Capitolo 4 - Sorridi, fingi, nasconditi

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Non avrebbe fatto l'asociale. Se l'era imposta. Solo per questo aveva accettato di venire. Il fatto che alla festa ci sarebbe stato anche Sean non aveva rilevanza.

Sean, che durante la prima settimana di scuola le aveva rivolto occhiate e sorrisetti maliziosi.

Sean, il quale era riuscito, chissà come, a lasciarle della biancheria sexy dentro il suo zaino con dei biglietti che le chiedevano di indossarla.

Sean, che le fischiava dietro quando erano nello stesso posto, facendo ridere gli studenti e mettendola a disagio.

Per non parlare dei soprannomi che le affibbiava. "Saint Nat", "Stiffy Natty", "Goody Booby" e il più originale di tutti, "Sfumatura di Gray". Uno spasso.

«Mettiamoci d'accordo. Io devo essere a casa prima di mezzanotte. Scrivetemi verso le undici e mezza chi di voi torna con me». Shelby, alla guida della propria Range Rover, lanciava occhiate ai sedili posteriori grazie allo specchietto retrovisore.

Nathalie era poggiata allo sportello di destra, Ryuna a quello di sinistra e Raine scriveva ininterrottamente al cellulare, incastrata in mezzo a loro.

Maddie, sistemata sul sedile del passeggero, alzò il volume della radio. «Io voglio ubriacarmi. Trascinatemi in quest'auto solo se comincio a spogliarmi».

«In presenza di una o più persone?»

Maddie lanciò un pacchetto di fazzoletti a portata di mano contro Ryuna, Shelby agitò un braccio per far smettere le due sceme che ridevano.

Nathalie ripensò alla scusa che aveva propinato a sua madre. Studio ininterrotto nella biblioteca comunale e a dormire da una compagna per un progetto scolastico. Lei le aveva creduto. Nessuna frase come "Ma tesoro, avete iniziato l'ultimo anno da una settimana, già avete dei compiti così impegnativi?".

Mamma anaffettiva e presa dal lavoro. Era impegnata, distratta. Non era colpa sua.

Stasera era la sera. Si sarebbe mostrata come la Nat interessante, la Nat divertente, qualcuno che non si poteva odiare. Avrebbe parlato, riso, bevuto il necessario e ballato. Non erano a scuola, ma erano i suoi compagni. Doveva essere accettata.

Non quella messa all'angolo, né quella che brillava in mezzo agli altri. Una via di mezzo. Ecco, poteva essere nella media.

«Io invece ho bisogno di sesso. Taaanto splendido e appagante sesso». Ryuna arcuò la schiena contro il sedile. «Gli ultimi con cui sono stata erano imbranati e hanno pensato più a loro che a me. È passato decisamente troppo tempo. Forse dovrei passare alle ragazze. Ehi, Maddie? Tu come hai deciso di essere gay?»

«Non l'ho deciso. Un giorno ho visto un bel culo femminile e boom: lesbica. Così, di botto, non ho potuto farci niente».

Nat e Raine celarono le risate, la prima con una mano e l'altra col telefonino.

«Potresti evitare di darmi risposte stupide?»

«Tu non farmi domande stupide e siamo a posto». Sorrise serafica alla sua migliore amica, la quale aveva aperto bocca unicamente per sfotterla.

Shelby parcheggiò. Nat scese, evitando di scontrarsi con un gruppo di ragazzi che si stava dirigendo alla casa prescelta per la festa di inizio anno. Chiamavano a gran voce i Mustangs, la squadra di football della scuola.

Ryuna prese a braccetto Maddie e proseguirono avanti. Shelby, Nathalie e Raine rimasero dietro di loro, la mora borbottava e si lamentava del fatto che "quelle due" l'avrebbero di certo messa nei guai durante la serata.

«Ehm, scusa? Possiamo essere degne della tua attenzione?», si rivolse a Raine.

Lei sollevò lo sguardo e riuscì a non inciampare nei gradini del portico per un pelo. «Sì, scusate. Concludo la discussione su questa chat e metto via il telefono, promesso».

UNAPOLOGETICWhere stories live. Discover now