Con lo sceriffo ci eravamo messi d’accordo che sarei stata io Ad informare Samantha e Michael di Peter ma non sapevo cosa dire. In questo momento non sarei stat capace di parlare con loro.
Decisi anche su consiglio di Matthew di fare un bagno che avrebbe fatto bene ai miei nervi ma a me ciò che preoccupava era il mio cuore…
Cosa avrebbe fatto star bene il mio cuore?

Aprii l’acqua della vasca e forse era per lo scorrere dell’acqua o per la stanchezza e la tristezza dovute agli ultimi eventi, scoppiai in lacrime lasciando scorrere tutto il dolore.
Uscii dal bagno con solo un asciugamano a coprirmi il corpo, i capelli bagnati che creavano un sentiero di goccioline sul pavimento.
-Così potresti prenderti un raffreddore- disse Nathan dal suo letto guardando verso di me.
-Prima mi vestirò e poi andrò ad asciugarmi i capelli- dissi.
-Si ma così fi…
-Pazienza. Vorrà dire che dovrò fare una scorta di fazzoletti- esclamai alterandomi.
Ma me ne accorsi solo qualche secondo dopo.
-Scusate io… non so… lui…- balbettai -… non c’è più- dissi con un filo di vice e le lacrime che di nuovo mi rigavano il viso.
Matthew mi si avvicinò e mi strinse a sé in un abbraccio che in qualche modo mi diede conforto anche se le braccia che mi stavano stringendo non erano quelle di Peter.
-Grazie- feci un mezzo sorriso prendendo le prime cose che trovai nell’armadio e tornai in bagno per indossarle e asciugarmi i capelli.

Alle 04.35 ero ancora sveglia, non c’era verso di addormentarmi, quindi feci la cosa che avrei dovuto fare e che mi terrorizzava.

Nathan e Matthew si erano inventati con lo sceriffo una storia credibile sull’accaduto, che poi non era xosi lontana dalla realtà dei fatti.
Io e Peter eravamo andati al lago per stare un po da soli e lui, poi è scivolato sbattendo la testa contro la roccia.

Lentamente uscii dalla stanza facendo il più piano possibile per non svegliare Matthew o Nathan che erano stati così carini con me. Chi in un modo e chi nell’altro.
Arrivai fino al piano terra dal quale imboccai la strada per il cortile.
Sul retro c’era un bel prato fiorito dove vi erano i fiorellini selvatici che crescono in campagna.
Erano per lo più gialli ed erano magnifici.
Eravamo stati io e Charlie a scoprire questo posto. Non avevamo mai visto nessuno andare sul retro della scuola e così abbiamo tentato la sorte trovando questa oasi floreale.

Era notte fonda, per non dire quasi mattina, e non vi era anima viva.
Era il posto perfetto anche se forse non proprio il momento giusto.
Ma in fondo quale sarebbe potuto mai essere il momento giusto per dire a dei genitori che non vedranno mai più il figlio?
Non esisteva un momento giusto. Semplice.

Quindi mi feci forza e digitai il numero fisso della casa e poi premetti il tasto di “avvia chiamata”.
Iniziò a squillare, e lo fece più volte, fino a quando…
-Pronto- la voce assonnata di Michael risuonò dall’altra parte.
-Ciao Miachel sono Lucy
-Oh hey lucy, tesoro ciao. Come mai hai sei ancora sveglia alle… 04.47?
-Vi ho chiamati per dirvi una cosa
-Dimmi, è successo qualcosa?
-Riguarda Peter…

Angelic Demon Where stories live. Discover now