20. L'ex orfanotrofio per allenarsi

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«Se volevi trovare un posticino romantico per noi due bastava dirlo, Betta, ma dovevamo lasciare Amanda a casa!» esclamò Giacomo, subito dopo scoppiò in una fragorosa risata. Sterzò di botto per evitare una buca. «Ma che diavolo di strada è questa?»

La ragazza, seduta sul sedile posteriore con il solito finestrino abbassato, fece un scatto con la testa per liberare il viso dai capelli, una ciocca scura le si era poggiata proprio su un occhio. «Tu guida. Stiamo per arrivare!» rispose infastidita. Osservò l'amica, seduta sul sedile passeggero, che in quel momento stava a braccia conserte, con l'espressione chiara di stizza e gelosia.

I tre arrivarono nell'ex orfanotrofio.

«Oh mio Dio!» sussurrò Amanda una volta arrivati davanti l'edificio. «Ho sempre percorso le strade tra i campi, ma non sono mai arrivata fin qui...»

«E che ci facevi in mezzo ai campi?» chiese curioso Giacomo.

La ragazza arrossì e non rispose.

Betta li invitò a seguirla e fece strada verso la magnifica sala della musica.

«Qui potremo allenarci in santa pace...» affermò Amanda roteando su stessa. «Questo posto è perfetto!»

La bionda adagiò la sua sacca sulla finestra, mentre Betta, dall'altro lato della stanza, si sedette per cercare una buona musica dalle sue playlist nel cellulare.

«Ti va di uscire insieme domani pomeriggio?» chiese Giacomo a bassa voce.

Betta portò lo sguardo sull'amica che a pochi metri faceva stretching, ma che li osservava con la coda dell'occhio.

«Certo. Anzi, pensandoci, domani potresti accompagnarci in un posto con la macchina? Devo fare visita a un orfanotrofio che si trova poco fuori il centro di Milano.»

Il ragazzo aggrottò le sopracciglia.

«AccompagnarCI?» sussurrò scandendo l'ultima sillaba.

Betta rimase per qualche secondo in silenzio.
«Ma non hai ancora capito?» chiese mentre indicava l'altra con il mento.

«Che cosa vuoi dire?» domandò confuso il ragazzo.

«Certo che voi uomini non capite un cazzo, eh!» sbuffò continuando a indicare la bionda.

Giacomo, perplesso, seguitò a osservare Betta con aria di domanda.
«Cristo, Giacomo!»

«Lei... Lei è interessata a m-me?» balbettò sempre più disorientato. «Pensavo mi vedesse come un amico... io... non lo avevo capito... io...»

La giovane alzò gli occhi verso l'alto e scosse la testa.
Giacomo s'illuminò in viso, tese le labbra per abbandonarsi in una silenziosa risata e strofinò eccitato i palmi delle mani.

«Forza, iniziamo!» disse Betta cercando di non ridere.

Spinse i due a mettersi al centro della sala.

«Fatemi vedere che sapete fare insieme»

Premette il pulsante per avviare la musica a si allontanò da loro.
Si adagiò sulle sue stesse gambe, inginocchiandosi al margine della stanza.

I due iniziarono a muoversi in maniera sensuale. I loro corpi si adattavano perfettamente e la sintonia era evidente. Del ritmo di una musica hip hop quei due riuscivano a sentirne solo il basso e, seguendo quello, curvavano soprattutto il ventre e le cosce.
Betta staccò la musica.

«Che ballate bene insieme è evidente, ma meglio smettere: qui non ci sono bagni funzionanti, Giacomo» disse mentre rideva.

Il ragazzo, rosso in viso e particolarmente imbarazzato, accennò a un sorriso forzato.

NON PIANGO MAIWhere stories live. Discover now