era stato in disaccordo. E quando era arrivato il momento, avevamo tutti smesso di mangiare e bere per purificare il nostro corpo prima dell'ultimo passo.

«Omicidio», dissi sottovoce.

«Sai, il primo segno di follia è parlare da soli.» Thomas si lasciò cadere sulla sedia accanto alla mia. «Ciaooo!»

Gli lanciai un'occhiata. «Ciao.»

Si sporse verso di me e sussurrò: «Attento a quello che dici in pubblico, caro Benji. Qualcuno potrebbe sentirti.»

«Il piano è vuoto. Lascialo in pace», sbottò Christian, sedendosi di fronte a me.

Paola arrivò subito dopo di lui. Non ci eravamo visti quasi per nulla da quando io e Alexi eravamo tornati da Stoccolma; non c'erano più lezioni per questo semestre e ognuno era occupato con i propri studi. Non andavamo nemmeno più in sala da pranzo nello stesso momento. Era strano ritrovarsi di nuovo tutti insieme nello stesso posto dopo un paio di settimane in cui eravamo solo io e Alexi. Lui aveva cominciato a passare la maggior parte del tempo nella mia stanza, solo perché a detta sua aveva «il mio odore». A me andava bene se significava poterlo tenere d'occhio.

«Non ho ancora avuto l'occasione di chiederti del viaggio», disse Thomas, snobbando Christian con un gesto della mano. «Ti sei divertito?»

Scrollai le spalle. «Siamo rimasti solo pochi giorni. Non abbiamo fatto molto.» Non sapevo quanto sapessero della famiglia di Alexi. Volevo proteggere ciò che aveva condiviso con me a Stoccolma.

«Dai, dammi qualcosa», si agitò Thomas.

«Cosa vuoi che dica?»

«Com'è sua madre? Hai avuto la possibilità di visitare la città? Avete scopato come conigli nel suo letto d'infanzia?»

«Basta.» La voce di Alexi rimbombò nel piccolo spazio, facendoci sobbalzare.

Si sedette al tavolo con noi, posando il diario davanti a sé. Avevamo deciso di incontrarci nell'appartamento nell'ala ovest dopo che avevo sostenuto che parlare di omicidio in pubblico non fosse un'idea molto intelligente. Anche se quasi tutti gli studenti erano tornati a casa per le vacanze, e i corridoi del castello fossero praticamente sempre vuoti, discutere dei nostri affari nella Sala Comune sarebbe stato comunque un rischio.

Gilded Cage - L'illusione della libertàWhere stories live. Discover now