Capitolo 2

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Il suono che i miei stivali facevano sull'erba e sui rami secchi echeggiava nel silenzio della foresta. C'era odore di pioggia e legno bagnato nell'aria, gli alberi erano spogli e gli animali che vivevano lì si erano rintanati da qualche parte in preparazione all'inverno. Le montagne in lontananza erano già coperte di bianco, ed ero sicuro che tra non molto la neve sarebbe arrivata anche qui.

Avevo trascorso la prima settimana al St. Joshua's College in totale meraviglia, tanto che ero riuscito a concentrarmi a malapena sulle lezioni. Non aiutava il fatto che il professor Coleman, il vecchio insegnante di Introduzione alla scrittura per il palcoscenico, sembrasse sul punto di collassare a terra da un momento all'altro; la sua non era stata di certo una buona prima impressione. La sua voce, bassa e gracchiante, era stata solo un rumore di sottofondo al mio fantasticare.

Non riuscivo a smettere di pensare a quei quattro. Avevo incontrato Christian ancora dopo il primo giorno, e ogni volta ci eravamo scambiati nient'altro che dei saluti cordiali. Era timido, di quello ero sicuro. C'era una dolcezza nel suo sorriso, però, che te lo faceva piacere anche se non sapevi assolutamente nulla di lui. Non mi sarebbe dispiaciuto parlargli per davvero; ma era sempre in compagnia della ragazza, Paola, e lei non aveva un'aria molto affabile, per cui non dicevo mai niente. Stavano sempre appiccicati, e cominciavo a chiedermi se ci fosse qualcosa tra loro. Avevo visto Thomas provarci con Paola in più di un'occasione, però, anche davanti a Christian, quindi non potevo esserne sicuro.

Quei quattro avevano una relazione strana. Erano sempre insieme, solo loro, quasi ci fosse un muro invisibile che li tenesse divisi dagli altri. Sembravano più un branco che un gruppo di amici, e la cosa mi ossessionava. Il fatto che fossero proprio inavvicinabili li rendeva così tanto interessanti ai miei occhi.

E poi c'era Alexi.

Alexi, che indossava sempre abiti di velluto scuro, portava con sé un libro di poesie ovunque andasse e beveva caffè a ogni ora della giornata. A volte, lo vedevo seduto sul ballatoio della terrazza che dava sul retro del castello, tra due piccoli gargoyle. Fissava sempre l'orizzonte, pensieroso, con i capelli biondi scompigliati dal vento. Ero venuto a sapere che tutti erano più o meno innamorati di lui. Ragazze, ragazzi, professori... Sua madre era una delle autrici più famose della Svezia, nonché la figlia di un barone; discendeva da una stirpe di aristocratici che durava da secoli, il che l'aveva resa ereditiera di antiche ricchezze e di fatto una delle donne più potenti e benestanti del paese. Alexi sembrava decisamente qualcuno che aveva sempre tutto quello che voleva servito su un piatto d'argento. Mi chiedevo come ci si sentisse a non doversi preoccupare di nulla. Probabilmente, mi sarei annoiato a morte se la più grande delle mie preoccupazioni fosse stata che cosa indossare sotto la mia giacca costosa — lui portava sempre una camicia col colletto aperto, lasciando visibile solo un invintante lembo di pelle del collo e delle clavicole.

Scossi la testa al pensiero.

Avevo assolutamente bisogno di trovare qualcuno che alleviasse tutta questa frustrazione repressa, qualcuno che cercasse la stessa cosa che cercavo io: una scopata senza vincoli. Non volevo una relazione. Ci avevo provato una volta, con una ragazza a Brighton. Eravamo usciti insieme qualche volta; i suoi genitori credevano già che ci saremmo sposati finita la scuola. Era stata lei a mollarmi dopo un mese, dicendo che ero freddo e indifferente. Ad essere onesti, non mi importava davvero. A quel punto, stavo già pensando di lasciare la città, e lei parlava di matrimonio, di bambini, e... assolutamente no. Non sarei diventato un marito a diciotto anni, in attesa di morire solo per salvarmi da un'esistenza che disprezzavo, bloccato in un posto che odiavo con una donna per cui non provavo niente. Sapevo di essere destinato a qualcosa di più di una vita di periferia. Sapevo cosa fosse? No, ma avevo tempo per capirlo.

All'improvviso, un brivido mi percorse la schiena, e mi resi conto che il sole era tramontato dietro le montagne, lasciando la foresta nel crepuscolo della sera. Stavo per voltarmi e tornare indietro, quando sentii un rumore provenire non troppo lontano da dove mi trovavo. Mi fermai, trattenendo il respiro. Poteva essere stato un animale. Non sapevo che tipo di bestie vivessero in Scozia. Non avevo fatto incontri pericolosi durante le mie passeggiate, ma questo non significava che qualcosa non si nascondesse tra i cespugli o sotto i tronchi.

Gilded Cage - L'illusione della libertàWo Geschichten leben. Entdecke jetzt