47. 𝑚𝑖𝑐𝑜𝑙

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stava camminando il più velocemente possibile per allontanarsi dalla sua casa.
aveva l'impressione che la testa le stesse per esplodere da un momento all'altro e non sapeva come si sarebbe presentata a casa del rosso in quello stato.
non era in grado di parlare, figuriamoci di affrontare una cena con la famiglia di lui. sospirò andandosi a sedere su una panchina ed iniziò a muovere velocemente la gambe, cercando di allentare la tensione. ad un certo punto poi prese il telefono e decidere di scrivere a matteo.

micol: non penso di potercela fare a venire, scusami tanto

purosangue🖤: guarda che ti porto in braccio fino a casa se non vieni

micol: non sono dell'umore, scusami

purosangue🖤: cosa è successo? dove sei?

micol: sono fuori, spero che i tuoi capiranno

visualizzato.

così bloccò il telefono sentendosi subito in colpa per non riuscire ad affrontare quella cena tanto importante per lui. si sentiva una stupida e sopratutto debole, dato che ogni volta che sua madre diceva qualcosa le rovinava sempre l'umore, facendola sentire la persona più sbagliata del mondo. l'unica cosa che avrebbe tanto voluto, era che i suoi fossero soddisfatti e felici di lei, invece era destinata a non essere mai apprezzata. sapeva già che sua sorella sarebbe stata inondata di domande da parte di sua madre, una volta che sarebbe rientrata in casa e questo avrebbe causato problemi aggiuntivi.

probabilmente se lei e wax non si sarebbero mai conosciuti, la vita del rosso sarebbe stata un po' meno complicata. così lui doveva sopportare i problemi di lei e in più i propri problemi. e micol detestava questa cosa.

«micol, cosa è successo?»
alzò lo sguardo ritrovandosi wax lì e si stupì dato che non se lo aspettava, sopratutto perché non avesse precisato dove si trovava.

quando due persone sono collegate però, si troverebbero anche se uno dei due fosse dall'altra parte del mondo.

lui subito si andò a sedere vicino alla ragazza e la guardò, attendendo una risposta da parte sua. era titubante nel parlare, non parlava mai dei problemi con i suoi eppure prima o poi avrebbe dovuto parlare con lui.

«è tornata mia madre»
disse solamente non riuscendo ad andare avanti. si sentiva bloccata, come quando qualcuno gioca a qualche videogame e rimane bloccato ad un livello.

«dalla conversazione che avete avuto con me presente, mi pare di capire che non andiate d'accordo. se vuoi parlare sono qui, se non ne hai voglia rimango qui lo stesso»
lei finalmente lo sguardò, ringraziandolo mentalmente per far si che non fosse troppo invadente.

era proprio quello che le serviva ora come ora.
micol si avvicinò di più e poi posò la testa sulla spalla di lui, chiuse gli occhi e lasciò che quel poco di vento estivo le sbatteva in faccia, rendendo l'atmosfera un po' piacevole. rimase così per qualche minuti, matteo in silenzio come lei, poi finalmente prese il coraggio di parlare.

«hai presente quando ti senti sbagliato in ogni cosa? ecco io mi sento sbagliata non per causa mia ma per causa loro»
non tolse la testa dalla sua spalla, il rosso le afferrò la mano e fece intrecciare le loro dita.

«ma non lo sei»

«fidati wax, lo sono e pure tanto»
sospirò e poi lui si spostò per fare in modo che lei potesse alzare il viso dalla sua spalla, così da potersi guardare e parlare più seriamente.

uragano || waxDove le storie prendono vita. Scoprilo ora