46. 𝑎 𝑐𝑎𝑠𝑎 𝑡𝑢𝑎?

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micol's pov

da quando era tornata a Milano il suo unico pensiero fisso era stato wax che le aveva praticamente detto che non voleva vederla.
non sapeva per bene il motivo, però si sentiva di aver rovinato tutto con quella frase. aveva paura adesso di averlo perso per sempre.

«micol, noi usciamo hai bisogno di qualcosa?»
disse sua sorella mentre entrava nella sua stanza seguita da nicolò.

il moro era rimasto per qualche giorno a casa loro, così sua sorella e lui avrebbero passato del tempo insieme. uno degli aspetti positivi di avere i genitori sempre fuori casa, era proprio il fatto che potevano fare come volevano. era felice per sua sorella in una maniera assurda, anche perché vedeva lei sempre felice. una parte di micol voleva sentirsi felice proprio come lei, una piccola parte voleva essere serena, per quanto fosse assurda l'esistenza di questa parola nella sua vita.

«nono tranquilli, andate pure e divertitevi»
sforzò un sorriso ma poi enne iniziò a parlare, capendo forse la situazione.

«l'hai più sentito?»
la bionda scosse il capo e sospirò guardando lo schermo del telefono spento e nessuna notifica arrivata.
«poi gli scrivo, per capire cosa è successo, vedrai che non sarà niente»

detto ciò i due uscirono lasciandola da sola in casa e così i suoi pensieri si fecero largo.
per prima cosa prese le cuffiette e poi un foglio da disegno per poter liberare tutte le proprie paranoie che aveva per la testa.

oramai, oramai tutti hanno paura sai
di quello che sarà
certezze io non ho
non so più difendermi
troverò una via per uscire da me
senza più difendermi

nelle sue orecchie suonava tutti hanno paura, di Ernia. ogni tanto sentirlo la faceva stare bene ma mai come il suo tanto amato Tedua. quando pensava a quest'ultimo ormai le veniva in mente wax e il fatto che aveva notato il suo tatuaggio a quell'instore. non tutti capivano che fosse riferito alla canzone e a tutto il suo significato dietro. pensavano a vertigini come paura e non come metafora. wax lo aveva capito, fin da subito. era sempre stato in grado di capirla, fin dal primo momento ma nessuno dei due lo sapeva di quanto fossero legati di già.
mentre passava una pennellata nera sulla tela bianca, vide il telefono accendersi e un messaggio proprio dal diretto interessato.

purosangue🖤: ehi, sarò a Milano domani, hai da fare?

micol: non avevi cose da fare?

purosangue🖤: lo so, sono stato uno stronzo ma non è una novità

purosangue🖤: volevo farmi perdonare facendoti vedere la parte importante della mia vita

micol: ah quindi non è pietro

purosangue🖤: lui e i miei

micol: cosa vuol dire?

purosangue🖤: ti va di venire a cena da me?

rilesse quel messaggio più volte perché non credeva realmente al fatto che lui l'avesse invitata a casa. ci era andata già due volte ma essere invitati per cena, con i genitori presenti era veramente una cosa troppo importante. tant'è che iniziò a pensare che forse era troppo, calcolando il fatto che non erano nemmeno fidanzati e quindi si sentì di declinare quell'offerta.

micol: a casa tua? non mi sembra il caso wax

sospirò pensando al fatto che il rosso ci sarebbe potuto rimanere male ma doveva capire che non era il momento.

uragano || waxDonde viven las historias. Descúbrelo ahora