CAPITOLO XXVIII

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Harry's pov

Non lo so cosa dovevo fare.

Optai per andare in camera e aspettare.

Forse non era la cosa migliore da fare. Ma sti cazzi.

Ero stanco.

Stanco di questa relazione così sbagliata.

Io non ce la facevo più a continuare.

E purtroppo tutto ha una fine.

Arrivò Louis senza nemmeno farlo apposta.

Lo volevo lasciare e l'avrei fatto. Magari gli dicevo di rimanere coinquilini.

Ma come potevo farlo? Io sono fottutamente innamorato di lui.

È così bello.

E dolce.

E bello.

Molto bello.

Troppo bello.

"Harry usciamo."

"Non mi va."

"Ho detto così sbrigati."

Sbuffai e mi alzai dal letto.

Che rompi coglioni.

Sembro il cagnolino che gli deve stare sempre dietro.

Non può uscire da solo?

Mi misi le scarpe e una felpa e mi avviai al portone di casa. Aprii la porta tenendo il telefono in mano e mi avviai alla sua macchina.

Dopo che il 'gentilissimo' Louis mi aprii la portiera, mi accomodai sorridendo.

"Dove andiamo?"

"Da mia mamma."

"Tua mamma?"

"È arrivato il momento che tu la conosca non trovi?"

"Lou ti senti bene? Non vedi tua madre da anni. L'avrai chiamata 3 volte da quando stiamo insieme."

"Benissimo. Dormi il viaggio è lungo."

Così feci, avevo proprio voglia di dormire e quella macchina è così comoda.

Inutile dirvi che faccia avevo quando mi sono risvegliato difronte l'aereoporto.

"Ma che cazzo?"

"Andiamo a New York bimbo."

"Sei fottuto impazzito?"

Ma che cazzo? Senza valige? Senza avvertire nessuno?

"È romantico!"

"Louis non ho avvertito mia madre, non abbiamo le valige e poi il tuo lavoro?"

"Sono in ferie, a tua mamma l'ho detto e le valige sono già state imbarcate."

"Lou no."

"Devi solo scendere dalla macchina e darmi la mano. Andrà tutto bene."

Era impazzito ne sono sicuro.

Non è una frase da Louis questa.

È un clone forse.

"Ma ti senti bene? Hai qualche malessere?"

"No H."

Oh gesù.

"Bella NY."

"Sì, andiamo perdiamo l'aereo se no."

Alla fine eravamo lì.

Su quell'aereo.

In prima classe.

Praticamente da soli. C'erano veramente poche persone.

"Ho un po' d'ansia."

"Come mai?"

"Non so come comportarmi con tua mamma, ho solo 18 anni."

"Comportati normalmente. Vedrai, ti adorerà."

Il volo fu estenuante ma per fortuna senza turbolenze.

Andammo direttamente in albergo. Era una meraviglia.

"Quanto rimarremmo qui?"

"Un po'."

"Tipo?"

"Un po' Harry non rompere."

Dio santo che carattetaccio.

Comunque l'albergo era veramente perfetto.

Piscina esterna e interna. Sala da pranzo enorme. Sala computer. Il cinema. E bar. C'erano bar dappertutto in quel dannatissimo hotel.

La camera poi. Appena entri ci sta un grandissimo letto matrimoniale, un bagno il doppio più grande, con dentro una doccia, una vasca, due lavandini, il water e il bidè.

Sai cosa Lou?

Non me lo dire quanto ci rimaniamo qui.

Speriamo per tanto.

Speriamo per tutta la vita.

Note Autrice: Un capitolo un pò cosí oggi, sto male scusate. Continuo domani.

Sorry dad.[LS]Where stories live. Discover now