Amore

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Sara

No, non ci credo! Il commissario e il mio amato Abram si conoscono e sono pure diventati ottimi amici... No, no e ancora no! Non è possibile... e invece è  proprio cosi. Ma perché Abram ha chiesto proprio a lui di proteggermi?! Forse, la lettera che il commissario mi ha appena dato mi chiarirà le idee. Ho paura a leggerne il contenuto. Cosa scoprirò? Dovrei aprire immediatamente la busta, senza perdere altro tempo. E invece, stranamente, tergiverso e continuo a tenere questa stupida busta tra le mani. In questo momento non mi va proprio di aprirla: sono stranita, non riesco a capirci niente, anche se ho la netta sensazione che leggendo la lettera capirei tutto.

Ma allora perché indugio? Sospiro, poi decido di lasciare per il momento la missiva sul comodino. Scendo le scale e noto che mia sorella non c’è, come al solito. Ultimamente lei è sfuggente, ma penso che questo suo atteggiamento sia normale, considerando gli eventi dei giorni scorsi. Poverina, è dovuta andare in questura a raccontare la sua versione dei fatti; era effettivamente un po' scossa e in quella occasione era palese che lei non vedeva l’ora di andarsene via da lì. Ha fatto una grande fatica a raccontare i fatti e a riferire  della sua storia con Adrien al commissario.

Da quel momento in poi, non mi ha più rivolto la parola, come se la colpa di tutto ciò fosse mia. Io sinceramente non credo di avere colpe in tutta questa faccenda, fatto sta che mia sorella non mi parla più; ormai si rivolge a me controvoglia, solo per lo stretto necessario. Questa situazione non mi piace affatto, devo trovare il modo di far pace con Carola, voglio farle capire che è stata molto importante la sua deposizione. Magari è proprio grazie a Carola che si arriverà alla verità, e nutro buone speranze in tal senso.

In più adesso c’è anche questa Susan, che stranamente ha fatto amicizia con mia sorella. Io invece non ci casco! Ho notato qualcosa di strano in quella donna e intendo andare sino in fondo in tutta questa vicenda. Mia sorella dovrebbe essere più  prudente, a volte agisce da ingenua.

Quella Susan mi ricorda parecchio la donna con il bambino, nelle espressioni del viso, nel modo di camminare e perfino nella fastidiosa parlantina: praticamente sono identiche! Sono quasi sicura che Susan e la donna misteriosa siano la stessa persona. Devo solo farlo capire anche a Carola. Mia sorella purtroppo non se n'è ancora resa conto. Ho intuito che loro due sono diventate amiche: ne ho avuto la quasi certezza quel pomeriggio che le ho viste a fare compere insieme. Quel giorno mi è subito saltata all'occhio la forte somiglianza tra Susan e la signora che ho conosciuto in aereo; soprattutto mi ha colpito il fatto che gesticolano e si atteggiano in maniera identica.

Sul momento non ho potuto dire niente: primo, perché non mi hanno visto e secondo, perché mia sorella sembrava veramente felice. Non l'avevo mai vista così! A quel punto ho preferito lasciar perdere, ma prima o poi capiterà l'occasione giusta e gliene parlerò.

A distogliermi dal filo dei pensieri, è lo squillo del telefono. Sullo schermo del telefonino noto che si tratta di Ra’hel. Rispondo immediatamente: «Pronto?». «Cara, ciao. Ti ho chiamato per due motivi: prima di tutto per dirti che ho inviato le lettere del tuo ragazzo, come mi avevi chiesto tu. E poi perché ho una richiesta da farti.» Si interrompe un attimo, forse si aspetta che le dica qualcosa io. «Grazie, sei davvero molto gentile! Poi dimmi che posso fare per te, cara, vorrei ricambiare il favore!» le rispondo, leggermente distratta. «Vedi, ho effettuato alcuni esami clinici e dai referti risulta che la mia malattia è molto avanzata. Purtroppo non mi resta molto da vivere. È  per questo che volevo sapere da te se scriverai un articolo sulla mia storia. Ti prego, per me è molto importante!» Siccome la sento piangere, mi metto a piangere pure io. Sono un po' perplessa circa la sua strana richiesta, e glielo faccio notare. «Tesoro, ma sei sicura? Se la memoria non mi inganna, all'inizio non volevi che fossero divulgate le tue peripezie. Desideravi che quelle tristi vicende rimanessero un segreto nostro, ricordi?» Ra’hel rimane in silenzio per un po’, mi viene persino il dubbio che abbia chiuso la chiamata.

Il nodo dal passato Where stories live. Discover now