Parte 2 Questioni delicate

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Sbuffo. «La fai facile tu. Ti ricordo che siamo in dieci in lizza e ci sono solo tre posti disponibili.»

«Vi hanno già detto quali aziende hanno aperto le posizioni?» chiede distrattamente scartando una brioche dalla confezione.

«Non lo so. Ma non sono molte quelle che si occupano di social media.» La mia specializzazione ha ridotto il campo sulla mia scelta, ma anche il numero di concorrenti. Non sono ancora molti quelli che si approcciano a questo nuovo modo di fare promozione.

«Pensi che sia per forza una dei colossi del settore, ma non hai contato le piccole aziende o quelle che stanno emergendo adesso. Potrebbe essere una di loro.»

Mi acciglio «Non fare il guasta feste. Se mi dovesse prendere una delle più quotate sarei già a cavallo con il mio curriculum.»

«Non te la sto tirando. Però è giusto che rimani con i piedi per terra.»

«Si, e fare come te che molli la presa proprio perché hai paura di sperare in grande?»

«Io non ho...» ammutolisce e io mi pento subito di aver parlato. Mi ero ripromessa di non tornare più sull'argomento e lui sembra cambiato. Perché l'ho detto?

«Scusa. Sono nervosa...»

«No. Sei una stronza. È diverso.» esce dalla cucina senza più guardarmi. I sensi di colpa si aggiungono al mio pessimo umore. Con Lorenzo è sempre così. Mi sembra di camminare sulle uova, devo stare attenta a cosa dico e a come lo dico. I nostri continui battibecchi l'hanno reso suscettibile, rendendo il nostro rapporto teso e fragile, fragilissimo.

Da quando ci siamo trasferiti a Milano e abbiamo cominciato l'università è come se avessimo preso strade diverse. Io sto gradualmente entrando nel mondo degli adulti mentre lui sembra esserne incapace. Il peggio è che non capisco cosa gli succede e di conseguenza non so come aiutarlo. È rimasto fuori corso per due anni di seguito, perso dietro alle bevute e ai fine settimane con gli amici, tra gite all'estero e feste fuori programma. A un certo punto la situazione gli è sfuggita di mano. Non sono bastati i nostri continui battibecchi o le rimostranze dei nostri genitori. Pur sapendo di sbagliare, ha continuato a perseverare in giornate leggere trascurando l'impegno con lo studio, senza alcun rispetto per i nostri genitori che pagano sia l'affitto che le tasse universitarie.

Mi guardo intorno in questa piccola cucina nell'appartamento che condividiamo. L'intero edificio conta poche unità, è abbastanza recente ed è situato a pochi passi dalle facoltà principali della città. Inoltre, l'appartamento davanti è occupato dai fratelli De Angelis. In realtà l'intero condominio appartiene alla loro famiglia. Il padre è un costruttore, grazie a lui paghiamo una rata irrisoria in confronto agli altri affitti della zona. Per me è una fortuna stare vicina alla mia migliore amica e all'inizio anche a Edoardo, ma con il passare del tempo, il continuo via vai delle ragazze che lui e Thomas fanno salire, mi ha fatto cambiare idea. Certe cose è meglio non vederle.

Mi alzo dallo sgabello senza riuscire a mandare giù niente di solido. Ho lo stomaco chiuso per molteplici ragioni. Allo stress per l'attesa allo stage si somma il ricordo di ciò che è successo la notte di Halloween. Con la mente continuo a rivivere il bacio che ho scambiato con Thomas, ogni volta si arricchisce di particolari talmente arditi e intimi che ormai non so più cosa è vero e cosa no. Era buio, potrei davvero confondere la realtà con la finzione. L'unica cosa di cui sono sicura è che è stato il bacio più intenso mai ricevuto, non che abbia avuto molti ragazzi, le mie esperienze si contano sulle dita di una mano. La mia cotta per Edoardo ha sterminato tutta la concorrenza, è per questo se non ho ancora dato a me stessa la possibilità di avere una storia seria. Definirla cotta, in effetti, è riduttivo. Sono innamorata di Edo ormai da molto tempo, troppo visto che non abbiamo mai concluso niente. La nostra amicizia è autentica, ma mentre io vorrei qualcosa di più, lui mi vede come l'amica d'infanzia della porta accanto.

IL FRATELLO SBAGLIATOWhere stories live. Discover now