Ultimatum

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Luke's POV

Ho guidato per tutta la notte. Mi sono riposato solo per un oretta, il tempo di sentire la mia Luna e sono ripartito come un razzo. Tyler mi ha fatto compagnia durante il primo tratto il viaggio, poi si è addormentato. Fortuna che non russa..

"Bell'addormentato sveglia, dobbiamo farci una doccia e andare da mio padre." Dico sbadigliando.

"Luke non vuoi riposare prima? Hai guidato per tutta la notte.." Mi chiede Tyler prima di scendere dalla macchina per andare nel mio appartamento.

"Nahh, è stata una passeggiata girare per le strade di Miami. Dopo esserci sistemati, andiamo nell'ufficio di mio padre" Dico convinto scendendo dalla macchina e sbattendo la portiera. Tyler non dice nulla e mi segue.

Casa dolce casa.

Il mio appartamento sui toni scuri non è cambiato per nulla. Un vasto salone con divani di pelle scura, un televisore gigante attaccato al muro con aldisotto le varie console per giocare. È adornato da vari scaffali con dei soprammobili in ceramica (a forma di chitarre di vario tipo) e tantissimi CD. Sotto c'è un mobile con un giradischi. Già, mi piace molto il jazz e rende l'atmosfera più rilassante e profonda. A sinistra è situata una porta che dirige alla cucina. Codesta, invece, è sui toni chiari con una penisola grande con montati i fornelli all'interno. Vari mobili con tanti utensili. Per vivere da solo ho dovuto imparare a cucinare. Ammetto che me la cavo piuttosto bene. Usciti dalla cucina, c'è un corridoio con 4 porte: in una c'è lo stanzino, nell'altra la camera degli ospiti sui toni chiari con bagno privato annesso, poi la mia stanza. Inaspettato vero? È sui toni scuri tendenti al rosso. Rosso passione. Un grande letto su cui potrebbero entrarvi anche 3 persone, un comodino con sopra una lampada da lettura e un ampio armadio scorrevole. L'ultima porta e non per importanza, è il mio studio. Sempre sui toni scuri, ma non tendenti al rosso, ma più al nero. È una grande stanza in cui da una parte c'è un ampia scrivania con alcuni documenti che ho promesso di rivisionare dopo la vacanza e dall'altro lato le mie chitarre. Qui è il mio angolo dove compongo e suono. È insonorizzata, quindi non davo fastidio a nessuno se anche provavo durante notte fonda. Da quando avevo lasciato la band, suonavo solo cover. Dopo l'infamata, peró, mi sono distaccato completamente dalla musica pensando solo alla mia carriera. Al campo ho ripreso la mia chitarra e mi era mancata come l'aria.. E poi suonarla per la prima volta dopo tantissimo tempo con Luna, ha reso il momento ancora più speciale.

La mia Lunetta... chissà cosa starà facendo... Ho sentito per messaggio Molly e mi ha detto che ha composto una nuova canzone. Non vedo l'ora di ascoltarla, sarà sicuramente bellissima come lei d'altronde.

"Pronto Luke?" Mi chiede Tyler vestito e profumato con un giacca e pantalone beige con camicia nera. Io annuisco aggiustando i gemelli al polsino della camicia bianca e sistemandomi il completo nero e andiamo.

"Buongiorno signor Evanz, vostro padre l'aspetta in ufficio" Mi saluta la segretaria all'ingresso dello stabilimento. Io le accenno un sorriso e cammino dritto verso l'ascensore.

"Buongiorno anche a lei, signor Donovan" Dice anche a Tyler e lui ricambia con un sorriso.

"Sai già cosa dire?" Chiede Tyler mentre l'ascensore sale.

"No, improvviserò come mio solito." Dico con un occhiolino al Tin dell'ascensore che ci indica che siamo al piano scelto. Cammino col mio passo sicuro, intanto alcune stagiste si sono soffermate a guardarmi. Ecco quale è l'effetto che ho sulle donne per la mia giovane età. Alcune sembra che mi vogliono spogliare con lo sguardo, ma a me non fa nessun effetto. Non ora che ho trovato lei.

"Figlio mio, avete fatto veloce." Dice mio padre appena aperta la porta del suo studio. Una grande stanza con un ampia scrivania e tutte vetrate intorno. Come tutti gli uffici d'altronde, ma più piccoli e con più scrivanie all'interno.

"Non abbiamo incontrato traffico." Dico con nochalance.

"Andiamo in sala riunioni. Lì ci aspettano gli avvocati e il padre di Sofia." Al nome di quella stringo fortissimo i pugni. Tyler mi scuote una spalla e andiamo.

"Signori, buongiorno a tutti" Dice mio padre appena entrato nella stanza. La prima persona che incrocio lo sguardo è il padre di Sofia che mi sembra.. colpevole. Ci accomodiamo dopo esserci stretti le mani.

"Siamo qui per annullare il contratto con la signorina Sofia Ross." Dico convinto e serio.

"Non penso sia possibile. Il
termine scade tra meno di un ora e non c'è la faremo con i tempi burocratici. Serve anche la firma della signorina per annullarlo, entrambe le parti devono essere accondiscendenti. " Dice il loro avvocato con vari fogli tra le mani.

"Matt, sapevi della clausola che mi ha incastrato?" Chiede mio padre che si sta iniziando ad innervosirsi al padre di Sofia. Lui annuisce abbassando gli occhi.

"A pensare che ti consideravo un amico. Perchè?" Chiede sbattendo il pugno sul tavolo in vetro. Non si è rotto fortunatamente, ma c'era quasi.

"Gli affari andavano male Steve. Ero in bancarotta. Ci conosciamo da tanto tempo io e te. Mia figlia poi ha conosciuto tuo figlio e ha notato che eravate entrambi degli ingenui. Così abbiamo escogitato questo contratto in cui ognuno otteneva qualcosa." Dice sincero il signor Matt.

"Quindi avresti preferito vedere tua figlia in un matrimonio infelice. Io non la amo già da tempo ed ora provo solo odio nei suoi confronti per quello che ha causato a mio padre e a me. Ci ha messo uno contro l'altro solo per i vostri scopi." Dico rivolto lui.

"Non c'è niente che si puó fare?" Chiedo ai miei avvocati di fiducia.

"Abbiamo esaminato ogni clausola del documento. Quella parte che vi ha incastrato, non potevate intuirla da una prima lettura. Comunque potremo contrattare con i signori per farlo annullare volontariamente." Dice uno di loro scrutando tutti nella stanza.

"Possiamo negozioare. Esaminando le statistiche di ogni singolo cliente dell'azienda, vogliamo uno di loro. Il signor Jefferson." Dice uno degli avvocati del signor Matt, prevenendo la nostra richiesta. Io rimango allibito, come anche mio padre.

Il Signor Jefferson è il più importante cliente che abbiamo. Senza di lui perderemo tantissimo profitto. È una persona di fiducia e sono sicurissimo che non ci abbandonerà per schiararsi con l'ormai concorrenza. Io e papà ci guardiamo tra noi, come anche con gli avvocati che non si aspettavano una richiesta del genere.

"Allora, prendere o lasciare?"

Amore fino all'ultima notaOù les histoires vivent. Découvrez maintenant