Mexican Standoff

1. Un incarico per Hermione Granger - Parte 1

La Tana, 31 agosto 1999

Hermione Granger sedeva su un tronco tagliato a metà nel giardino dei Weasley dove avevano allestito un barbecue in occasione della partenza dei ragazzi e osservava placida le fiamme del falò divampare verso il cielo come tentacoli che tentavano di acciuffare le stelle.

Di tanto in tanto si lasciava distrarre da qualche conversazione con il signor Weasley - al solito -su alcuni apparecchi elettronici babbani cui si era imbattuto in ufficio, oggetti che lei conosceva ma inutilizzabili nelle sue mani da strega; oppure ricambiava i sorrisini della figlia di Bill e Fleur, Victoire, nata quel maggio, viziata da una raggiante nonna Weasley mentre saltellava sulle cosce della madre. Ron ed Harry, insieme a Ginny e George, giocavano a quidditch poco più in là, oltre il laghetto delle anatre, sotto le luci fatate. Bill e Percy, invece, parlavano tra di loro della campagna politica che avrebbe intrapreso quest'ultimo nel prossimo futuro. Solo Charlie mancava all'appello, immerso in chissà quale grotta nell'Europa dell'est a cercare nuove specie di drago, e, ovviamente, Fred.

C'erano momenti in cui sembrava quasi che fossero tornati alla serenità di un tempo, a una parvenza di normalità. Si radunavano tutti una volta a settimana, per cena – Harry qualche volta in più per Ginny – e per celebrare quella famiglia e la vita. Talvolta anche Andromeda e il piccolo Teddy partecipavano a quelle cene.

Era spiazzante quando si accorgeva del tempo trascorso dalla guerra, appena un anno, certo, un anno molto difficile.

Le perdite e il dolore erano stati troppi, ma ciò che aveva devastato ancora di più quella comunità già così frammentata, era stata la rabbia, insana e incontrollata, da parte di familiari e amici che chiedevano giustizia per le persone che avevano perso in quella folle guerra, ma a modo loro, aizzati principalmente da quella stampa spiccia che non faceva altro che fomentare odio.

Dopo solo una settimana di processi in cui erano volati per ogni aula e corridoio del tribunale insulti, accuse e fatture di ogni tipo e nelle quali erano dovute intervenire addirittura tre squadre Auror, il Wizengamot era stato sigillato e solo la corte, gli imputati e pochi testimoni chiave avevano poi preso parte agli otto mesi di lunghi processi.

Si era deciso che gli errori commessi in passato, dopo la prima guerra magica, non dovevano assolutamente essere ripetuti e così ci furono dei drastici cambiamenti amministrativi, primo tra tutti, il modus operandi dei processi: i Mangiamorte che erano stati catturati, furono interrogati tutti sotto Veritaserum, chi non acconsentiva alla procedura veniva condannato ad Azkaban a vita senza giusto processo, a prescindere dalla gravità delle colpe, e inducendoli perciò a collaborare col Ministero; mentre quelli che erano riusciti a fuggire dopo la sconfitta di Voldemort, si nascondevano e bene, ma a distanza di un anno dalla fine della guerra, gli Auror non si erano arresi e in più le comunità magiche nel mondo si erano unite nella ricerca dei latitanti.

Un'altra decisione importante fu l'esilio di tutti i Dissennatori dalla Gran Bretagna e dall'Irlanda. Ora, Azkaban era sorvegliata da un corpo speciale di Auror addestrati.

Ma i processi a cui Hermione aveva preso parte, troppi a suo dire, l'avevano segnata più della guerra stessa; con l'orrore a bloccarle il respiro e le lacrime che non voleva versare ad annebbiarle la vista, aveva ascoltato centinaia di confessioni su atroci azioni perpetrate ai danni di famiglie babbane e miste, o maghi che semplicemente avevano aiutato gli alleati. Omicidi, mutilazioni, torture.

Dopo la guerra cercò i suoi genitori, scoprì che si erano stabiliti in un piccolo paese vicino Perth, in Australia, totalmente ignari della sua esistenza. Si domandava come vivessero senza la perenne preoccupazione per una figlia che non erano in grado di proteggere da un mondo che avrebbe ucciso loro per primi.