36 - La prova

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 Dopo la conversazione avuta con l'Anziano Dorian, Corha era stata scortata da Amon in una piccola stanza dove l'attendevano dei vestiti asciutti.

Fergus, il Cercatore e Crio erano scomparsi chissà dove.

Avrebbe preferito parlare con loro, prima di affrontare quella misteriosa ordalia, ma l'unico con il quale poteva scambiare qualche parola era Amon, deciso a non lasciarla nemmeno per un secondo.

Era addirittura entrato con lei nella stanza.

"Non penserai che mi spogli davanti a te, spero" commentò Corha, fissandolo con aria di sfida, le mani sui fianchi.

"Non ho intenzione di guardarti, non ti preoccupare"

Detto questo, si girò verso l'unica porta e incrociò le braccia sull'ampio petto.

Corha sbuffò e si rassegnò a godere della sua malmostosa compagnia. A quanto pareva non aveva mandato giù la sua fuga e soprattutto il fatto di non essere riuscito a fermarla.

Lasciò gli indumenti umidi su un tavolo di legno e si asciugò come poteva con l'asciugamano candido che le era stato fornito. C'era addirittura una spazzola.

Indossò la biancheria asciutta e la semplice veste bianca che costituiva il suo "abito da esecuzione".

Ghignò tra sé a quel pensiero sicura che Fergus non avrebbe apprezzato per nulla il suo senso dell'umorismo in una simile circostanza.

Per ultime calzò delle babbucce non particolarmente comode, ma che rappresentavano comunque un miglioramento rispetto agli stivali ancora bagnati.

Prima di avvisare Amon di essere pronta, si prese del tempo per studiarlo. Era alto quanto Fergus, ma più robusto.

I suoi capelli scuri avevano striature grige sulle tempie, erano mossi e tenuti corti.

Sembrava un soldato, ma non aveva armatura, nemmeno quella leggera che sfoggiavano le guardie. Indossava una veste azzurro chiaro che si apriva ai lati delle cosce lasciando intravedere delle brache aderenti bianche che terminavano all'interno di morbidi stivali scamosciati blu.

"Quanto ti ci vuole, ancora?" borbottò, contrariato.

"Sono pronta, capitano!" esclamò Corha scattando sull'attenti.

Amon le lanciò un'occhiata per nulla divertita e uscì dalla stanza facendole cenno di seguirlo.

Fu in quel momento che avvertì qualcosa di strano.

Appena mise piede fuori dalla stanza, un capogiro la fece quasi sbattere a terra e quando alzò gli occhi in cerca di Amon, l'uomo era scomparso.

Non era quella, però, la circostanza più assurda poiché con stupore e inquietudine crescenti si rese conto di trovarsi in un posto totalmente diverso.

Uscendo dalla stanza avrebbe dovuto tornare nel cortile con la fontana e invece, davanti a lei, c'era una foresta che nulla aveva a che fare con quella dei Bisbigli. Sembrava in tutto e per tutto la Pineta.

Cosa stava succedendo?

Possibile che la Prova fosse già cominciata? O stava avendo l'ennesima visione?

Con cautela, si avventurò per il sentiero che conosceva così bene e che portava al Truta e, nello specifico, sbucava proprio dietro all'albero sotto al quale le piaceva trascorrere ore a fissare la montagna.

Raggiunse il limitare della Pineta e si guardò attorno. Se quella era una visione era la visione più vivida che avesse mai avuto.

Riusciva a sentire il rilassante sciabordio del fiume, il cinguettare degli uccelli, il fruscio delle foglie mosse dal tiepido vento primaverile. Si accorse, inoltre, di non indossare più la veste bianca e le babbucce, ma i suoi soliti vestiti da ragazzo.

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⏰ Last updated: Mar 27 ⏰

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Il Bastone del Verbo - Libro PrimoWhere stories live. Discover now