Era il crepuscolo.

Andai in soggiorno. Non c'era nessuno.

Andai in cucina. Non c'era nessuno.

Andai perfino in bagno. Ancora nessuno.

Andai nel corridoio e, sul portico sul retro della casa, vidi qualcuno fermo mentre guardava un punto non preciso difronte a sé. 

Con riluttanza mi avvicinai e constatai che si trattava di un bambino di 6 anni circa. 

Non feci in tempo a chiedergli chi fosse e che cosa stesse facendo in casa mia, che iniziò a camminare. 

Lo seguii con lo sguardo e notai che si stava dirigendo verso il bosco di fronte la casa. 

Decisi di seguirlo.

Una volta raggiunto, quel che sembrava il cuore del bosco, vidi Kelsey, Peter, i genitori di Peter, i genitori di Charlie e i miei legati a vari alberi posizionati in modo da formare un cerchio.

Improvvisamente il bambino si voltò verso di me e mi si avvicinò.

Mi tese la mano. La afferrai.
Mi sorrise. Sorrisi anch'io.

Dal nulla le fiamme iniziarono a divampare, circondandoli e bruciandoli vivi.

Noi rimanemmo lì, fermi tra le fiamme che sembravano non aver notato la nostra presenza, mentre guardavamo le persone a noi più care morire di una morte atroce.

Mi svegliai di soprassalto. Il battito accelerato. Il respiro pensante.

Il mio corpo grondante di sudore.

Mi voltai verso la sveglia. Le 05.02.

Sopirai pesantemente.

Vidi Kelsey nel suo sacco a pelo, ancora nel beato mondo dei sogni.

La sorpassai per uscire dalla camera e dirigermi in cucina.

Era da giorni che continuavo a fare lo stesso identico sogno.

Io, il bambino, il fuoco.

Non facevo che chiedermi perché facessi questi sogni.

Non aveva il ben che minimo senso.

Presi un pentolino, aprii il rubinetto e lo riempii di acqua.

Lo misi sui fornelli e mi sedetti su una delle sedie aspettando di sentire l'acqua bollire.

-Già sveglia a quest'ora?- chiese una voce alle mie spalle.

Sorrisi.

-Potrei fare la stessa domanda a te- risposi.

Charlie si sedette sulla sedia di fronte a me.

-Lo sai che sono un animale notturno- esclamò scherzando.  

-Si, un vampiro- dissi con ironia strappandogli un sorriso 

-Ho avuto un incubo- disse.

Alzai di scatto la testa verso di lui -Davvero?- esclamai -Anche io.

Condividemmo un sguardo profondo. 

-Vuoi parlarne?- domandammo l'uno all'altro all'unisono.

Scoppiammo a ridere. 

-Perché ci capita così spesso?!- esclamai 

-Non lo so- disse Charlie continuando a ridere.

-Allora...- cambiò argomento mantenendo i suoi occhi incastonati nei miei -Vuoi parlarne? Potrebbe farti bene- disse

Angelic Demon Where stories live. Discover now