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Il suono della sveglia fece svegliare i due ragazzi.

Naruto premette il viso contro il cuscino; "Spegnila..." mugolò.

Sasuke: "Svegliati, penso che tra un po' ci raggiungerà Sakura. Puoi andare in cucina e prepararti la colazione, io vado a farmi la doccia". Prese i vestiti e camminò dritto verso il bagno.

Dopo aver fatto un restauro completo si precipitò in cucina, dove trovò l'altro alle prese nel fare dei pancake: "Ardua prepararsi una colazione senza schifezze, non trovi?".

"Ah, ah, ah" replicò sarcasticamente il biondo. Poi si girò verso l'amico, intento a guardare quel taccuino che portava sempre con sé. "Che fai?".

Sasuke: "Non so ancora chi sia l'assassino... Anche se...".

Naruto: "Anche se?".

Sasuke: "Anche se i leccaculo non mi sono mai stati a genio" rispose accendendo il suo portatile, lasciando l'Uzumaki parecchio confuso. "Ah, una cosa".

Naruto: "Dimmi".

Sasuke indicò dietro le spalle dell'amico: "I pancake, girali o si bruceranno", detto questo vide l'altro sgranare gli occhi e affrettarsi a girare la sua, ormai bruciata, colazione.

La prima metà della mattinata passò abbastanza in fretta, con l'Uchiha che decise che era proprio il momento di recuperare tutto il lavoro non svolto a scuola e con l'Uzumaki che continuava a fare zapping ad ogni canale. Entrambi furono interrotti dal suono del campanello, Sasuke si fermò in automatico e si tolse gli occhiali, facendo cenno a Naruto di andare ad aprire.

Dopodiché mandò un messaggio a Orochimaru, avvertendolo del fatto che non sarebbe riuscito a raggiungerlo, inventandogli qualche bugia.

"Sasuke".

Quella voce gli causò un aumento improvviso di battiti e non si preoccupò nemmeno di nascondere la sua felicità mista a paura nei confronti dell'Haruno. Quest'ultima lo abbracciò, consapevole del fatto che l'altro non avrebbe ricambiato. "So tutto. Ma perché l'hai fatto? Avresti dovuto parlarne e invece hai preferito il tuo solito mutismo selettivo e se sei passato per il puttaniere di turno... Beh, non te n'è importato".

Sasuke: "Eppure tu non hai smesso nemmeno per un secondo di provare a capire cosa fosse successo".

Le labbra della rosa si aprirono per replicare, ma non proferì parola e le richiuse.

Sasuke: "Non fraintendermi, da una parte sono felice del fatto che tu non mi abbia odiato, ma un lato di me avrebbe preferito che tu lo facessi".

Sakura: "Il tuo lato masochista, immagino".

Sasuke: "Probabile" disse rimettendosi a scrivere.

Sakura: "Perché hai affrontato tutto questo da solo?".

Sasuke: "Io ci sono entrato, io ne uscirò. E poi, Karin lo sapeva, è lei che te lo ha detto, no?".

Sakura: "Come-".

Sasuke: "Il giorno della festa parlavate troppo civilmente, ma ero troppo preso dall'alcol per venire a vedere di cosa parlavate".

Naruto li guardava entrambi, non sapendo esattamente cosa dire. Si limitava a osservali, Sasuke sembrava decisamente troppo calmo ed era forse proprio per questa sua caratteristica che a volte avrebbe solo voluto picchiarlo, ma ora che conosceva quel pezzo della sua vita che lo aveva indotto ad allontanarsi lo capiva un po' di più. Ed era sempre più convinto che fosse così simile a lui.

Sakura si sedette davanti al moro, che continuava a scrivere al computer, alzò un minimo lo sguardo verso di lei, tanto da poter rivedere quegli occhi verdi incastonati tra i suoi. "Porti gli occhiali?".

Il moro li guardò, li aveva posati sul tavolo al suo arrivo e in seguito si era dimenticato di rimetterli. "Sì, ma sono solo riposanti, li uso solo quando devo studiare".

Sakura: "Perché hai accettato?".

Sasuke: "Questo non posso dirtelo".

Sakura: "Ma perché? Dammi un motivo che mi faccia cambiare idea!".

Sasuke: "Ti basta sapere che è pericoloso, niente di più, niente di meno".

Sakura: "Puoi, un attimo, fermarti dallo scrivere e prestare attenzione a ciò che ti diciamo?".

Il moro fece come gli era stato detto e allontanò di poco il computer, incrociando le braccia al petto. "Parla".

Sakura: "Hai preferito soffrire... In tutti i sensi... Che parlarne, hai perfino un padre che lavora in centrale e l'hai nascosto pure a lui! Perché? Se non ci fosse qualcosa di veramente importante in ballo non l'avresti mai fatto".

Sasuke: "Ecco brava, hai detto bene. C'è qualcosa, ed è altamente importante tanto quanto è pericoloso. Non posso far sì che lui se ne stia ancora in giro, ho bisogno di prove e ho anche bisogno di sapere chi sia l'assassino. I miei dubbi li ho e fin quando non scoprirò se avrò o meno ragione lui deve essere lasciato a piede libero. Ciò comporta un rischio di omicidi, questo ti basta come spiegazione?".

Naruto: "Tu stai dicendo che ti vuoi fare fottere da un sadico omicida?".

Sasuke: "Che..? Non ho detto che è lui l'assassino, è impossibile, ho i miei sospetti e lui non rientra in questa lista".

Sakura: "Tu sei fuori di testa. C'è in gioco la tua sanità mentale, lo capisci o no?".

Sasuke: "Non c'è più, quindi ormai che sono a tanto così dallo scoprire tutto sono disposto ad andare fino in fondo".

L'Haruno scosse la testa, con gli occhi che pian piano suggerivano di scoppiare in lacrime. "Almeno quello che hai fatto poco prima di sparire... Era vero?".

"Sì" rispose senza neanche pensarci su. "Quello sì".

Sakura: "Mi hai chiesto tu di perdonarti".

Sasuke: "Lo so".

Il biondo capì che la sua presenza in quel momento era di troppo e si dileguò con una scusa, in modo tale da poter lasciare da soli i due amici.

Sakura: "Erano queste le cose che nemmeno tuo fratello sapeva?"

Sasuke: "Non lo dovevano sapere, non ora".

Sakura: "Come l'hanno saputo, a me l'ha detto Karin, a loro?".

Sasuke: "A loro l'ha detto l'assassino".

Sakura sgranò gli occhi: "Cosa?".

Sasuke: "Manda solo lettere, è attento a non farsi vedere. L'unica cosa che posso dire è che ha un'altezza statuaria e basta".

Sakura fece un respiro e Sasuke le si avvicinò quasi senza accorgersene. Piano piano la strinse a sé e la rosa si lasciò cullare da quelle braccia che tanto aveva desiderato.

Sasuke le alzò il mento con due dita e si beò del suo bel viso. Le mise una mano sulla guancia continuandola a guardare dritta negli occhi. Lei portò una mano sul petto del ragazzo, non per allontanarlo, voleva sentire i battiti del suo cuore, in aumento solo per lei e per la situazione del momento. Le labbra si unirono in un dolce bacio e in quell'istante durato pochi minuti tutte le paure scomparirono, tutte le ansie e le paranoie avevano fatto spazio solo alla felicità di quel sentimento per troppo tempo oppresso.

Quando si staccarono, si riguardarono negli occhi e la rosa gli sorrise, il moro lo accennò, ma era quasi come se si fosse pentito, come se stessero ritornando tutti i pensieri che più lo spaventavano.

Sakura: "Stai tranquillo, tutto questo passerà in fretta" gli sussurrò abbracciandolo e stavolta lui ricambiò.

"Lo spero... Lo spero tanto..." rispose.

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Continua

𝑰'𝒎 𝒇𝒊𝒏𝒆 {𝑺𝒂𝒔𝒖/𝑺𝒂𝒌𝒖}Where stories live. Discover now