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«Stasera verrai, che tu lo voglia o meno non mi interessa, è scortese non presentarsi.» dichiara tranciante mia madre, senza lasciarmi alcun diritto di replica.

«Ma-»

«Non iniziare con la solita tiritera. Jacob è un uomo adulto ora. Steve e Jackson sono stati molto carini ad invitarci.»

«Mamma, ti prego. Ho un impegno.» la inseguo in cucina mentre è indaffarata a sistemare le stoviglie pulite. «Rimandalo.» mi fulmina con lo sguardo e quando un Korrell lancia quel tipo di occhiata non c'è via di scampo.

«Verrai con noi, Ann. Non voglio sentire più altro.»

«Sei un dittatore. Lo sai, vero?» fa spallucce, neanche la mia costatazione la scalfisce.

«Vado agli allenamenti.» raccolgo il borsone da per terra e me lo carico sulla spalla destra.

«Tieni.» mi porge un panino fatto da lei. «Grazie» anche se sono ancora furiosa per prima.

«Buon allenamento.» vuole cercare di addolcirmi, anche se non riesce del tutto nel suo intento.

Le sue argomentazioni, che riguardano la mia partecipazione all'evento di questa sera a casa Reyes, sono convincenti, ma a me proprio non va giù. Non voglio stendere alcun tappeto rosso per l'arrivo in città di Jacob Annibal Reyes. Non se lo merita.

Poi come faccio a rimandare l'appuntamento con una persona con cui non mi sono neanche scambiata il numero di telefono? Come posso contattarlo?

Potrei chiamare il locale e avvisare i proprietari. Ma cosa dico: "Ehi ciao, sono una ragazza che è venuta a bere nel vostro bar l'altro giorno e ho dato appuntamento ad un ragazzo di nome Jake, del quale non ho il numero di telefono e...". Nah, risulterei solamente ridicola.

Devo inventarmi qualcosa.

La mia mente fantastica su ogni stratagemma possibile per poter evitare la cena di questa sera, ma a parte fingere un malore al quale mia madre non crederà mai, non riesco a farmi venire nessuna idea brillante. Questo pensiero mi pervade così tanto da non porre la minima attenzione all'allenamento di questa mattina. Eppure, per me ha un'importanza rilevante, visto che ho rotto tanto le scatole nel corso degli anni.

Parcheggio la bicicletta e la lego con la catena mentre si avvicinano le altre ragazze ingaggiate per formare la squadra.

«Ciao Ann. Come stai?» la prima a rivolgermi la parola è Stella, una ragazza robusta e di colore, frequenta anche lei l'ultimo anno del liceo. Pian piano il gruppo forma un semicerchio intorno a me.

«Bene. E voi? Siete pronte?»

«Certo. E poi dopo il programma di allenamento che ci hai girato tu quest'estate, non siamo mai state così cariche.» dichiara Taylor, una brunetta alta come un armadio e un anno più giovane di me.

Devo ammettere che possediamo quasi tutte fisici atletici e allenati, segno che ci crediamo fino in fondo a questo sogno. Varchiamo insieme la soglia della scuola con ancora i corridoi desolati, finché non giungiamo nello spogliatoio. Siamo un gruppetto di una quindicina di ragazze, ma per poter giocare a livelli alti avremmo bisogno di un altro paio di reclute così da poter avere dei cambi sostanziali durante le partite. Però prima di pensare a ciò devo concentrarmi sul presente e sugli allenamenti prima definire la nostra una vera e propria formazione.

Più o meno è lo stesso discorso che ci fornisce il coach una volta giunte sul campo: «Prima di poter essere davvero competitive dovrete sudare tantissimo, affrontare diverse prove e test. Sarò io a decidere chi farà parte della rosa delle titolari, potrete sostenere i provini per i ruoli che vi siete scelte, ma sarò io ad avere l'ultima parola. Vi aspettano sei settimane di allenamento intensivo, dopodiché capirò se iscrivere la squadra ai tornei per esordienti.» passa in rassegna ognuna di noi con uno sguardo severo e perforante. «Fin qui, tutto chiaro?» indugia per qualche secondo su di me e poi sbatte le mani. «Forza ora farete venti giri di campo.» Qualcuna delle ragazze si lascia scappare un commento che non riesco a percepire, ma a quanto pare al nostro astuto coach non sfugge. «Qualcosa da ridire? Altrimenti diventeranno immediatamente trenta.» Sa come farsi rispettare e nessuno osa aggiungere altro, non appena fischia iniziamo a correre.

Un Gioco da Ragazze - A Girl's GameWhere stories live. Discover now