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Dopo quel gesto affettuoso, un'aria più leggera sembrò avvolgere il tavolo. Crystal si sentì improvvisamente meno nervosa, come se quel piccolo gesto di gentilezza avesse creato un ponte tra loro. Lilith, dall'altro canto, osservò con piacere il sorriso sincero di Crystal, e un briciolo di orgoglio la attraversò. Una strana affinità le legava. Il silenzio non pesava, era come se si conoscessero già, come se il destino le avesse fatte incontrare proprio in quel momento.

Lilith era abituata a sentire di avere il controllo delle situazioni, ma c'era qualcosa nel modo in cui Crystal la lasciava condurre che la affascinava, che non era tipico di un'amicizia appena sbocciata, che forse non era tipico di un'amicizia. Come se nel danzare sulle parole Crystal fosse capace e entusiasta di ballare quel valzer con lei, con una certa grazia e delicatezza, mai volgare o esplicita e quel suo modo di essere la intrigava, forse avrebbe addirittura potuto darle dipendenza. Di certo volendo sarebbe stata un'ottimo animaletto domestico.

"Allora tesoro, parliamo del lavoro di gruppo? Così ce lo togliamo subito"
Le ragazze si concentrarono sul lavoro. Lilith rimase colpita dal modo in cui la sua timidissima e introversa compagna si trasformasse in una persona più ferma e sicura nel parlare della materia.
"Ah ma quindi sei in prima fila proprio perché sei una secchiona" le sorrise scherzando toccandole la punta del naso e lasciandola confusa per un attimo sfuggente. Crystal sentiva il cuore agitarsi ad ogni contatto fisico e piccola attenzione che le veniva donata, ma il suo volto piatto e apatico aveva imparato a rimanere impassibile e distaccato anche quando le peggiori tempeste emotive la squotevano. Annuì seria.

"Allora... posso chiederti gli appunti?" chiese forse fin troppo presto apparendo un poco approfittatrice, ma non se ne curò e si vendette con un sorriso sfacciato e meraviglioso a cui Crystal non poté dire di no.
"Piccola e indifesa" bisbigliò con un pizzico di malizia dandole un colpetto sul braccio vogliosa di trovare costante contatto fisico.

Crystal dalla sua parte annuì soltanto; si sentiva piccola e indifesa d'altronde, di fatto la era. Sperò che Lilith fosse un porto sicuro, rassicurante e si sentì stupida a sperarlo. Per un momento si chiese se non stesse rischiando troppo, provò ad autoconvincersi del fatto che fosse stata una sua scelta quella di dare a Lilith una possibilità, ma in cuor suo sapeva di sentirsi bisognosa e affamata delle attenzioni di qualcuno e non riusciva a non desiderare le sue.

Crystal ignorando qualsiasi tensione implicita riportò la conversazione sul lavoro di gruppo. Dopo mezz'ora l'organizzazione meticolosa di Crystal diede i suoi frutti, a Lilith affascinava la sua intelligenza, ancora di più forse la affascinava l'inconsapevolezza della sua intelligenza.
"Quella testina ha sotto un gran cervello" si complimentò con lei tra le righe.
Crystal la guardò facendo una smorfia, come se avesse appena detto la cosa più stupida o assurda del mondo.
"Ma va..." si sminuì.
Se fosse stata davvero intelligente allora i suoi voti sarebbero stati migliori, sarebbero stati perfetti. Per quanto cercasse di liberarsi dal suo perfezionismo, non ci riusciva.

"Quanta autostima che abbiamo qui!" la prese in giro dicendo una verità.
"Mado' bimba, devi un attimo costruirti un'autostima, eh. Non puoi essere così innocente, qualcuno potrebbe approfittarsi di te.
Ma devo insegnarti tutto io?" sbuffò giocosa alzandole il mento con fare materno.

Ceystal sentì vibrare nelle sue ventre, una sensazione tanto piacevole da farle male. Non l'aveva mai provata così, ma le parole che Lilith sceglieva di utilizzare e la libertà con cui invadeva i suoi spazi e la maneggiava, sempre con tocco gentile e delicato, non facevano altro che darle sensazioni ed emozioni intense che a tratti la confondevano.

Aiuto mi chiama "bimba" panico, la devo chiamare mammina, ora? Ahhh scherzo ma aiuto ti prego. Sì insegnami tu. Tutto quello che vuoi. Va bene.

Il rossore sulle sue guance era leggero, veniva coperto dalla sua inespressività spezzata solo dalle piccole smorfie che il suo volto faceva, smorfie che Lilith non riusciva bene a decifrare.

"Dai, non temere. La mia autostima è immensa... Come avrai notato" le sorrise divertita dal proprio egocentrismo.
"Hai un'ottima insegnante, sei fortunata" le lasciò il mento toccandole la punta del naso con un dito.

"Ora dato che abbiamo finito, vieni a farti un giro? Andiamo in centro?" le propose sistemando le proprie cose.

She Tastes So GoodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora