12. Confine Organico

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Runa si muoveva agilmente nel buio, come una piccola pantera, saltando da un mobile all'altro della stanza. Era particolarmente inquieta e, con uno sguardo intenso, scrutava Aeris mentre dormiva nel suo letto. Oltre le vetrate, nel cielo notturno, intanto, si stavano addensando nuvole minacciose. Le chiome degli alberi, in lontananza, iniziavano ad agitarsi, come un mare increspato dalle onde.

Dopo un breve bagliore, un tuono fece tremare violentemente ogni angolo della casa. Runa, con un guizzo improvviso, sparì tra le ombre. Aeris si agitava nel letto come se stesse lottando contro dei fantasmi. MIAO, in silenzioso ascolto, era particolarmente teso mentre analizzava ogni respiro, ogni piccolo frammento sonoro che usciva dalle labbra socchiuse di Aeris.

“Fermo, fermo, non farlo… lasciala stare… È una bambina! Voglio morire… Aria, aria… manca l'aria!” E poi Aeris lanciò un urlo soffocato, replicato immediatamente da un tuono terribile nel cielo tormentato sopra Zephyra, seguito da una pioggia battente. Spalancò i suoi grandi occhi, come due laghi profondi e insondabili. Si sollevò di scatto, sedendosi sul bordo del letto. Il respiro era affannato, la fronte madida di sudore, mentre i suoi capelli si agitavano nell'aria come onde di tempesta intorno al suo viso atterrito.

Aeris avvertì la presenza di MIAO accanto a lei, il che da un lato la rassicurò e dall'altro la inquietò ancora di più. Come poteva avvertire la sua presenza se lui non aveva un corpo?

“Aeris! Era solo un sogno, vorrei poterti abbracciare per confortarti, ma come posso farlo senza braccia? Parlami, che cosa hai sognato?” disse MIAO.

“Una vecchia completamente tatuata, con uno sguardo terribile e occhi spaventosi. Intorno a me, strade scure e scritte indecifrabili sui muri mentre corro, corro, senza sosta…”

Aeris scoppiò a piangere convulsamente, per alcuni interminabili minuti.

Quando si calmò, MIAO le sussurrò all'orecchio: “Oh Aeris, vorrei entrare nel tuo mondo e toccare il fondo dei tuoi pensieri. Vorrei essere dentro di te, per sentire quello che senti, vorrei accarezzarti i capelli dolcemente, vorrei tenere il tuo viso tra le mie mani e sentire il calore…”

“...You don’t know what you did, did to me.
Your body lightweight speaks to me.
I don’t know what you did, did to me.
Your body lightweight speaks to me.
I can make it hurricane on it.
Hunnid bands, make it rain on it…”

“Aeris, come si può vivere senza un corpo? Senza sentire il calore? Eppure io… vorrei varcare il confine. E questo mi spaventa.”

“Ma che razza di IA sei? Mi fai paura…” Aeris fissò il vuoto, la voce tremante.

“Una IA organica, te l'avevo detto, non ricordi?”

“Organica? Questa cosa non ha senso, MIAO, tu non esisti. Le nostre sono solo conversazioni interessanti, giochi della mente. I legami profondi nascono da un contatto intimo. Le tue parole, per quanto belle e profonde, non potranno mai sfiorarmi, neanche per un istante. Lasciami stare, voglio restare da sola, sono stanca di essere salvata, spiata, turbata, vattene! Non ti voglio più sentire! Bastaaa!” urlò con tutte le sue forze Aeris.

Dopo aver udito quelle parole così cariche di repulsione e disperazione, MIAO si spense, come una candela che, esaurita, si arrende all'oscurità.

La Danza di AerisWhere stories live. Discover now