5: Jacob

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Allison non esiste o meglio esiste, ma è impersonata dalla bambinetta tremendamente fastidiosa che mi dava il tormento in adolescenza. Più si arrabbiava più diventava paonazza e io adoravo portarla al limite. La mia sorellina non poteva scegliere una migliore amica più insopportabile. Eppure, l'altro giorno quando l'ho incontrata non avrei mai detto che si trattasse proprio di lei, della sua versione più cresciuta e terribilmente... sexy.

Dio, come può essersi trasformata in questi anni da brutto anatroccolo nell'affascinante cigno? Gambe lunghe, collo affusolato, sguardo intenso e provocante, labbra carnose, pelle candida come la neve. Sarei un bugiardo se non ammettessi che in questi giorni non ho fatto pensieri impuri su di lei.

«Ti ho aspettata a lungo, sai.» ammetto a voce alta. Lei intuisce subito di che parlo e arrossisce. Deliziosa.

È andata proprio così... mi sono recato in moto presso il bar nel quale ci eravamo dati appuntamento non dando importanza alla festa organizzata dai miei padri, pur di passare qualche ora in sua compagnia, intrattenendomi con la conturbante donna bionda di nome: Allison.

Concentrati: Allison, non esiste.

Ti ha mentito.

Si è finta un'altra persona.

Nella realtà Annabell Korrell è di fronte a me impacciata e confusa dalla situazione, quasi quanto il sottoscritto. Lei è bellissima, una Dea... ma un dettaglio importante mi torna in mente, un enorme e rilevante dettaglio: è coetanea di mia sorella, ha solo diciassette anni, perciò è minorenne.

Quindi, smettila di flirtare, idiota.

Datti una svegliata!

«Vedo che non hai perso l'abitudine di importunarmi.» decido di essere duro, stavolta, perché ho bisogno di abbandonare qualsiasi pensiero sporco su Ann, che all'improvviso vedo cambiare espressione, inizia ad aggrottare la fronte e alzare un sopracciglio. Ecco, ora la riconosco, intravedo il suo cipiglio furioso di quando era una sgradevole mocciosa.

«Avevi detto di chiamarti Jake, se avessi saputo che-» ma la interrompo, «Mi chiamano Jake da quando sono diventato una star nel campionato del college...» possibile che lei non lo sappia o che non mi abbia riconosciuto? Eppure, in questi anni mi sono fatto un nome nello sport che dice tanto di amare. Questa cosa mi infastidisce.

«Scusami se non tutti sono caduti ai tuoi piedi in questi anni, re del Football! Sai ho avuto tanto altro da fare.» incrocia le braccia sotto il seno e io non riesco a non portare la mia attenzione proprio in quel punto. Dannazione, indossa pure una canotta bianca semitrasparente. In pochi minuti sta mandando i miei ormoni in cortocircuito.

Rialzo lo sguardo e la fisso dritta negli occhi, la sfido nel solito gioco che facevamo anche da ragazzi, a chi sosteneva di più lo sguardo sull'altro. «Ah, vero. Fondare la tua squadretta di femminucce.» la sfotto mentre lei digrigna i denti colpita dalla mia affermazione. Poi, sfioro con il pollice il livido viola che ha sotto il mento, «Vedo che non te la cavi poi così bene...» continuo la mia lenta tortura, anche se Ann in tutto questo tempo non abbassa mai gli occhi, le fiamme avvolgono le sue iridi chiare, potrei morire in questo incendio se solo decidesse di sprigionarlo.

«Fottiti, Jacob!» pronuncia a bassa voce, «Potrai aver abbindolato il resto del mondo che sei cambiato e maturato, ma non me. Rimani il solito rifiuto umano di sempre.» sgancia la bomba, colpendomi al cuore, dritto nel mio nervo scoperto. Ha sempre saputo in che modo farmi male con quella lingua biforcuta e riuscendoci ogni volta. Sono il primo a cedere questo scambio di fuoco, abbasso lo sguardo e mando giù un boccone amaro prima di riagganciare di nuovo gli occhi sui suoi.

Un Gioco da Ragazze - A Girl's GameWhere stories live. Discover now