Il salvataggio

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Commissario

Finalmente sappiamo dove si trova Marie. Dobbiamo  organizzare un piano d'azione, non possiamo certamente recarci sul posto senza sapere bene il da farsi. Ci riuniamo a casa di Sasha per definire il nostro intervento risolutivo.  A me non piace lo studio di Sasha, è una specie di bugigattolo poco illuminato, ma pur di arrestare quella psicopatica di Marie, mi sottoporrò volentieri anche a questa fastidiosa incombenza.

Secondo Sasha, sarà  necessario circondare la casa di Marie: quattro  agenti si posizioneranno davanti all'ingresso principale, altri tre si apposteranno sul retro per prevenire tentativi di fuga. Bisogna anche ipotizzare il peggio, ossia che la ricercata decida di uccidere Sara. Ovviamente, non  permetterò mai che questo accada, per quanto sarà in mio potere: equivarrebbe a infrangere la solenne promessa fatta al mio amico. Stante la situazione, ho già  parzialmente mancato a quella promessa!

Mi resta ancora una chance da giocare, sarà il mio modo di rimediare. Circondare la casa - suggerisce Sasha - e se poi non ci riuscissimo? Ho tanta paura... ho a che fare con una sadica delinquente, rabbrividisco all'idea che la mia Sara possa addirittura essere già  stata uccisa. Spero con tutto il cuore che non sia così. Se Sara è  ancora viva, la mia è una terribile lotta contro il tempo.

Conosciamo l'ubicazione della casa di Marie, quindi se saremo bravi e professionali, presto ci sarà un lieto fine. Ho deciso di rischiare in prima persona: se voglio salvare la mia amata, dovrò essere molto coraggioso. La nostra idea è di agire domani, senza dare nell'occhio; utilizzeremo un escamotage per stanare quella serpe senza che lei sospetti nulla.

Mi ripeto che andrà tutto bene. Concordato il piano di intervento, esco all'aperto, inalando l'aria fredda e pungente di Parigi. Socchiudo gli occhi e mi ossigeno i polmoni.  Lo stanzino di Sasha mi mette sempre l'affanno. Abbiamo convenuto di aspettare un giorno, prima definiremo anche gli ultimi dettagli con un esauriente briefing. Ho bisogno di staccare, ne va del mio equilibrio nervoso. Me ne vado a casa a rilassarmi un poco, sono veramente esausto.

Non ho neanche fame, quindi mi ritiro subito in camera da letto; metto la sveglia per le venti, grossomodo è l’ora stabilita per vedermi con Sasha e gli altri colleghi. Mi addormento all'istante. Scivolo in un sonno molto profondo, tant'è che a malapena sento la sveglia. Mi vesto precipitosamente e corro a casa di Sasha. La trovo già in compagnia dei colleghi. Sono tutti molto stanchi, a causa del generoso impegno profuso nelle indagini.

Anche per premiare il loro duro lavoro, l'ideale sarebbe un finale coi fiocchi, dove la cattiva finisce in galera e il bene trionfa! «Commissario, aspettavamo solo te.» mi dice Sasha accennando un sorriso. Entro. Questa è  la casa di Sasha, rispecchia molto la sua personalità. Il suo studio è  praticamente semibuio: mi rende claustrofobico, in sostanza mi repelle.

Faccio violenza a me stesso e vinco il mio disagio, d'altronde la posta in palio è  troppo alta. «Commissario, a lei l’onore di dire la sua!» esordisce la mia cara collega. «Perfetto. Sappiamo dove si trovano imprigionati Sara e il bambino; i due che si sono costituiti mi hanno riferito che entrambi gli ostaggi corrono un richio molto serio. Ergo, stavolta non possiamo permetterci  mosse false. Ripassiamo bene il tutto: in sintesi, quattro uomini saranno posizionati di fronte alla casa e tre sul retro. Non si ricorrerà all'utilizzo delle armi, nel caso la sequestratrice si facesse scudo con Sara e con il bambino. Siamo d'accordo all'unisono sull'azione più  rischiosa - e al contempo risolutiva -  cioè  che io e Sasha dovremo mettere fuori combattimento Marie. È tutto chiaro? Avete domande?»

Tutti mi fanno cenno di aver capito bene. «Bene, ora andiamocene tutti quanti a dormire, domani ci aspetta una giornata pesante.» concludo.  «Aspettate!» ci blocca a un  tratto Sasha. «Ho ordinato delle pizze. Sì, so che non è il momento più appropriato per una pizzata ma - non so voi - io a stomaco vuoto non riesco a lavorare!» Alla fine, accettiamo con piacere l'idea di una buona pizza.

Il nodo dal passato Wo Geschichten leben. Entdecke jetzt