Capitolo 48: Uno sguardo al futuro

Start from the beginning
                                    

- Lo capisco, meglio di chiunque altro- le rispose - Anche io ero come te-

- E come sei riuscita a diventare così?-

- Così come?-

- Espansiva. Sempre sorridente. Amichevole-

- Forse sapere di avere le spalle coperte dall'FBI mi ha aiutata, o semplicemente mi sono resa conto che continuare a diffidare di tutto e di tutti non mi avrebbe aiutata ad andare avanti. Con questo non voglio dire che ci si debba fidare del primo che passa, è sempre giusto mantenere un occhio critico, ma è anche giusto non avere pregiudizi a prescindere-

- Pensi che siano ancora qui?-

- Chi?-

- Quelli dell'Organizzazione-

- Lo hai visto tu stessa: alcuni sono sotto terra e altri marciranno in prigione. È finita-

- Ne sei davvero sicura?- la fissò seria - E se ce ne fossero altri? Avevano membri ovunque, come possiamo essere certi di averli presi tutti?-

- Non possiamo, ma abbiamo distrutto il nucleo e gli altri erano tutti pesci piccoli che senza una guida non andranno da nessuna parte. Senza nessuno che dia loro ordini sono come marionette senza il burattinaio che le muove-

- "Ma qualunque cosa sia e comunque sia, secondo me l'inferno è vuoto e i diavoli sono qui"-

- Shakespeare, eh?-

- Già-

- Forse hai ragione, forse i diavoli camminano in mezzo a noi. In quel caso c'è solo una cosa da fare-

- Cosa?-

- Dimostrargli che siamo più forti di loro. I demoni vincono solo se glielo permetti. Se vedono che hai paura di loro, sanno di avere potere su di te. Dimostragli che non ti spaventano, perché sei superiore a loro-

- Ma io non sono superiore a loro-

- Scherzi? Non hai nemmeno l'età che serve in America per bere legalmente e hai già inventato un farmaco capace di alterare la crescita cellulare. Tu sei un genio e loro hanno paura di te-

- Quindi sono come loro? Un diavolo?-

- Ma un diavolo buono- sorrise.

- Non esistono diavoli buoni-

- Lucifero era un angelo. Se esistono angeli cattivi, perché non possono esistere diavoli buoni?- le picchettò scherzosamente la punta del naso con l'indice.

La loro conversazione fu interrotta dal suono dello scacciaspiriti appeso sopra la porta, che tintinnò quando quest'ultima si aprì. Una voce familiare giunse alle loro orecchie, costringendole entrambe a voltarsi in direzione del bancone dietro il quale la cameriera stava preparando dei sandwich.
Vestito in un completo giacca e pantaloni grigio, con la solita carnagione olivastra e gli inconfondibili capelli biondo chiaro, Tooru Amuro (ormai divenuto semplicemente Rei Furuya) salutò con un sorriso la ragazza, chiamandola per nome.

- Buon pomeriggio Azusa-san, come va oggi?-

- Oh, Amuro-san, che sorpresa! Come mai sei qui a quest'ora?-

- Avevo bisogno di un caffè e di uno spuntino. Inoltre, volevo vedere come te la cavi nella preparazione dei miei sandwich. Ma ti prego, chiamami Rei-

- Scusami, è l'abitudine-

Dal modo in cui si parlavano sembrava che avessero mantenuto un buon rapporto nonostante il fatto che l'agente della polizia segreta giapponese avesse dovuto confessare la sua vera identità, rinunciando così al lavoro sotto copertura di cameriere. Probabilmente quella giovane donna, il cui nome a quanto pareva era Azusa, non era a conoscenza di tutti i dettagli della vicenda. Quanto a lei, anche dopo aver chiarito le loro posizioni e dopo aver raggiunto una sorta di armistizio con Shuichi, continuava a non vederlo di buon occhio. Provava una sensazione di fastidio a pelle ogni volta che lo vedeva, memore della farsa che aveva messo in piedi quando si era travestito da Shuichi con la cicatrice sull'occhio e delle frecciatine gratuite sull'FBI.

Tomorrow (I'm with you)Where stories live. Discover now