Capitolo 5

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Erano quasi le otto di sera e fra poco mamma mi avrebbe chiamata per scendere giù per cena. Stavo ripensando a quella mattina. Quella conversazione con Riccardo ero stata davvero strana,priva di un senso logico. Insomma,sembrava geloso,ma che senso aveva? Lui era uno di quelli che diceva no alle relazioni e ai coinvolgimenti sentimentali,era uno di quelli che flirtava con le ragazze,le baciava,se le portava a casa e poi il resto veniva da se,non il tipo che si ingelosiva,perché il rapporto che aveva lui con le ragazze non prevedeva la gelosia. Anzi,al contrario.
Ho provato un briciolo di soddisfazione quando mi ha detto che pensava che stessi con Edoardo,devo ammetterlo,perché infondo significa che mi osserva,che sta attento a quello che faccio... Però,perché non ci ha ancora provato con me? Forse non sono abbastanza sexy? Se continuo così mi friggo il cervello.
Poi mi viene in mente quando sono caduta e lui è corso da me,si è proprio precipitato e mi ha chiesto come stavo. Anche di questo cosa dovrei pensare? Che gli importa di me,forse? E poi quando meno me lo aspettavo mi ha presa in braccio e per qualche secondo io mi sono bloccata,poi però mi sono accorta quanto mi sentivo a mio agio fra le sue braccia forti e muscolose è così mi sono rilassata e gli ho messo le braccia intorno al collo. Gli ho sorriso ma credo che lui non se ne sia accorto,perché era troppo impegnato ad accompagnarmi in infermieria. Era preoccupato,credo.

Andai a cena e quando tornai su in camera mi addormentai,dopo circa venti minuti. Mi ero stancata troppo quel giorno.

RICCARDO

Avevo esagerato quel giorno,mi ero mostrato fin troppo geloso quel giorno con Matilde,io che fino a quel giorno non sapevo nemmeno cosa fosse la gelosia. Per i miei gusti mi stavo interessando fin troppo a lei e questa storia proprio non mi era chiara. Era bellissima,okay,però era pur sempre una ragazza e non riuscivo a capire la reazione che aveva su di me. Avrei dovuto farmela e poi non ci avrei pensato più.

Decisi di spegnere il cervello e andare a dormire,ponendo fine a questa terribile tortura.

MATILDE

Erano le 8:05 e io ancora non ero in classe. Ero in ritardissimo e non mi era mai successo. MAI,MAI,MAI.
Corsi su per le scale - accidenti ad avere la classe lontana - e mi precipitai nel corridoio dove si trovava classe mia. Una volta arrivata lì davanti mi calmai un attimo e poi bussai ed entrai in classe. Oggi avevo chimica alla prima ora e il professore sembrava abbastanza tranquillo.
"Buongiorno professore,scusi il ritardo. Non è mai successo"
"Non preoccuparti.. Matilde,giusto?"
"Si professore"
"Bene Matilde,vai a sederti" mi disse e poi riprese a parlare "Stavo appunto dicendo che oggi pomeriggio dovrete ritrovarvi con il vostro compagno di laboratorio per fare una piccola ricerca sui vari tipi di legami,una cosa semplice e breve,in modo che quando li studieremo in classe saprete già di cosa stiamo parlando"
Annuimmo tutti,e io pensai al mio di compagno,così mi girai verso di lui e vedi che mi stava osservando interessato. Come cavolo avrei fatto oggi pomeriggio a non morire? Penso che lo avrei scoperto presto.

A ricreazione vidi Riccardo che parlava con una ragazza bionda molto bella,di terza,credo. Io quindi mi misi a parlare con Sara anche se continuavo ad osservarlo. Ad un certo punto vidi la biondina che gli si avvicinava e io mi preparai psicologicamente per vederlo avvinghiato a lei come quel giorno al parco con Azzurra,ma lui si allontanò. Il suo grande amico scoppiò a ridere e la ragazza se ne andò offesa.
Poi lo vidi venire verso di me con quella camminata pazzesca,che sarebbe sembrata ridicola,ma non se era lui che la faceva.
"Ciao tesoro" mi diede un bacio sulla guancia e sorrise. Io lo guardai perplessa ma poi sorrisi anche io e risposi
"Siamo di buon umore oggi?"
"Si abbastanza. Tu no?"
"Come sempre.. Dovrei avere qualche motivo in più?"
"A parte che studieremo insieme? Non lo so"
"Non avrei mai pensato di vederti così felice di studiare"
"Infatti non lo sono,ma potrò passare tutto il pomeriggio con te"
"Uh" stavo andando in autocombustione. Si,decisamente.
"Insomma,casa mia o casa tua?"
"Per me è uguale,per questa volta scegli tu."
"Casa tua. Sono curioso di vedere camera tua,il letto in cui dormi"
Diventai rossa a partire dall'attaccatura dei capelli fino alla punta delle dita dei piedi. "Ehm,va bene"
"Andiamo insieme. So che tu vieni a piedi a scuola,quindi ti accompagno io. Basta che mi dici dove abiti"
Annuii e tornammo in classe.

RICCARDO

Quando uscimmo da scuola ero super eccitato. Avrei passato il pomeriggio con lei,a casa sua. E cosa più importante,avrei avuto le sue gambe eccitanti attorno a me,le sue braccia intorno al corpo e le sue manine piccolissime e perfette che mi 'accarezzavano' i muscoli. Così mi misi ad aspettarla.

Quando arrivò la presi per mano e la portai alla mia Ducati. Lei si che è l'amore della mia vita cavolo.
Dato che Matilde era troppo bassa,non riusciva a salire da sola,così le misi le mani sui fianchi e la sollevai,aiutandola,poi le feci indossare il casco e glielo allacciai. Si che avrebbe potuto fare tutto da sola,ma non resistii al vederla arrossire continuamente. Poi montai sulla moto,la tolsi dal cavalletto e partii.

Questo capitolo lo dedico alla mia grande amica martamontagni che ha deciso di tartassarmi e minacciarmi ogni giorno,finché non pubblico il capitolo. Penso che prima o poi mi farà impazzire,per un motivo o per un altro.

Dimmi che vuoi stare con me. (In revisione)Where stories live. Discover now