14. 𝑤𝑎𝑥

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wax's pov

«io te lo avevo detto bro, che era una pessima idea ma tu no dicevi ti prego vieniii, fammi questo favore pit»
alzò gli occhi al cielo mentre ascoltava quella predica interminabile.

«hai rotto le palle»
rispose ad una certa mentre non smetteva ancora di parlare.

quando faceva così non lo sopportava, perché lui di cazzate ne faceva eppure wax non continuava all'infinito la predica, la diceva e la lasciava lì poi.

«tu hai rotto le palle, ma cosa ci vuole a baciarla? non mi sembra mica un impresa impossibile»
ecco ci risiamo, di nuovo la stessa cosa che gli ripeteva da settimane, prima o poi gli avrebbe tirato un pugno.

«ma ti fai i cazzi tuoi pit? non ti voglio più star a sentire»
disse accellerando il passo, così da star da solo.

non sapeva neanche lui perché baciarla sembrava un impresa tipo scalare l'everest ma da quando conosceva Micol, aveva sentito subito qualcosa di diverso. lo aveva sentito quel qualcosa in più mai provato prima ed a wax le novità spaventavano sempre. non sapeva neanche cosa voleva dire quella sensazione nuova, non sapeva se fosse negativa o positiva. fatto sta che suo fratello non aiutava per niente, perché stava prendendo la cosa sottogamba, pensando che fosse una cosa da niente, come sempre e invece non lo era.

«ehi bro, ti va di parlare?»
per un momento si era dimenticato che ndg era lì insieme a loro, sapeva che con lui poteva parlare senza finire a litigare.

«non lo so bro, è tutto strano. non riesco a capire perché trovo difficoltà in tutto con lei. ieri la stavo per baciare ma poi ho sentito una strana cosa allo stomaco e mi sono fermato. che cazzo vuol dire che sto per morire? non ho mai sentito nulla del genere»
nicolò scoppiò a ridere alle sue parole, wax lo guardò confuso non capendo cosa ci stesse da ridere, dato che forse poteva essere qualcosa di serio.

«fratello, si chiamano farfalle nello stomaco, vengono ogni volta che c'è qualcuno che ti piace»
degluì a all'ultima parola.
quindi micol le piaceva? ma no, non era possibile.

l'aveva sempre trovata molto bella, ma trovava molto belle tantissime altre ragazze. cosa aveva micol diverso dalle altre?

«è una cosa di cui mi devo preoccupare? no perché non sono stupido, le conosco però non ho mai capito che sensazioni avessero»

«no, non ti devi preoccupare. anzi è una cosa bellissima bro, vuol dire che ti piace micol»
lo rassicurò enne, ma il rosso fu tutt'altro che rassicurato.

«no, non è possibile. cioè la trovo bella, però dai non può piacermi... che faccio?»

«dovresti baciarla, solo così capirai se effettivamente ti piace in quel senso»

«ma io già so che mi piace in quel senso»
rispose svelto lui.

«non quel senso, l'altro senso»

e così con quella conversazione, wax scoprì che esistevano altri modi a cui può piacerti una persona. fino a quel momento aveva sempre provato il lato fisico, una persona sapeva che gli piaceva se le piaceva fisicamente. certo, ad amici aveva un po' imparato qualcosa ma fuori era come se le cose imparate fossero ai primi step e solo adesso scoprì che ne esistevano degli altri.

quindi era possibile che micol a lui piacesse in altri sensi che fino ad allora non sapeva neanche l'esistenza. era tutto così nuovo per lui che lo spaventava a morte ma era certo che quelle sensazioni non voleva smetterle di provarle. wax doveva cercare di impegnarsi, per la prima volta doveva smettila di prendere tutto sottogamba.
non aveva mai avuto una relazione vera e propria e non aveva mai amata qualcuno, a parte la propria famiglia. tutto quello gli risultava difficile ma forse enne aveva ragione, forse si sentiva così perché a lui micol piaceva, forse si sentiva così perché in fondo qualcosa sotto c'era.

alla fine li aveva raggiunti solo eleonora, micol era rimasta in camera questo un po' a lui dispiaceva. matteo era più che consapevole del fatto che aveva sbagliato a presentarsi con pietro e nicolò ma quando aveva letto il messaggio di lei dove gli diceva di andare da solo, era andato completamente nel panico. si, perché adesso i due avevano deciso di provarci e quindi si complicava il tutto. trovava tutto molto più semplicemente quando non si erano detti quello, quando non sapeva se effettivamente ci poteva essere qualcosa.

quindi adesso si ritrovava ad un altro instore con tremila pensieri per la testa e sperava in tutti i modi che nessuno si accorgesse di ciò. nicolò prima di salutarlo gli aveva detto più volte di tranquillizzarsi e che tutto sarebbe andato per il meglio ma la verità era che per la prima volta si trovava in alto mare, perché era qualcosa che lui non conosceva e non sapeva più come comportarsi.

fece foto, abbracciò e cercò di parlare con molti fan, sperando che comunque in qualche modo quei pensieri svanissero dalla tua testa ma il pensiero fisso era rimasto e quindi ogni tanto lo si vedeva soprappensiero. alcune volte non sorrideva neanche, salutava, faceva la foto e firmava. era più che sicuro che molti se ne accorsero ma sperava che avrebbero dato la colpa alla stanchezza. perché si, in verità era anche stanco, tutti i giorni ore ed ore a fare la stessa cosa non era decisamente il massimo ma c'era quella parte di sè che era ancora entusiasta di quello e dell'affetto che le persone gli regalarono.

poi ad un certo punto fece la cazzata.
figuriamoci se non avrebbe fatto cazzate agli instore. quando arrivò una ragazza, iniziò a farle complimenti sorridendo. si, lo faceva molte volte ma quella volta andò oltre.

«ciao, come ti chiami? sei molto bella»
disse a quel punto e vide la ragazza vergognarsi un pochino.

«elisa, ti ho difeso a spada tratta dall'inizio»
diede in risposta, facendo sorridere ancora di più lui.

«facciamo la foto poi parliamo che tanto faccio come cazzo mi pare qui»
rispose il rosso e poi si misero in posa per fare la foto, lei lo abbracciò, lui fece lo stesso.

wax, non fare cazzate. wax lo sai come funziona. mattè usa la testa.

«ma posso chiederti se tuo fratello è single? perché se lo chiedono tutte sai»

«ah che fai vieni qua per chiedermi di pit? se avessi chiedo di me ti avrei dato il mio numero, peccato hai perso la tua occasione»
cazzata fatta.

la ragazza sentita quella frase spalancò gli occhi, lui rise e poi l'abbracciò, lasciandola finalmente andare.

bravo il coglione che non pensa mai con la testa. si complimenti matteo, adesso lo dirà in giro. si ma a te infondo cosa importa di quello che dicono o pensano gli altri? si, sei tu, sempre tu, a te non frega niente degli altri. fai quello che ti pare.
e micol? eh micol ti manderà a fanculo subito.

finito l'instore e tornato in stanza d'hotel, la prima cosa che voleva fare era buttarsi sul letto e ripensare alla sua situazione che ora, quello che aveva fatto, si era complicata ancora di più. ma ormai la cazzata era fatta e non poteva farci niente.
si aprì la porta della stanza rivelando la figura di pietro, appena rientrato dalla spiaggia, si perché lui era ancora lì e ne approfittava per andare a prendere il sole.

«è stato così stancante l'instore?»
chiese entrando in definitiva e chiuse la porta alle proprie spalle.

«pit, ho fatto una cazzata»

«ecco il matteo che conosco»

uragano || waxWhere stories live. Discover now