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Rianimata dal primo istante di freeze annuì stringendo le labbra tra loro.
Il cuore le batteva ferocemente. Sicuramente sembrava stupida. Lo sapeva. La ragazza la stava osservando con distacco. Aveva fatto una figura di merda. Sembrava stupida. Perché stava già sembrando stupida? Perché doveva essere tutto così complicato?

«Ottimo. Comunque sono Lilith...» spostò una ciocca di capelli dietro all' orecchio. Appoggiò il mento alla mano aperta e continuò ad osservare la ragazza di fronte a sé, non capiva bene perché ci mettesse tanto a rispondere. Forse era timida. O se la stava tirando. Forse era una secchiona, una di quelle che si credono meglio di tutti e odiano lavorare in gruppo. Sperò non fosse così perché odiava quel genere di persona e aveva bisogno di un partner collaborativo per quel lavoro, non di uno che facesse tutto da solo. Le sarebbe spiaciuto odiarla poi, era davvero carina; gli occhi grandi scuri, il nasino piccolo, i lineamenti fini, avrebbe potuto fare la modella, sicuramente sarebbe stata abbastanza magra, visto il suo corpo minuto e ossuto. Con quelle occhiaie poi, sembrava uscita da qualche film di Tim Burton! Ecco perché tutto sommato aveva un'aria che la intrigava... amava i film di Tim Burton, come tutto ciò che fosse anche solo lievemente tenebroso quanto lei.

«Crystal...» le rispose guardandola seria.
Lilith si sforzò di sorriderle, e Crystal di ricambiarla ma la situazione sembrò innaturale e strana ad entrambe.

Oh no! Le sto passando il mio disagio, oh no. Ora sarà a disagio anche lei. No, no, no. Scusa. Ahh è che sei ANCHE così bella e poi sei una persona che mi sta parlando. Non sono brava con ste cose aiuto

Crystal si disperò nei propri pensieri, poi presa da un brivido di coraggio, agí.
«Be-bello il tuo nome. Lilith come la prima moglie di Adamo... cioè, penso... che io ricordi... » si pentì di ciò che aveva detto l'istante dopo.
Cosa significava? Perché aveva dovuto specificarlo? Chi sapeva quelle cose poi? Solo una fissata con la bibbia? Con la teologia? Con la wicca? Che impressione stava dando? Perché? Perché doveva dire cose strane?
«Già. La prima donna a mandare a fanculo gli uomini. Non mi dispiace. Penso sia l'unica scelta intelligente fatta dai miei», si permise una risatina.
Cry si sentì un poco meglio e abbozzò un sorriso insieme a lei. Si sistemo la frangetta nera sulla fronte.

«Quindi mi dai il tuo numero?» chiese Lilith senza mezzi termini.
Crystal arrossì presa alla sprovvista. La ragazza bella e misteriosa le stava davvero chiedendo il numero? Nessuno le aveva mai chiesto il numero. Come era possibile? Cosa stava succedendo? Cosa aveva fatto? Non era possibile. Perché?
«Ah, sc-scusa cosa?» balbettò incredula.
«Il numero. Per il lavoro di gruppo»

Improvvisamente Cry ricordò del lavoro di gruppo e di essere a lezione, e della presenza del professore come quella degli alunni intorno a lei, e del ruotare della terra intorno al sole. Per un attimo tutto era sparito. Come aveva potuto dimenticarsi del lavoro di gruppo? Come aveva potuto credere che una ragazza così bella ci stesse provando con lei? Era ovvio glielo avesse chiesto per il compito.
La realtà era ancora come la conosceva. Un po' quel pensiero la rassicurò.

«Ah sì, sì!» arrossì ancora di più annuendo.
Lilith trattenne un sorriso divertito, Forse si sbagliava, ma aveva l'impressione che quella ragazza fosse in imbarazzo per colpa sua e la cosa la rallegrò, perché adorava mettere in soggezione le persone, e perché significava che non era una pomposa prima della classe, ma semplicemente timida, estremamente timida. Pensò notando come non la guardasse mai direttamente in faccia o negli occhi. Quella consapevolezza la rilassò, poteva permettersi di "capeggiare" allora. D'altronde stava proprio cercando qualche vittima, qualcuno da rendere il proprio cagnolino, con cui passare le lezioni e con cui essere capricciosa e sfamare le proprie voglie. Insomma qualcuno che subisse la sua personalità, per quanto fosse intollerabile e fastidiosa. O in parole che non voleva ammettere a se stessa; un'amica.

Col telefono in mano glielo porse, perché si era già dimenticata il suo nome, e la guardò digitarlo sul suo display. Sorrise spudoratamente nel notare le dita tremanti della ragazzina. Era adorabile. Avrebbe voluto commentare, ma si morse la lingua: doveva farci un lavoro insieme, non le conveniva farsi odiare da subito. Avrebbe aspettato un po'... due giorni.
«Grazie mille. Crystal», scandì bene il suo nome, come a cercare di scuoterla attraverso quello. La ragazzina trasalì e puntò lo sguardo davanti verso il professore balbettando un "prego" flebile. Ebbe l'impressione di vedere Lilith ridere, ma non si girò per approfondire.

She Tastes So GoodWhere stories live. Discover now