31. Il giorno della sfida

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I giorni passarono rapidamente. Betta continuò a far allenare la crew di Amanda ogni pomeriggio con insistenza. Era un modo per non pensare ad Alex, al suo ambiguo atteggiamento. Non si capacitava del fatto che il suo sguardo sembrava avvolgerla ogni volta e un apparente sentimento verso di lei era palpabile. Allo stesso tempo, però, lui continuava a evitarla e, quelle poche volte che si incontravano nel corridoio scolastico o all'uscita, era sempre con Elisa. Spesso notava una strana aura algida tra i due, sicuramente più da parte di Alex, che stava in silenzio e senza reazioni mentre lei lo abbracciava, ma anche solo quel minimo contatto a Betta faceva male. Era sempre un tuffo al cuore e molteplici fitte nello stomaco.

«Come vi sentite, ragazzi?» chiese Betta mentre si avvicinava al gruppo.

I ragazzi la attorniarono. Era evidente la loro eccitazione, ma anche la paura e il timore di sbagliare.

«Santo cielo! Hai visto quanta gente?» chiese Amanda mentre saltellava per riscaldarsi.

La bruna iniziò a guardarsi attorno. La palestra della scuola era piena e aveva contato sei crew pronte a esibirsi. Tutte con costumi diversi. Alcune ne indossavano uno molto somigliante a quello dei cheerleaders, come la squadra di Alex. Altre avevano preferito il classico vestiario hip hop, come una tuta, o un pantalone e camicia larga.

«Fa' finta che siano solo i parenti di ogni squadra. Pensa a ballare e non preoccuparti!» disse Betta prendendo tra le mani quelle dell'amica. Le sistemò il colletto della casacca. «Guarda, io sarò lì, seduta con gli zii, a fare il tifo per voi! Se ti fa stare più serena ricordati che ci sono.»

Le due si abbracciarono, poi Betta rivolse lo sguardo poco più in là, nella zona in cui la crew di Alex stava facendo stretching.

«Buongiorno a tutti, questo è un momento speciale!» esordì il preside al microfono mentre si spostava al centro della palestra. «Come vedete, ai bordi di questa magnifica sala, sono presenti i gruppi che oggi si sfideranno per ottenere l'accesso al CNC - Campionato Nazionale delle Crew, che si terrà tra sei giorni a Roma. Vi ricordo che il gruppo vincitore rappresenterà la Lombardia. Invito il pubblico a prendere posto sulla pedana. La giuria è composta da diverse figure competenti, metà delle quali sarà presente anche per la gara ufficiale; l'altra è rappresentata da elementi che ho scelto personalmente, esterni alla scuola, per essere sicuro che non si facciano favoritismi. Per questo io non ne faccio parte.»

Al margine destro della palestra, i vari gruppi si sedettero nell'attesa del proprio turno. Betta, adagiata sulla panca tra Santo e Stella, osservava Amanda che, a sua volta, si voltava di continuo verso l'amica, cercando coraggio e sicurezza nei suoi occhi. La bionda non era l'unica a fissarla. Betta si sentiva osservata da qualcuno che stava seduto a pochi metri dalla crew che aveva allenato. Alex, infatti, non smetteva di portare le sue iridi verso quella ragazza che tifava per la squadra avversaria.

«E così ci incontriamo di nuovo!» disse una donna che sfilò davanti a Betta per prendere posto. La ragazza alzò il mento per vedere chi fosse, anche se quella voce le era familiare. «Ma almeno questa volta durante un bell'evento» concluse con un sorriso.

«Buongiorno!» esclamò Betta mentre si metteva in piedi. Tese la mano verso di lei. «Quasi non la riconoscevo senza divisa! Non sono riuscita a ringraziarla per aver salvato mio zio!»

Betta si voltò verso Santo, il quale, appena apprese dalla nipote che si trattava della poliziotta che davanti la caserma lo aveva soccorso, le strinse la mano. Mentre chinava il viso disse: «Le sono grato, non avevo avuto ancora l'occasione di incontrarla, ne approfitto per dirle che le devo un grande favore, anche per come ha trattato mia nipote quella notte.»

«Non ho fatto nulla di speciale...» rispose.

Quel giorno la donna indossava un pantalone e una casacca lunga fino alle cosce, i capelli erano sciolti e le arrivavano alle spalle. Bette ebbe un'impressione diversa rispetto alla prima volta. La poliziotta non masticava alcun chewing gum, era leggermente truccata e il suo modo di fare era molto più femminile e dolce. La donna ripassò davanti Betta e si sedette nell'unico posto libero, cioè accanto a Santo. Si protese verso la ragazza.

«Spero che tu abbia risolto i tuoi problemi»

La mora incrociò le iridi della donna. Sorrise con dolcezza.

«Lei ha gli occhi buoni, quella notte non me ne sono accorta»

La poliziotta ricambiò il sorriso.

«No, non ho risolto, ho solo scoperto di essere stata abbandonata alla Congregazione dei Fedeli. Potrei anche andarci e chiedere più informazioni, ma non ne ho avuto la voglia... Perché dovrei farlo? Chiunque sia, mia madre mi ha gettato lì come fossi un rifiuto!» concluse Betta con tono arrabbiato.

«Mi dispiace tanto!» esclamò la donna e portò la mano su quella della ragazza. «Da oggi però non fare più stupidaggini!» le ordinò, manteneva comunque un tono morbido e gentile.

La bruna alzò la mano e la posizionò dritta sulla fronte.

«Ai suoi ordini!»

Sbuffarono entrambe in una fragorosa risata.

«Ma lei che ci fa qui?» aggiunse curiosa.

«Chiamami Alice, cara. So che non sembra, ma ho solo trentacinque anni. Comunque sono qui perché c'è mia figlia» rispose con tenerezza.

«Siamo pronti per la prima esibizione. Loro sono i Colors Crew e vengono da Bergamo, facciamo un applauso!»

Betta si posizionò sulla panca per stare comoda e gustarsi lo spettacolo.

Le prime crew erano di grande valore, sapevano come muoversi e gli effetti ottici che creavano con i loro corpi erano stupendi, ma Betta era consapevole che quella di Amanda era superiore. Nessuno dei primi quattro gruppi compose figure al volo. Sapeva che quello avrebbe di certo entusiasmato la giuria.

Arrivò il turno di Amanda e della sua crew. Betta incrociò le dita.

La bionda si posizionò al centro insieme a Giacomo, gli altri attorno coprivano la visuale dalla coppia. Appena la musica partì, Amanda prese il volo, lanciata da Giacomo e ripresa dopo una spaccata capovolta. Il pubblico iniziò a battere le mani e un coro di sorpresa coinvolse ogni spettatore. Ogni passo hip hop venne eseguito alla perfezione da tutti i membri, con coordinazione ed equilibrio. Mentre Giulia faceva l'assolo, Amanda veniva lanciata da dietro per creare le figure più difficili, come la doppia capriola in aria.

La giuria era estasiata. Betta sorrise orgogliosa.

Quando venne il momento dell'assolo di Giacomo, tutte le ragazze della crew svolsero la sequenza di salti e volteggi per tutto il diametro della pedana elastica.

Betta notò che tra il pubblico qualcuno si metteva in piedi per urlare e tifare.

Si unirono i ragazzi al centro, incrociarono le braccia per creare la base ad Amanda. Salì. L'ultima figura, la più pericolosa, ma certamente scenica, prese il via con una volata di quattro metri, al picco fece la figura del passo del cervo e ricadde in capriola, grazie a una steccata di schiena, sul gruppo delle ragazze, che le fecero da campo di atterraggio.

«Sì!» urlò Betta appena la crew finì lo spettacolo.

Notò che la giuria prendeva appunti e che molti dei componenti erano ancora con la bocca semiaperta dallo stupore. Si mosse tra le file del pubblico per riuscire a raggiungere i suoi amici che, appena la videro avvicinarsi, le corsero incontro per abbracciarla.

Fu in quel momento che dalla porta d'ingresso entrò Moira vestita con il costume della sua squadra.

Betta e Amanda si scambiarono uno sguardo.

«Che cazzo vuole fare? Non pensa al bambino? È impazzita o cosa?» bisbigliò confusa la bionda.

Moira sfilò davanti a loro. Uno sguardo di sfida si incrociò fra le tre.

NON PIANGO MAIWhere stories live. Discover now