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Crystal si era ammalata.
Quando Lilith lo aveva saputo si era  immediatamente sentita come una bambina capricciosa.
Come osava uno stupido virus impedire alla sua preda di vederla? Come osavano le sue difese immunitarie cedere, chi aveva dato loro il permesso? Come poteva Crystal ammalarsi e stare a casa quando lei la voleva lì a lezione con lei?
Lo sapeva, erano pensieri narcisisti dettati dalle sue manie di onnipotenza, ma non cambiavano le sue sensazioni.

Si sentiva estremamente irritata a non avere ciò che voleva, e si sentiva ancora più irritata a dover vivere ora per ora, giorno per giorno, la scoperta del suo desiderio per quella ragazzina deboluccia e nana. Più non vedeva Crystal più la desiderava, sperava che senza vederla, facendo altro, facendosi altri, le sarebbe passata. Era certa che dopo qualche giorno se la sarebbe tolta dalla testa sostituendola con qualche altra ossessione, ma non passava! Anzi; peggio! La sua mancanza si amplificava nel suo costato lacerandole pezzi di organi in uno squarcio sempre più ampio e profondo. Si sentiva impazzire, non poteva accettarlo. Si era presa delle cotte in passato, ma non duravano mai troppo. Non aveva senso. Non era possibile.
Non avrebbe mai accettato quella possibilità.

Così per sentirsi meglio, aveva iniziato a fumare il doppio arrivando a due pacchetti al giorno e ad andare a letto fumandosi una bella canna che la faceva svegliare già rincoglionita al mattino; il che era un ottimo metodo per non affrontare se stessa onde evitare di accettare l'evidenza più ovvia, ma anche in generale per non pensare troppo.
Aveva anche chiamato tutte le sue amanti; sentirsi ossessionata per Cry riguardava anche il suo corpo, aveva costantemente voglia, le bastava pensarla un po' troppo per sentire il bisogno di mettersi una mano nelle mutande.

Stava un po' meglio così , funzionava, se faceva qualche attività riusciva a dimenticarsi della mancanza che provava. Ci riusciva specialmente quando si faceva scopare dalle sue partner più dominanti, allora nel giocare un ruolo sottomesso il pensiero di Crystal svaniva perché non avrebbe mai potuto darle quel tipo di sessualità che bramava e di cui aveva bisogno, ma la sua libido era impegnativa e quindi le sue attive e mistress finivano per chiederle tregua e tornare a farsi la loro vita.
Era un miracolo che comunque riuscisse ad andare a lezione, ma lo faceva solo perché Crystal glielo aveva chiesto. Perché dipendeva da lei per gli appunti e le registrazioni, perché altrimenti a chi li avrebbe chiesti? Allora almeno quello la spronava e di tanto in tanto durante le registrazioni le lasciava dei commentini e battute per farla sentire partecipe.

Anche se non si vedevano da una settimana il loro rapporto si era consolidato, forse perché si erano scritte ogni giorno, forse perché lo stavano vivendo senza forzature, anzi entrambe convinte di non dover manifestare troppo e dare spazio all'altra. Non si stavano scrivendo quanto avrebbe voluto Lilith, non passavano le serate a scriversi i segreti più intimi fino alle quattro di notte, né passavano le ore a chattare, no Crystal era tanto volubile quanto sfuggente. Un secondo prima c'era e rispondeva il secondo dopo no, spariva nel nulla ricomparendo il giorno dopo. Era il suo modo di stare online, lo aveva capito e non lo prendeva sul personale, ma non sopportava il modo in cui quella ragazzina sembrava sfuggirle in ogni maniera, era come se non potesse davvero afferrarla in nessun modo, come se comunque le separasse una voragine, come se fossero lontane un universo di distanza e in quello si toccassero a malapena.

Andando a lezione quel giorno Lilith non riusciva a frenare il suo entusiasmo. Finalmente Crystal sarebbe tornata e lei ne avrebbe approfittato per tormentarla il più possibile trattandola come un peluche. Entrando in classe la vide ed un enorme sorriso passò sul volto di entrambe. Sfoggiando il proprio stile gotico da milf vittoriata Lilith andò a sedersi al proprio posto, fasciata nel proprio corpetto nero che lasciava un poco in vista la scollatura. Sì, voleva che Crystal la trovasse attraente e che la desiderasse almeno un quarto di quanto lo aveva fatto lei quei giorni di astinenza.
«Ciao tesoro, mado' quanto tempo. Assurdo che sei ancora viva» la prese in giro alzandole il mento e lasciandole un bacio sulla guancia.

She Tastes So GoodWhere stories live. Discover now