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Gli esercizi in palestra stanno dando i loro frutti, il Coach Kelley oggi sembra alquanto impressionato dai miei progressi. L'ho addirittura sentito emettere dei versi di approvazione. Non siamo ancora giunti al brava, ma mai perdere le speranze.

Tra qualche giorno verranno ufficializzati i ruoli in campo. Io concorro per quello di quarterback, fin da bambina i lanci sono la mia specialità. Incrocio le dita affinché anche il coach se ne convinca.

Intanto, mi sono documentata sulla breve ma intensa carriera del mio detestabile nemico numero uno. Jacob era una celebrità all'università della California. Un quarterback promettente, poi, un brutto infortunio sul campo ha interrotto l'avanzata verso il successo. Sui siti scandalistici sono riportate con minuzia il numero spropositato di fidanzate o presunte tali che ha avuto, qualcuno scrive addirittura che abbia intrattenuto diverse relazioni con modelle famose. Penso siano tutte esagerazioni e lui sia solo... un pallone gonfiato.

Nel frattempo, a scuola la voce che io sia lesbica ha iniziato a propagarsi nonostante non sia la verità e nonostante non sia stata io a dare l'annuncio, ma ho solo subito un'ingiustizia. Lo sportello del mio armadietto è stato ripulito dal bidello e il preside ci ha tenuto a farmi sapere che tali atti di bullismo non sono tollerati a scuola e che, quanto prima, acciufferanno il colpevole.

Sono tutte parole vuote perché sia io che lui sappiamo bene chi è il responsabile di tutto questo, la mente malata dietro a questo vile gesto: Samuel Garrett.

Pomposo e sfacciato, l'intoccabile della scuola, sia perché è il capitano della squadra maschile di football, sia perché suo padre ha donato milioni di dollari per la sistemazione del campo che sfruttiamo anche noi per gli allenamenti e le partite. Lui è un uomo molto potente in paese ed è il direttore sanitario dell'ospedale dove lavora mia madre.

Quanto vorrei che Garrett pagasse per tutto ciò che commette, che tornasse con i piedi per terra e fosse un comune mortale, fatti di pelle e ossa come tutti noi.

Digrigno i denti dal fastidio e qualcuno mi dà un'irruenta gomitata destandomi da questi pensieri tediosi.

«Ann, sta attenta... la prossima settimana avremo un test importante!» Maddy vicino a me, corruccia la fronte e mi redarguisce. La solita perfettina. Non so come faccia a trovare interessante il coseno e il seno e tutte le altre congetture astruse della trigonometria.

Mi alzo dalla posizione accasciata sul banco e inizio a scarabocchiare qualche simbolo copiandolo dalla lavagna senza capirne il senso.

Un grande e immaginario punto di domanda deve essersi disegnato sulla mia testa vuota.

«Oggi pomeriggio studiamo insieme?»

«Sì, per favore.» sono così disperata, è evidente «ma non a causa tua.» Okay, però non poi così tanto da voler incontrare suo fratello e vederlo vagare per casa, magari mezzo nudo.

Dio, che visione stellare, però!

L'occhio vuole la sua parte e io non sono davvero così cieca.

Saggia, ma non cieca.

Qualcuno bussa alla porta della classe e riconosco la capigliatura riccia e la pelle scura, si tratta di Stella, una mia compagna di squadra.

Porge un foglietto di carta alla professoressa Jackson.

«Korrell è attesa nell'ufficio del coach Kelley.»

Oh, mamma. Perché il coach mi ha convocato con questa urgenza?

Vorrà sicuro darmi il ben servito dalla squadra. "Grazie signorina Korrell, le sue spalle ossute e il suo corpo magrolino non servono al nostro scopo. Le auguro una buona fortuna."

Un Gioco da Ragazze - A Girl's GameWhere stories live. Discover now