Capitolo 15

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RICCARDO

La mattina seguente mi svegliai e notai che Matilde era nella stessa identica posizione della sera prima,quando si era infilata sotto le coperte. Poverina,durante la notte l'avevo stretta a me talmente tanto che praticamente eravamo un corpo solo e lei non aveva la possibilità di spostarsi. Le diedi un bacio sulla testa e poi cominciai a passarle le dita fra i capelli morbidi e profumati di fragola,le facevo delle piccole carezze. Era così dolce e piccola messa in confronto con me,però avrei giurato che saremmo stati una bella coppia.
L'avrei protetta da tutto,lei oramai mi era entrata dentro,sotto la pelle,era un segno permanente che non se ne andava più e avrei fatto di tutto per lei. Veniva prima di tutto,anche di me stesso.
Se ci fossimo messi insieme avrei passato tutta la vita ad amarla. Sembrava cretino ma pensavo a come sarebbe stato sposarla e avere dei bambini con lei un giorno. Eravamo molto giovani però l'amavo a tal punto da progettare ogni singolo secondo della nostra vita insieme. Dovevo solo trovare il momento e il coraggio di dirglielo,e anche di confessarle il mio segreto. La rabbia che mi portavo dentro e non riuscivo a scacciare.
Lei forse con il suo amore ce l'avrebbe fatta,l'avrebbe cacciato per sempre. Bisognava vedere se mi amava.

Era circa un'oretta che stavo fissando come un ebete Matilde,proprio non ci riuscivo a non farlo,era il mio punto debole. La mia droga,quella di cui non ne avrei fatto a meno. Quella che era tutto e allo stesso tempo pericolosa. Troppo pericolosa.
Sentii un rumore provenire dalla cucina e decisi di andare a vedere. Federico stava preparando un thè e non capii come mai,dato che lui lo odiava il thè,in particolare la mattina,poteva bere solo il caffè e così lo guardai con un'espressione confusa. Lui appena se ne accorse disse
"Sto preparando un thè a Sara perché non si sente molto bene. Ha vomitato tre volte questa notte. La prima volta ho pensato fosse colpa dell'alcol anche se aveva già vomitato al locale,ma poi ho capito che c'era qualcosa di più. Che stava male per altri motivi"
"Ah. Mi dispiace amico. Mi raccomando trattala bene eh"
"Ma certo! Ah,a proposito,Sara nei suoi momenti di lucidità mi ha detto di dirvi che voi oggi potete tranquillamente andare a fare un giro in centro e di divertirvi anche per noi"
"Bene. Lo dirò a Mati appena si sveglia"
AVREMMO PASSATO TUTTA LA GIORNATA DA SOLI,tanto lo sapevo che avrebbe accettato.
E guai a chi ci provava o la guardava troppo a lungo. Lei era mia. Era soltanto MIA!

Svegliai Matilde con tanti piccoli baci sulla guancia e le carezze su un fianco.
Lei aprì gli occhi e così fu di nuovo un miscuglio di occhi miei e occhi suoi. Mi stavo perdendo. Ultimamente succedeva spesso.
Eravamo vicinissimi,bastava una piccola mossa in avanti e le nostre labbra si sarebbero sfiorate,ma decisi di non farlo,prima le avrei dovuto confessare ciò che provavo e lei si sarebbe dovuta fidate di me.
Così le sussurrai un buongiorno,seguito da un sorriso sghembo,poi le diedi un piccolo bacio sul naso e lei fece una risatina.
Oddio quella risata,ODDIO,ODDIO,ODDIO. Non ero mai stato un ragazzo debole,ne tanto meno debole di cuore ma con lei sarei diventato molto più che debole,sarei diventato un rammollito. E avrei iniziato a soffrire di tachicardia.
In quei momento il cuore non batteva,galoppava e avevo il respiro accelerato. Speravo vivamente che lei non si fosse accorta di niente. Sul serio,altrimenti avrei fatto la figura del pappamolle,altro che bad boy.
Mi alzai di scatto e agitato dissi
"Ti ho preparato la colazione"
"Stavolta abbiamo ognuno fatto la propria parte. Nessun cambio di ruoli" disse ridendo "comunque grazie,sei un amore"
"Di niente principessa"

Mangiò con molta calma i pancakes che le avevo preparato - l'avevo fatto solo per lei,io non cucinavo mai - e poi bevve il succo all'ace.

"Andiamo a fare un giro in centro oggi?" Dissi io all'improvviso
"Certo! Diciamolo agli altri"
"Sara non sta molto bene,quindi Fede ha deciso di rimanere a casa con lei. Però hanno detto a noi di andare"
"Ah,va bene. Allora mi cambio e poi andiamo"
"Ti aspetto di là,sul divano"

La vidi sbucare dalla camera dopo una mezz'oretta buona. Si era messa i jeans chiari attillatissimi,che le fasciavano il sedere,e questo non aiutava affatto. Sopra aveva messo un maglioncino non troppo lungo e stretto panna che si vedeva da sotto il piumino verde. Non era troppo truccata e stava da Dio anche così,vestita e truccata semplicemente.
Le misi una mano attorno alla vita e la portai fuori,le aprii la portiera e aspettai che salisse per andare andare al posto del guidatore.
Misi in moto la macchina e accesi la radio 'she's the one' di Robbie Williams. Titolo azzeccatissimo,per quanto mi riguardava. Ero proprio innamorato perso,oramai non c'erano più speranze di riprendersi. Mi venne in mente una conversazione avuta con Federico un po' di tempo fa.

"Amico devo dirti una cosa importante" dissi a Fede
"Certo dimmi tutto" rispose lui tranquillo
"Credo..credo che mi piaccia Matilde. Ma non nel senso che mi piace 'voglio portarmela a letto', mi piace veramente e credo che un giorno potrei anche innamorarmene. Insomma non mi interessa più nessun'altra da quando ho conosciuto lei praticamente.
"Fratello,posso dirti una cosa?"
"Certo. Accetti consigli molto volentieri. Sono più confuso e impaurito che mai"
"Tu l'ami di già. Sei completamente e incondizionatamente innamorato di lei. Devi solo trovare il coraggio di dirlo ad alta voce e il gioco è fatto. Lo vedo come vi guardate,e la dovete fare finita di sprecate tutto questo tempo."

Quella conversazione mi aveva illuminato. Se era così chiaro anche agli occhi del mio migliore amico doveva essere vero. Non ero io che ero confuso e che scambiavo una cosa per un'altra. Così da allora avevo deciso di combattere per i miei sentimenti. Qualunque fossero state le conseguenze,avrei combattuto come un pazzo per averla. Avevo bisogno di lei,per respirare e per vivere. Oramai niente mi divertiva più se non c'era lei. Non mi interessavano più le donne e le sveltine. Anche la mia moto non era più chissà che cosa se non c'era lei seduta dietro di me. Avrei dovuto fare qualcosa al più presto per rimediare a questa situazione. Lei doveva essere mia,per sempre. Doveva diventare la mia ragazza al più presto.

Dimmi che vuoi stare con me. (In revisione)Where stories live. Discover now