16 - Segugi nella notte

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La giornata passò in fretta.

L'astro diurno si ritirò lentamente, lasciando nuovamente alla sorella più schiva il dominio sul mondo degli uomini.

Tra case eleganti, in un quartiere ordinato, due ombre si muovevano silenziose, illuminate di tanto in tanto da alti lampioni.

L'improvviso sprigionarsi del Dono di quella cagna lebbrosa li aveva costretti a fuggire. Senza il suo intervento sarebbero riusciti a sopraffare almeno il ragazzo e forse a mettere fuori gioco il Cercatore ma era andato tutto a puttane per colpa sua.

Il loro capo non ne sarebbe stato compiaciuto.

Tanto meno Lady Blackheart, la signora che li aveva ingaggiati per recuperare quel dannato manufatto magico.

Dopo mesi di ricerche in quelle terre dimenticate dagli dei, finalmente avevano localizzato un Mezzo talmente potente da poter essere davvero il mitico Bastone e se l'erano lasciato sfuggire come dei dilettanti.

Il Bastone del Verbo...

Come poteva, una persona sana di mente, pensare davvero di poter recuperare un manufatto simile?

Sempre che fosse mai esistito.

Gli sarebbe bastato trovarne uno dello stesso tipo per accontentare quella svitata e il loro capo, attaccato alle sue sottane come un cucciolo bisognoso di cibo.

"Maledizione!"

L'uomo imprecò tra i denti serrati, frustrato.

Il suo muscoloso compare lo seguiva in silenzio.

Finalmente i due giunsero presso una grande casa, la facciata affrescata con scene di battaglia sbiadite dal tempo, circondata da un alto cancello sormontato da punte acuminate.

Si diressero verso l'entrata principale e prima che potessero anche solo sfiorare la corda del campanello, la porta si aprì.

Un uomo alto e magro con indosso una livrea di broccato rosso cupo, comparve sulla soglia e li squadrò con evidente disprezzo.

"C'è un ricevimento in corso, tornate domani"

Il valletto fece per chiudere la porta in faccia ai due uomini ma una mano uscì dal buio e glielo impedì.

"Dobbiamo parlare con il tuo padrone, adesso"

"Porta sul retro"

Con uno scatto stizzito, il valletto gli richiuse la porta in faccia.

Digrignando i denti, l'uomo più basso, seguito dal compare, aggirò la casa fino a raggiungere l'accesso alle cucine.

Dalle finestre illuminate proveniva un vociare incessante. Risa divertite, musica, tutta l'alta società di Bethel sembrava riunita in quella casa.

Senza aspettare che qualcuno li introducesse, imboccarono il corridoio sul quale davano le stanze di servizio e, ignorati dal personale indaffarato, si diressero verso le scale secondarie che portavano al primo piano.

Trovarono il valletto a sbarrare loro la strada.

"Sappiamo dove andare"

Il valletto si lasciò sfuggire un ghigno divertito.

"È mio dovere accompagnare gli ospiti, a qualunque classe sociale essi appartengano"

"Hai paura che rubiamo l'argenteria?"

"Il buonsenso suggerisce di non lasciare mai un cane randagio affamato vicino a un arrosto. Da questa parte"

Il valletto fece loro strada su per le scale ricoperte da uno spesso tappeto ricamato. Li scortò fino a una massiccia porta di legno intagliato a doppio battente e bussò educatamente.

Il Bastone del Verbo - Libro PrimoWhere stories live. Discover now