Parte 27 Salvarsi da soli

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La casa è immersa nel silenzio. I miei devono essere andati a messa. Da quando Laura sta male si sono avvicinati alla preghiera e non mancano mai alla messa della domenica. Io non sono così devota, ma mi piace pensare che Dio esiste e che posso affidarmi a lui se qualcosa non va nella mia vita o in quella dei miei cari.

La sveglia sul comodino indica le undici in punto. Ho dormito ben dodici ore. Incredibile. Non dormivo così tanto da...neanche mi ricordo da quando. Credo di essere stata veramente esausta ieri sera. Tra l'ansia e la pesantezza degli ultimi giorni, il viaggio e le emozioni forti vissute ieri sera, il carico è stato troppo pesante.

Controllo il mio telefono. C'è solo un messaggio da parte di Edoardo. Mi aspetta a casa da loro. Rispondo in fretta e corro a farmi una doccia.

Indosso i miei jeans più comodi e un semplice golfino di lana rossa. Raccolgo i capelli ancora umidi in una coda bassa e mi precipito a casa De Angelis. Avevo detto che volevo dare una mano. La lunga dormita non era in programma e ho perso già troppo tempo. Decisa a rendermi comunque utile, decido di approfittare dell'assenza di mia madre per cominciare a preparare il pranzo.

Quando entro dalla porta sul retro però, un delizioso profumo di arrosto sta già riempiendo l'aria.

«Mamma, sei già qui?» mi stupisco vedendola ai fornelli.

«Oh, tesoro. Ti sei svegliata, finalmente.»

Annuisco mortificata. «Scusa, ero molto stanca.»

Mamma mi osserva da sopra la spalla. «Avevi bisogno di riposare. Non ti devi scusare. Hai lavorato tanto ultimamente.»

Abbasso lo sguardo. «Avrei voluto essere qui.»

Sorride. «Ora sei qui. Edoardo e Gloria ti hanno cercato.»

«Okay, se non hai bisogno di me, vado subito a cercarli.»

Mi fa un gesto noncurante con la mano. «Vai pure. Magari puoi aiutarmi con la tavola più tardi. Oggi Laura scenderà a mangiare con noi.»

Questa notizia mi fa immobilizzare nell'atto di aprire la porta. «Davvero? Ma è fantastico!»

Il sorriso di mamma è cauto, ma annuisce. «E' un passo in più.»

Quando entro in salotto trovo Gloria seduta sul divano con il suo portatile poggiato sulle ginocchia. Appena mi vede spalanca gli occhi e corre ad abbracciarmi.

«Eccoti, dormigliona!» Il suo viso è più disteso. Rispetto a ieri, sembra che un pezzetto di quel peso che le gravava sulle spalle si sia sollevato. «Grazie per ieri sera. Ero...»

«Un disastro? Sì, l'ho notato. Puzzavi anche.»

Si acciglia. «Non è vero!»

«Sì, invece.» mi sforzo di restare seria, ma dura poco e il momento dopo sto ridendo. «Ma per fortuna, sono arrivata a salvare la situazione.»

«Oh, l'hai fatto. In tutti i sensi. Un altro po' e avrei fatto una strage di bionde nel nostro salotto!»

Assottiglio lo sguardo. «Ti avrei dato volentieri una mano.»

Gloria sorride. «Ma poi com'è andata a finire?»

«Edoardo le ha riaccompagnate a casa. Non so altro.»

Mi fa cenno di accomodarci sul divano. «E Thomas?»

Arrossisco involontariamente. «Lui ha accompagnato me.»

«E?»

Alzo le spalle. «E niente. Abbiamo...siamo stati un po' insieme e poi se n'è andato.»

«Hm.» Lo sguardo di Gloria si fa sospettoso. «Come stanno le cose tra voi, adesso?»

IL FRATELLO SBAGLIATOWhere stories live. Discover now