5. Non si toccano gli appunti di Hermione Granger

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Nell'arco di quella mattina era stata tentata di schiantarlo. Due volte.

La prima, Malfoy l'aveva ignorata mentre lo richiamava alla fine della lezione di Aritmanzia quando gli voleva mostrare le pergamene fitte di appunti del sesto anno, la seconda volta, invece, era riuscita a sbarrargli la via d'uscita dell'aula d'Incantesimi e lui, pur di levarsela di mezzo le aveva strappato di mano le pergamene, se l'era infilate nella sacca e l'aveva scansata con una tale agilità da non sfiorarla nemmeno con i vestiti e perciò si era ritrovata a osservarlo percorrere il lungo corridoio del terzo piano.

Stava per sfilarsi la bacchetta dalla tasca nascosta del mantello e lo stava per schiantare alle spalle, ma alla fine strinse i pugni e sibilò tra i denti per la frustrazione.

Hermione lo sapeva che non sarebbe stato collaborativo, anche Narcissa Malfoy l'aveva previsto, ma per quell'animo che la portava anche a credere che le persone avrebbero potuto sorprenderla – checché ne dicesse la matrona di casa Malfoy – suo malgrado si era illusa.

A quel punto, c'era da chiedersi come sarebbe riuscita a persuadere il figlio; lei non aveva intenzione di rincorrerlo per tutto il castello.

Almeno aveva gli appunti, sempre che non avesse deciso di gettarli via alla prima occasione. C'è chi avrebbe pagato sacchi di galeoni d'oro per averli. Quello sì, che sarebbe stato un buon motivo per schiantarlo.

Con sospetto e un'indignazione crescente, raggiunse il corridoio dove era sparito scansando gruppi di studenti e appena svoltò l'angolo, fu investita da un'esplosione di coriandoli bruciacchiati che generò gridolini spaventati. Si sorresse al muro per contrastare l'onda d'urto, la bacchetta era già sfoderata in risposta a un riflesso involontario, figlio della guerra, e si guardò intorno per individuare quell'infida serpe.

«Hermione, stai bene?» riconobbe la voce di Ginny in mezzo a quel trambusto mentre correva verso di lei seguita da Luna. «Stavamo andando alla lezione di Incantesimi e abbiamo visto l'esplosione.»

«Dove si è cacciato?» chiese guardando alle loro spalle, ma non individuò nessuna testa bionda.

«Chi è stato?»

«Malfoy» sputò tra i denti mentre si raddrizzava e ripuliva il mantello dalla cenere. Quando scostò un pezzetto bruciacchiato di pergamena dalla spalla, riconobbe la sua fitta calligrafia e soffocò il grido disumano che le stava risalendo per la gola. «I miei appunti!»

«È davvero stupido da parte sua attirare così l'attenzione. Lo sa che non la passerebbe liscia se mette a rischio gli studenti con questi scherzetti» disse Ginny guardandosi anche lei intorno con cipiglio stizzito.

Alcuni ragazzi ripresero il cammino verso le loro lezioni, altri si avvicinarono per capire cosa fosse successo. A quel punto Hermione fu travolta dalla realizzazione che se qualcun altro avesse scoperto cosa aveva combinato Malfoy, probabilmente avrebbe rischiato l'espulsione. Tuttavia si ripromise che sarebbe dovuto passare prima davanti alla sua bacchetta se quelle voci fossero arrivate alle orecchie della preside. Non poteva fallire al primo giorno.

No, non l'avrebbe passata liscia.

Perciò rimise in riga il campanello di studenti e lanciò un Gratta e Netta per ripulire quel macello prima che potesse sopraggiungere anche Gazza.

«Non preoccuparti, Ginny. Andate anche voi in classe» disse recuperando in parte un atteggiamento meno battagliero, sebbene dalla punta della bacchetta scintillassero piccoli bagliori di magia soffocata.

«Se ti dà ancora problemi, digli che un esercito di Gorgosprizzi non vede l'ora di invadergli le mutande» Luna le sorrise da sopra la spalla, prima di prendere a braccetto Ginny e trascinarla verso l'aula d'Incantesimi.

Mexican StandoffWhere stories live. Discover now