Capitolo 36

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RICCARDO

Chissà perché andavo sempre a rifinire fra le sue braccia. Era come una calamita per me quella ragazza,non riuscivo a starle lontano,cosciente o no di quello che facevo.
In quel momento ero scosso da brividi di freddo, non mi reggevo in piedi,avevo sentito le gambe deboli ed avevo avuto la necessità di buttarmi fra le braccia di Matilde.
Probabilmente era anche un po' colpa sua se mi sentivo a quel modo - i brividi e le gambe che non mi reggevano più - perché mi faceva ogni volta sentire quelle emozioni forti.
Non ero ubriaco,perché non avevo bevuto assolutamente niente,semplicemente,avevo la febbre.
Mi era entrata da un momento all'altro anche se avevo ragione quel pomeriggio,non mi sentivo affatto bene.
Ed a giudicare dalla forma che avevo in quel momento,non dovevo averla nemmeno molto bassa.

MATILDE

Nel momento stesso in cui mi si era buttato praticamente addosso avevo cercato di riprenderlo per evitare di finire entrambi sbattuti a terra - anche se non era affatto facile per me sostenere quel peso - poi mi ci erano voluti circa cinque secondi per metabolizzare la cosa e capire cosa stava realmente succedendo.
Non era ubriaco,e di questo ne ero assolutamente certa.
Gli accarezzai la guancia facendogli alzare lo sguardo verso il mio per capire cosa avesse e non appena lo toccai sentii sotto le mie dita che scottava moltissimo.
Mi persi comunque un attimo nel blu dei suoi occhi,che mi erano mancati da morire poi mi ripresi.
"Hai la febbre" gli sussurrai dolcemente
Lui annuì ma non disse niente.
Poverino,forse non ne avevo nemmeno le forze. Era già abbastanza cercare di stare in piedi.
"Devi farti accompagnare a casa Ric,la tua temperatura deve essere molto alta a giudicare da quanto bruci"
"Sto bene,non voglio andare a casa. Voglio restare qui,con te"
Lo guardai,con un espressione dolce. Notavo una certa malinconia e tristezza nei suoi occhi,oltre al fatto che fossero rossi per la febbre.
Non ci pensai nemmeno un secondo e gli dissi "verrò con te,basta che ti metti a letto"
"Ho la moto qua fuori. Andiamo?"
"Tu sei pazzo. Non puoi guidare. Aspettami qui"
E così andai da Edoardo a chiedergli se potesse velocemente accompagnarci a casa di Riccardo,dato che era praticamente l'unico sobrio in quella casa.
Lui disse che non c'erano problemi,mi aiutò ad accompagnare Ric all'auto e ci portò a casa sua.

Arrivammo davanti casa di Riccardo e prima di scendere dall'auto ringraziai e salutai Edoardo.
"Piccoletta,vuoi una mano a portare il bello addormentato in casa?" Mi chiese
Ric nel frattempo si era addormentato sulla mia spalla.
"Non preoccuparti,lo sveglio. Torna dalla tua ragazza e falla ballare"
"Okay. Chiama per qualsiasi cosa"
"Non preoccuparti"
Poi con delicatezza svegliai Riccardo e lo aiutai a camminare con dentro casa sua.

"Copriti Riccardo,devi stare al caldo"
"No. Vieni qui sotto con me"
"Dov'è il termometro?"
"Nel cassetto della scrivania" lo presi e glielo porsi. Lui lo mise sotto al braccio e guardò l'ora "ma adesso vieni qui"
"Riccardo" dissi con voce tremante
"Ti prego,adesso no. Vieni soltanto fra le mie braccia e fatto stringere finché non mi addormento"
Ma si,perché non approfittare di quel momento. Mi manca stare nel letto ed essere coccolata da lui.
Afferrai una sua maglietta e andai in bagno. Mi tolsi il vestito e lavai il viso per togliermi il trucco. Mi infilai quella maglietta che sapeva di lui e uscii dalla porta.
"Quanto sei bella. Mi ero quasi dimenticato di quanto ti stessero bene i miei vestiti addosso"
Arrossii violentemente e borbottai un timido 'grazie'.
"Prego,bambolina"
Oddio. Di nuovo quel soprannome.
Lo fulminai con lo sguardo e lui si mise a ridere.
"Invece di prendermi in giro fammi vedere a quanto è salita la febbre"
Mi porse il termometro.
Trentotto e nove. Cazzo.
"Ric,devi prendere un antipiretico"
"Un anti-che?"
"Si,scusa. Una pasticca per farti abbassare la febbre"
"Ah,ora capisco. È molto alta?"
"Trentotto e nove,anche se da come prendi in giro se non ti avessi visto prima mentre camminavi avrei pensato che lo avessi scaldato te"
Non mi rispose,aveva l'espressione stanca.
Presi le medicine che si trovavano nel cassetto insieme al termometro e gli diedi una pasticca da sciogliere sotto la lingua,poi mi infilai nel letto e coprii entrambi con la coperta.
Riccardo mi strinse fra le braccia muscolose,che nonostante la febbre alta non avevano perso la forza.
Appoggiai la testa,esattamente attaccata alla sua e gli diedi un bacio sulla tempia.
"Grazie di essere qui,piccoletta"
"Anche tu avresti fatto lo stesso e comunque ci tengo troppo a te."
"Si,avrei fatto lo stesso" e poi mi sembro di sentir sussurrare 'anche perché ti amo' ma probabilmente erano soltanto la mia immaginazione che volava troppo in grande e la stanchezza.
Gli accarezzai i capelli e il petto da sopra la maglietta del pigiama finché il suo respiro non divenne regolare e si addormentò.
Quando fui certa che dormisse provai a liberarmi dalla sua presa per scendere dal letto e tornare a casa,ma lui - seppur essendo addormentato - rafforzò la presa e non mi lasciò andare.
Mi irrigidii un pò,ma mi rilassai di nuovo un attimo dopo.
Se dovevo rimanere lì dovevo almeno avvisare mia mamma,così allungai un braccio e riuscii a prendere un po' a fatica il mio cellulare.
Feci il numero di casa mia e dopo quattro squilli rispose la voce assonnata di mia madre che probabilmente fino a un minuto prima dormiva.
"Pronto?"
"Mamma sono io. Scusa se ti ho svegliata ma volevo avvisare che stanotte e non torno a casa a dormire"
"È successo qualcosa? Non mi avvisi mai all'ultimo"
"A Riccardo è entrata la febbre e l'ho accompagnato a casa,ma non me la sento di là sciarlo solo se sta male e così rimango qua da lui"
"Okay. Solo,sta attenta"
Capii a cosa si riferisse.
Di certo non all'ubriacarsi.
Si riferiva al mio povero e fragile cuore.
"Stai tranquilla mamma. Buonanotte,ti voglio bene"
"Anche io tesoro. Buonanotte"
Riattaccai.
Poi mi concentrai solo sul battito del cuore del ragazzo che amavo e piano piano caddi nelle braccia di Morfeo.

Dimmi che vuoi stare con me. (In revisione)Where stories live. Discover now