La libertà

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Sara

Chissà oggi di cosa mi parlerà Rah'el. Forse saprò il vero motivo per cui mi ha voluto raccontare la sua vita. Comunque sia, sono triste e angosciata per quello che mi ha detto sinora. Io non so che dire né che fare, perché mi sento impotente rispetto a tutto ciò. Intuisco che mi deve proporre qualcosa d'importante, e che però non lo farà prima di avermi raccontato tutto.

Provo a distrarmi dai brutti pensieri concentrandomi su quello che è accaduto ieri mattina. Il signore dell'altra volta si è di nuovo fatto vivo, questa volta addirittura offrendosi di pagarmi la colazione. Chissà perché l'ha fatto. Forse che mi conosca? Non credo: io non l'ho mai visto prima, a parte quel giorno sui gradini della chiesa. Ma allora qual è il motivo che lo spinge ad agire così nei miei confronti? Proprio non lo capisco. Forse uno di questi giorni glielo chiederò, comunque per adesso meglio lasciar perdere, anche perché sono alle prese con altri problemi ben più importanti.

L'arrivo di mia sorella e dei miei nipoti per capodanno mi spaventa un poco, però allo stesso tempo sono felice perché così avrò modo di fare pace con lei, o almeno lo spero. Credo che l'anno nuovo mi porterà svariate novità, tutto sta a capire se saranno positive o negative.

Oggi non so che fare: nel pomeriggio molto probabilmente ascolterò una nuovo capitolo della tormentata vita di Ra'hel; a dire il vero non sono molto dell' umore giusto, ma d'altronde mi tocca: devo farlo sia per me stessa che per lei. Quella donna si sta finalmente liberando di un peso enorme, e chissà da quanto tempo se lo teneva dentro, poverella.

La mattinata potrei impiegarla per preparare i letti degli ospiti, oppure fare una passeggiata, vista la bella giornata. Prima però attendo che si alzi Rah'el, per chiederle che cosa ha intenzione di fare. Devo tenere presente che non sono più sola in casa: c'è un'altra persona qui con me e sono obbligata a tener conto anche delle sue esigenze, non solo delle mie. Eccola che arriva. Dal suo sguardo capisco che ha dormito male. «Buongiorno» le faccio eco. Non mi risponde, ma abbozza un sorriso. «Come stai?» le domando, cercando di incominciare una conversazione. «Non bene» risponde lei, con la voce ancora un po' impastata.

Povera! Anche se non riesco a comprenderla appieno, mi rendo comunque conto di come per lei tutta questa situazione sia tutt' altro che facile.
Intendo tirarle su il morale,quindi provo a proporle qualcosa da fare insieme. «Senti, dopo colazione ti andrebbe di uscire, oppure, che so, aiutarmi a preparare le camere per gli ospiti? Non so, dimmi tu, dai!» Lei mi osserva per un attimo, forse sta riflettendo sulla proposta che le ho appena fatto. «Perché non usciamo? Tanto capodanno non è domani, giusto? Potremo fare tutto il giorno dopo, no? Oggi, scusami, ma preferirei svagarmi un po', se non ti dispiace. Ne ho proprio bisogno.» Faccio cenno di sì, la sua idea mi piace molto.

Dopo aver bevuto io il caffè e lei il tè, ci prepariamo per uscire. Ancora una volta rimango colpita dalla sua eleganza e bellezza: così ben vestita, con tanto di maglioncino trendy, elegante pantalone nero e scarpe con tacco medio, nonché un velo di trucco, è davvero perfetta.

Io, al suo confronto, sembro una ragazzina acqua e sapone: indosso ho una felpa, un pantalone chiaro e calzo scarpe basse. «Dato che è una bella giornata, anche se fa un po' freddo, tu che dici, andiamo a piedi?» le domando. «Sì, certo, e se andassimo al mercatino di Natale? Vorrei comprare un regalino ai tuoi nipoti, giusto un pensierino.» mi risponde sorridente. Rimango stupita, perché a quanto pare mi ha letto nel pensiero: anch'io stavo pensando alla stessa cosa. «Che bello! Abbiamo avuto la stessa idea!» esclamo, restituendo il sorriso. Lei a questo punto non dice più niente, ma si limita a guardarmi; poi abbassa lo sguardo e si dirige verso la porta, seguita da me. Una volta fuori, notiamo che è tutto imbiancato.

Il nodo dal passato Where stories live. Discover now