20. Tempesta

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Durante il tragitto di ritorno a casa, si alzò un forte vento sconosciuto. La gente per strada mostrava un'aria stranamente preoccupata. La maggior parte di loro iniziò a indossare gli occhiali ermetici per proteggere gli occhi dalla polvere che si stava alzando. Gli abitanti di Zephyra convivevano con i venti, che erano parte integrante del loro mondo. I GDS, però, li avevano influenzati a tal punto da spingerli ad ignorarli o temerli, piuttosto che connettersi con essi come accadeva nell'antichità. Non scrutavano più il cielo in cerca di segni premonitori, ma ascoltavano solamente le previsioni meteo cittadine, facendosi ciecamente guidare da tutto ciò che i GDS propinavano attraverso le loro IA Standard. Erano arrivati al punto di non notare neanche l'arrivo di una grande tempesta, se le previsioni non l'avevano annunciata.

"MIAO, la sento, sta arrivando."

"Cosa sta arrivando, Aeris?"

"Ho un mal di testa fortissimo, mi succede solo quando sta per arrivare una tempesta, e oggi è insopportabile."

L'iperlacrimazione di Aeris cominciò a funzionare a pieno ritmo, inondando i suoi occhi di copiose lacrime per proteggerli dalla polvere e dalle intemperie.

Accanto a lei, all'improvviso, sfrecciò a tutta velocità un ventocipede con una strana signora anziana alla guida. Aveva un cappello bianco e un foulard dello stesso colore che sventolava violentemente intorno al suo collo. Ad un certo punto, il foulard si impigliò non si sa come nei raggi della ruota anteriore, facendo cappottare il ventocipede in modo spaventoso. La signora venne sbalzata a diversi metri di distanza e cadde a terra con un tonfo raccapricciante.

Aeris, senza esitare, si sfilò le scarpe con i tacchi e iniziò a correre a piedi nudi verso di lei per soccorrerla. La gente intorno alla scena, intanto, sembrava ignorare l’accaduto e fuggiva rapidamente per mettersi al riparo dalla tempesta imminente.

"Signora! Signora! Come sta?" Aeris le prese il volto tra le mani e si accorse che, nonostante l’età, aveva un viso rotondo, morbido e rosato come quello di una bambina. La signora aprì i suoi grandi occhi verdi, come il vento di Gaia, e sorrise, incorniciata da lunghi capelli di un grigio argentato.

"Oh, cara! Non ti preoccupare, non è la prima volta che cado. L’importante è che non lo sappia mio marito. Mi farebbe sequestrare il ventocipede e io diventerei una inutile vecchia dimenticata! Ma tu come ti chiami, ragazza mia?"

"Aeris."

"Che bello! Non ho mai conosciuto nessuno che portasse un nome così originale."

"Beh, in quanto a originalità, non scherza nemmeno lei, signora!"

La signora le regalò un bellissimo sorriso di un bianco splendente e l’abbracciò. Aeris rimase interdetta; non era abituata ad avere contatti con altre persone, anzi, odiava essere toccata, specialmente da sconosciuti. Ma quell'abbraccio, ora, avrebbe voluto che non finisse mai. Era la somma di tutti gli abbracci a cui aveva rinunciato per una vita intera, quelli che ostinatamente negava anche ai suoi stessi genitori, che spesso considerava quasi degli estranei.

"Come si chiama, signora?"

"Elea, ma tutti nel quartiere mi chiamano nonna Velanda. Non so perché."

Aeris l'aiutò a rimettersi in piedi e, incredibilmente, Velanda non aveva un graffio, così come il suo ventocipede rosato.

"Grazie, Aeris, ci rivedremo ancora, ne sono certa," e, salutandola, le regalò un ultimo sorriso.

Aeris la guardò allontanarsi mentre spingeva il suo amato ventocipede, e le fece una tenerezza immensa.

"Aeris! Che fai? Muoviti! Sta arrivando la tempesta!"

"MIAO, ma che fine avevi fatto? Potevi aiutarmi!"

"E come? Non ho braccia, sono fatto solo di parole, io, Aeris."

"Hai ragione.”

”Ma tu sei stata speciale. Ho fatto bene a scegliere te."

"Questa storia che mi hai scelto, un giorno me la devi spiegare, MIAO."

"Ok, ma adesso andiamo."

Aeris cominciò a correre e a ballare a piedi nudi all’impazzata, con il vestito sgualcito e un sorriso folle sulle labbra. Era la gioia in persona: *Non l’avevo mai vista così,*  pensò MIAO.

“...One day when the light is glowing.
I’ll be in my castle golden.
But until the gates are open.
I just wanna feel this moment (ohhh)...”

Nel frattempo, l'euforia contagiosa di Aeris sembrò richiamare il vento di Gaia, dai verdi riflessi, lussureggianti e vivi. Improvvisamente, il cielo tempestoso si squarciò. Un giovane falco, emergendo da lontano, attraversò quel piccolo spazio azzurro. Con ogni evoluzione aerea, sembrava spazzare via le nubi, ampliando sempre di più quel piccolo angolo di pace. Man mano che il cielo si schiariva, un raggio di sole riuscì a perforare l'ultima nube e colpì Aeris nel petto, infondendo nel suo fragile cuore una forza e un calore immensi.

MIAO, se avesse avuto gli occhi, avrebbe pianto.

La Danza di AerisWhere stories live. Discover now