Due sedie per uno (II)

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Sottovaluto Tania. È un errore che faccio spesso, quando mi convinco che sia una persona normale o una studentessa mediocre o una ragazza che in passato ha avuto il cuore spezzato. Ora di ammettere la verità: Tania non è normale; è una studentessa solo perché è troppo giovane per dominare il mondo, e l'unica cosa fragile nel nostro appartamento è il bicchiere che ha appena frantumato con il suo tacco dodici:

«Saul? Cos'è che ti ha fatto quel microcefalo rinsecchito?»

E poi un'occhiata che – dicono al telegiornale – ha appena fatto passare Lucifero, Dart Fener, Sauron e Voldemort dalla parte dei buoni.

«La pagherà, eccome se la pagherà, fosse l'ultima cosa che faccio nelle mie nove vite!»

Considerando che è riuscita a farmi spifferare perché evitassi Saul, posso ufficialmente dire che il nostro coinquilino è spacciato quanto un gatto in tangenziale durante una corsa clandestina di motociclette.

Sono a Nomi per l'inizio delle lezioni, un gentile invito di Crodelia a seguire un corso di filologia greca del terzo anno, e posso dire che il semestre sarà più tempestato di catastrofi di un campo minato. Vuoi distruggere un acerrimo nemico? Scatenagli contro Tania Zocca!

Tania è una macchina della guerra, un robot stile Terminator creato per distruggere, un panzer tedesco dalla corazza indistruttibile. E Saul, vittima della sua ira, mi fa quasi pena... no, scherzavo. Cancellate l'ultima riga. Se lo merita e basta.

Così in meno di dieci giorni, Tania mette a puntino un lungo elenco di ripicche:

1. Affitta il salotto a un coro di cantori gregoriani tutte le notti che precedono i suoi esami universitari;

2. sbrina il freezer e lo bombarda di "palle di neve" per svegliarlo alle cinque nel suo giorno di riposo;

3. mette il colorante viola nella cornetta della doccia e lo trasforma in un alieno fucsia, come nemmeno Violetta Beauregarde dopo aver mangiato la "gomma tutti pasti" nella Fabbrica di cioccolato.

«Tania, non sarebbe meglio chiedergli direttamente di cambiare appartamento?» ipotizzo. Ho i tappi nelle orecchie, perché è serata di canti gregoriani e quei serafici gorgheggi di ugola, oltre che assordare Saul, assordano persino me.

«Mi ha già pagato tre mesi di anticipo» nega lei. «E poi... vuoi rinunciare alla vendetta?»

Come non detto, possiamo procedere con un riassunto dei punti chiave:

4. ruba tutti i ritratti e li acconcia come Barbie zoccola in cerca di clienti;

5. crede di essere la reincarnazione di Rocky e si apposta dietro ogni angolo della casa, per strillare "Adrianaaaaaa", non appena Saul compare all'orizzonte;

6. scopre una grave allergia alla salsa di gambero rosa, la scambia con il ketchup e lo manda al pronto soccorso in shock anafilattico.

Forse l'esperimento con la salsa di gambero è stato un po' estremo, ma quanto ho goduto quando quel grissino alla "Giuda Iscariota" si è gonfiato come zia Marge in Harry Potter e ha iniziato a sudare più di un maiale vicino al pranzo di Natale?

Una ragazza superiore, quale mi ritengo, dovrebbe essere capace di gettarsi un fattaccio alle spalle e invece mi scopro piccola e meschina, assuefatta da queste dolci vendette.

«Sister, mi raccomando. Domani pranza fuori. Prevedo una bomba atomica in cucina.»

Il giorno dopo riparo da Tre Zenit per un veloce tramezzino. Mentre metto in bella copia gli appunti di lezione, mi sento in pace con il mondo, rasserenata dal fatto di eccellere nella mia materia. Ma la tranquillità di oggi è un sole ingannevole e basta una nube a oscurarla, un nembo colorato di un'insolita tinta: viola, proprio come i capelli di Saul.

Binomio - 3Where stories live. Discover now