𝑥𝑥𝑖.non sei lui...

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CHAPTER TWENTY ONE !
— non sei lui...
(raving,,,  st2 ep8)

(raving,,,  st2 ep8)

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LA JEEP DI STILES SI FERMÒ BRUSCAMENTE tra due strisce bianche, davanti ad un edificio decadente che dava la sensazione di essere abbandonato, se non fosse stato per i gruppi di persone sparse lungo il parcheggio che vi entravano come stormi di uccelli. Parevano granelli di sabbia su una spiaggia, così tanti da perdersi tra di essi.

Stiles sospirò pesantemente, reggendo ancora il volante tra le mani: era da quella stessa mattina che si sentiva un nodo lungo lo stomaco, attorcigliato e stretto; era come se gli mancasse l'aria, aveva la sensazione di aver perso la sua scogliera, di essere un pesce ferito in mezzo ad un mare di squali. Per aggiunta, la notizia che suo padre aveva perso il lavoro a causa della sua ultima bravata, aggravava quello stato d'angoscia ancor di più.

Immerso nei meandri più ignoti della sua mente, quest'ultimo non si accorse che l'amico e compagno d'avventura, Scott McCall, era già sceso dalla vettura, pronto a sbattere lo sportello con un tonfo sordo. E fu propio quel rumore a risvegliarlo, come un tuono a ciel sereno che rianima i cuori immobili.
«Stai bene?» chiese Scott, appoggiando le braccia sul finestrino leggermente abbassato.

Stiles scosse la testa.
«Sì, perché?» rispose con un'altra domanda.
Sfilò le chiavi dall'accensione e scese dalla vettura con grandi falcate. L'aria fresca della notte si scontrò con il suo viso ovale, regalandogli una dolce sensazione di libertà. Aprì il bagagliaio con una sola mano, rivelando una catasta di cianfrusaglie ed un sacco nero che spiccava subito all'occhio. Se non fosse stato per il fatto che erano da soli e che quelle cose, tra l'altro, erano state consegnate loro da Deaton, sembrava che stessero per disfarsi di un cadavere. In realtà, dovevano solo catturare un kanima che, assumendo l'aspetto di un adolescente, si aggirava in quella zona con l'intento di uccidere per conto di un individuo che era rimasto nell'ombra per tutto il tempo. Facile, no?

«Perché non hai detto una parola» osservò il moro, affiancando l'amico dai capelli rasi.

«No, sto bene» affermò, schietto, grattandosi la nuca.

«È per via di Margot? So che non vi parlate molto—»

     «Ti ha detto qualcosa?» lo interruppe Stiles, irrigidendo la schiena e mettendosi sull'attenti. Era come se il nodo che tanto lo tormentava quella mattina, si fosse sciolto d'improvviso. Era davvero lei il problema? Quello che non lo faceva dormire la notte?

     «Beh... Mi ha solo detto che avete discusso» rispose Scott, alzando leggermente un sopracciglio. Dall'espressione di Stiles, aveva compreso che la sua confusione non prometteva nulla di positivo.

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