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Il primo giorno di scuola si sta avvicinando, gli allenamenti nelle ultime settimane si sono fatti sempre più intensi. Il coach Kelley ancora non sembra soddisfatto delle mie prestazioni sportive, spesso e volentieri mi mette sotto torchio di fronte al resto della squadra. Sembra quasi provare piacere nel non farmi sentire all'altezza della situazione. Eppure, l'impressione che mi ero fatta su di lui era di tutt'altra natura, pensavo di aver fatti colpo, pensavo fossimo sulla stessa lunghezza d'onda. Niente di più falso e lontano dalla realtà.

Sono esausta, dopo l'ennesimo tentativo di placcaggio nei confronti del manichino a metà campo, cerco di riprendere fiato appoggiando le mani sulle ginocchia e provando a distendere così i polmoni. Un rantolo esce dalla gola, a causa della fatica appena provata sento salire su qualche conato di vomito.

«Bene, ragazze. Ci siamo quasi. Pian piano state raggiungendo la forma fisica che necessita questo sport», poi aggiunge «Andrea e Ann, dovete continuare con il vostro allenamento aggiuntivo in palestra. Voglio più massa muscolare su spalle e gambe, non ci siamo ancora.» ci redarguisce con il suo solito tono pacato e deciso allo stesso tempo.

Dei passi vengono nella nostra direzione mentre siamo ancora in attesa che il coach ci congedi e ci mandi negli spogliatoi. «Coach, ben arrivato», lo accoglie Kelley. Alzo la testa per provare a scorgere il volto di questa persona, ma il sole è proprio all'altezza dei miei occhi. Porto un braccio per farmi ombra sul viso e mettere a fuoco la figura vicina al mio allenatore.

«Ragazze, vi presento il coach Reyes. Quest'anno sarà lui ad allenare la squadra maschile». Non posso credere alle mie orecchie e ai miei occhi. La sua minaccia allora era reale... davvero, lo avrò tra i piedi ancora a lungo. Quando mi sono accorta che da casa Reyes non voleva schiodarsi così velocemente, avevo intuito ci fosse qualcosa sotto, che stesse tramando un piano. Ma ho fatto finta di niente, non mi sono neanche posta il problema di chiedere alla mia migliore amica, nonché sua sorella, per accertarmene. Illusa che non sono altro.

Ora si trova di fronte a me con un sorriso sprezzante e una faccia da schiaffi. Oh, quanto vorrei schiaffeggiare quel suo viso da arrogante piccolo uomo.

Anche se si tratta di un bel faccino.

Le mie compagne salutano il nuovo acquisto della scuola e il coach ci liquida, non prima di indicarmi come una delle persone che dovrà occuparsi di sistemare gli attrezzi usati quest'oggi.

Nonostante il mio tentativo di voler migliore a tutti i costi e farmi vedere dal coach, nulla è cambiato, continuo a sgobbare senza un apparente motivo. Forse non gli vado a genio, e io che avevo credevo di aver trovato un alleato. Sbuffo rumorosamente. «Pensavo fossi un asso nel Football...» lascia cadere nel vuoto la sua frase sprezzante e meschina. «Che succede?» non appena osserva il mio sguardo avvilito, con probabilità si accerta di aver fatto breccia.

«Che ci fai qui?» ribatto sempre più sconsolata, ci mancava solo la sua fastidiosa presenza intorno per mettere il dito nella piega.

«Non hai sentito? Allenerò la squadra maschile». "Perché scegli sempre di torturarmi?", avrei tanto voluto chiedere.

«Non sei contenta di avermi intorno e potermi infastidire ogni volta che ti va?» mi provoca, so che gioco vuole intavolare, ma io sono più brava. «Non è abbastanza che tu sia già il fratello della mia migliore amica?»

«A proposito, non dovresti essere già adulto per andare a vivere fuori di casa dei tuoi genitori?» sostiene lo sguardo lapidario che gli rivolgo.

«Voglio passare del tempo con la mia famiglia. Cosa c'è di male?» incrocia le braccia al petto, mettendo ancora più in evidenza i suoi pettorali scolpiti nel marmo. Non sarà più un giocatore, ma il fisico statuario gli è rimasto, segno che si tiene ancora molto in forma. «Come vuoi», faccio spallucce e mi volto a raccogliere da per terra un pallone. «Vuoi che ti aiuti?» indica il campo disseminato di palloni, manichini, borracce, imbottiture e tutto l'occorrente per un allenamento.

Un Gioco da Ragazze - A Girl's GameWhere stories live. Discover now