Il giorno dopo io e Kelsey adammo alla stazione di polizia per dire allo sceriffo che era stato Charlie ad uccidere tutte quelle persone così che i familiari delle vittime trovassero trovato un oo di pace.
“giustizia fatta” per xosi dire. 
Nate e Matt vennero a testimoniare con noi per confermare la versione dei fatti.
Naturalmente avevo raccontato a Kelsey tutti i punti salienti della vicenda tralasciando il dettaglio “anticristo, figlio del Diavolo” che l’avrebbe mandata un po in confusione.
Era rimasta sconvolta nel scoprire che Charlie fosse il colpevole.

Passammo il pomeriggio a fare i bagagli e la mattina dopo lasciammo il Greenfield College. Avrei voluto tanto salutare nate e matt ma i due se ne erano già andati quando mi sveglaj per fare colazione.
Il caso era concluso e dovevano andare a risolverne un altro. Ma un saluto sarebbe stato gradit,  in fondo avevamo passato un anno scolastico insieme, per l’amor del cielo!
Forse per loro non aveva significato niente ed ero stata solamente l’ennesimo caso che, oramai, avevano etichettato come risolto.
Io e la mia migliore amica quindi ci lasciammo alle spalle il Greenfield.
Comeme aveva detto Gabriel “mi serviva una pausa”.
Poi mi sembrava così stupido rimanere lì. 
Tutto ciò che mi serviva era un cambio d’aria.
Comunque sia,  sarei stata cacciata lo stesso x i miei scarsi risultati di quest’anno e anche perché avevo lasciato a metà il mio esame finale escludendo così ogni possibilità di passare all’anno uccesssivo.

Non appena arrivammo a Sunnys ci fu il Funerale per Samantha Michael… e Charlie. 
Nonostante tutto ciò che aveva fatto e tralasciante particolare di essere stata io ad averlo ucciso, era stato una delle persone più importanti della mia vita per 20 anni, e non potevo nkn organizzare niente.
Villa Harrington era dotata di un cimitero di famiglia all’interno della proprietà e fu lì che La cerimonia si svolse.
Vi parteciparono tutti gli abitanti della città compresi i miei compagni del Liceo. Per fortuna il guardino era piuttosto ampio altrimenti non avrei saputo dive mettere tutta quella gente.
Fu una cerimonia breve e toccante alla quale mi chiesero di dire qualcosa in loro onore per concludere. Ci misi il cuore in ciò che dissi cercando di evitare di scoppiare jn lacrime difrotne a tutta la città.
In molti mi fecero i complimenti per le mie parole anche un mio compagno del liceo che ra famoso per essere l’umano più imbecille sulla faccia della terra quindi ne dedussi che ciò che avevo detto realmente aveva smosso qualcosa in tutti i presenti e mi fece piacere. Avevo reso omaggio il meglio che potevo a delle.perosen straordinarie.
Uno dei quali, però, si era dimostrato uno straordinario stronzo.

Ero seduta sugli scalini del portico quando Kelsey mi raggiunse.
Avevo tra le mani un’orchidea che avevo preso dalle orchidee di Samantha nel guardino e mi incantai a guardarla triste.
-Sai, qualche mese fa io e Peter siamo venut8 a guardare i tuoi allenamenti e parlando gli ho detto che anziché consumart8 xon lo sgaurdo avrebbe potuto provare a farsi avanti e chiederti di uscire. E la sua risposta mi fece ridere. La vuoi sentire?- esclamò Kelsey.
Annuii
-“Ma Noi stiamo uscendo! In fatti nella mia mente siamo Sposati e abbiamo anxhe due figli”
-Chissà, magari jn un’altra vita- esclamai malinconica.
Kelsey mi cinse a lei, facendomi poggiare la testa sulla sua spalla.

La vista di qualcosa anzi di qualcuno di totalmente inaspettato venirmi incontro mi fece sorridere, nonostante la giornataccia.
Chiesi a Kelsey di darmi qualche minuto e andai da loro.
-carino da parte vostra venire a salutarmi- esclamai sarcasticamente rivolgendoun’occhiata canzonatoria ad entrambi.
-Avremmo dovuto fermarci a salutarti, ma…- iniziò a parlare Matthew ma venne interrotto da Nathana che come al solito fu “simpaticissimo”
-avevamo bisogno di prendere distanza da te in prima possibile- esclamò.
-È passata solo una settimana e ti sono mancata ammettilo- dissi -Ecco perché siete qui.
-Non ci penso prorpio. A meno che tu non voglia che ti menta- disse.
-Stai solo mentendo a te stesso secondo me.
Sollevò gli occhi al cielo.
-allora che cosa ci fate qui?- chiesi.
-Abbiamo saputo del funerale e abbiamo pensato che ti servisse più supporto ppossibile- disse Matt - Non che tu non sia una persona forte… anzi
Sorrisi -È stato molto dolce da parte vostra.
-Io invece sono qui solo perché so che in città fanno i panini più buoni della nazione- disse Nathan.
-Si è vero “yammy yammy” è il migliore. Se volete possiamo andarci dopo tutti insieme. Io,voi e Kelsey- proposi.
-Sarebbe bello ma noi a dire il vero…
-Abbiamo altro di meglio da fare.
-Non eri tu a dire che sei venuto apposta qui per assaggiare i suoi panini?- domandai.
-Infatti- disse - Li prenderemo da portar via e lasceremo la città.
-Abbiamo trovato un possibile caso- aggiunse Matt.
-Di già!?- esclamai.
-Potrebbe esserci qualcosa di interessante a Londra.  Qualche stregone che va ad uccidere delle povere ragazze, da quel che sembra.
-Gli stregoni sono cattivi?
-Sj. I maghi sono buoni…di solito. Nkn è una scienza esatta, c’è sempre qualche eccezione.
-Beh quindi suppongo che sia arrivato kl momento dei saluti- esclamai.
-Già- disse Matthew con il quale condivisi un tenero abbraccio dal quale fu difficile staccarsi.
Mi ero affezionata.
Dopodiché fu il turno di Nathan con il quale, dopo aver scambiato  un’occhiata esclamò:
-NON ti aspetterai un abbraccio anche da parte mia?!
Lo disse Come se fosse la cosa più assurda che gli fosse stata proposta in tutta la sua vita.
-No figurati- alzai gli occhi al cielo  -Con cosa siete venuti se la vostra auto non è più in vostro Possesso?
-E chi l’ha detto- Nathan indicò una macchina al di là del cancello. Era una Jeeep. La tanto amata Sasha.
-Non l’avrete rubata?!- esclamai.
-Rubata!? Certo che no- disse Nathan -C’è la siamo ripresi senza chiedere il permesso a nessuno? Quello si. Ma comunque il caso ormai è chiuso, quindi la mia macchina non gli serve più.
-Non potevi aspettare che  la polizia te la restituisse?
-Non puoi farti gli affari tuoi per una volta!?
-Comunque- esclamò Matthew passando il suo sgaurdo tra me e Nathan -Di questa storia non farne parola con nessuno- disse rivolto a me -e non intendo del fatto che Nathan abbia rubato la sua auto dalla stazione della polizia ma di ciò che è realmente successo al Greenfield.
-Proprio perché si tratta della mia auto non capisco perché ne stiate facendo una questione di stato! È la mia auto e non ho fatto niente di male- esclamò Nathan con I pensieri ancora rivolti alla questione “auto”.
-Non penso che la legge la pensi come te Nathan- disse Matthew.
-Non posso dirlo proprio a nessuno- chiesi -neanche a Kelsey? Lei è la mia migliore amica
-Meno persone lo sanno e meglio è credimi- disse serio.
Annuii
-Un’ultima cosa!- esclamai proprio mentre stavano per voltarsi.
-Cosa! Cosa! Cosa c’è ancora?!- esclamò Nathan esasperato.
-State attenti.
-Noi lo siamo sempre- disse Nathan mettendo un braccio sulla spalla di Matt.
-È stato bello conoscerti Lucy- disse lui.
-Per me è lo stesso.
- Saluta Kelsey da parte mia
-Non vuoi farlo tu? È laggiù- gliela indicai.
-No meglio di no. Fallo tu per me- disse in tono dolce ma riuscii a leggere in lui dell’amarezza.
Fare questa vita comportava davvero dei sacrifici.
-Ti aspetto alla macchina- disse a Nathan prima di andarsene.
-Beh non ho niente da dirti tranne una cosa- disse Occhi azzurri -Fa attenzione a chi ti capita di incontrare. Se la prima volta è stato il figlio del Diavolo, chissà, un’altra volta potrebbe capitarti il figlio di Dracula.
Notai nel suo tono dell’ironia, ma non potei che domandarmi se potesse accadere.
-Non dirmi che Dracula esiste veramente!?
-Non è stato ancora appurato…quindi chi può dirlo- alzò le spalle.
-È un modo carino di dirmi di guardarmi le spalle?- gli chiesi rivolgendogli un sorriso.
-Non era mia intenzione essere carino- ribatté.
-Lo farò- dissi -terrò gli occhi ben aperti Nate.
Emise un forte grugnito -Quante volte ti ho detto di non chiamarmi in quel modo!?
-E quante volte ti ho detto che non mi interessa quello che dici?!
Ci fu un breve momento in cui nessuno dei due disse nulla, ci guardammo semplicemente come se improvvisamente i suoi occhi e i miei occhi fossero diventati la cosa più interessante dell’universo
-Ci si vede Bryan- esclamò lui interrompendo quel bizzarro e fugace momento.
-Proprio non puoi chiamarmi con il mio nome eh?- esclamai io.
-Che cosa dici, L’ho appena fatto!
Si avviò alla macchina.
Sul mio voluto si fece strada un sorriso.
Si riferiva al disguido che c’era starò con lo smistamento nei dormitori all’inizio dell’anno.
Lucy Bryan - Bryan Lucy

-Imbecille- gli urlai.
-Saputella- fece eco lui voltandosi per un ultima volta prima di salire sulla sua Sasha.

Fecero un cenno con la mano per salutarmi per poi uscire dalla mia visuale non appena svoltarono la curva.
-Chissà se li rivedremo ancora- esclamò Kelsey affiancandomi.

-Non si può mai dire cosa la vita ci riservi.

Tornai a guardare le lapidi di Samantha, Michael e Peter anche se non sapevo il motivo e forse per un miraggio o un’immagine creata dal mio subconscio ancora stravolto dalfi ultimi avvenimenti, vidi Peter proprio accanto alla sua lapide che mi guardava e mi sorrideva e non potei fare a meno di ricambiare il gesto.
Che si trattasse del suo spirito?
Dovevo ancora imparare molto sulle mie capacità.
Comunque rimase lì in piedi per pochi minuti prima di dissolversi nel nulla.

Perdere qualcuno spesso ti porta a riflettere e ad aggrapparti al ricordo di ciò che tu e quella persona sareste potuti diventare o avreste potuto fare insieme ma rimanere intrappolati in quei ricordi non è la soluzione, perché purtroppo anxhe se noi lo desideriamo con tutto il cuore non porterà maj indietro la persona amata. Niente lo farà.

È come qyando ci si trova a leggere i libri della nostra saga preferita. È difficile voltare pagina quando sai che qualcuno non sarà nel prossimo capitolo, ma la storia però deve andare avanti, altrimenti non saprai come finirà e potresti finire per perderti il meglio.

Era senz’altro  più semplice quando eravamo solo dei bambini ignari del mondo.  I nostri cuori erano così leggeri mentre sorridevamo, ridevamo, vivevamo, ma purtrooppo non si rimane bambini per sempre, si cresce. E si rreditano guerre che non possiamo  sempre combattere e, a volte, capita di trovarsi su fronti opposti e si finisce per soffire.
Come per me e Charlie.

Quello che dobbiamo fare è abbracciare quel dolore e far sì che ci remda più forti, in modo da prepararci ad affrontare qualsiasi altra avversità la vita ci presenterà/ ostacolo si presenti sulla nostra strasa.

Angelic Demon Where stories live. Discover now