28|| the plan.

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Il resto del gruppo ci raggiunse gradualmente, Bucky arrivò per ultimo, accompagnato da Steve. L'aria era così tesa che era diventata quasi tangibile, Shuri aveva completato l'istallazione e sostava al mio fianco, pronta a rispondere a tutte le domande che le sarebbero state fatte su quella sua nuova invenzione. «In base alle nostre previsioni Ross sarà qui entro sera, non sappiamo ancora quanti uomini ha con sé ma le Dora Milaje e i Jabari di M'Baku si sono disposti lungo tutto il perimetro per riferire ogni minimo movimento sospetto.» T'Challa si schiarì la gola, lo sguardo che scivolava su tutti i presenti. «A quanto pare il vostro segretario non ha intenzione di rispettare gli accordi presi, perciò dovremo adeguarci.» Natasha alzò gli occhi al cielo, da quando era entrata evitava di proposito il mio sguardo e non aveva perso il cipiglio rabbioso che le faceva corrugare la fronte. «Perciò che cosa avete già pensato?» domandò, il tono secco. Shuri fece un passo avanti. «Un Gps che non può essere individuato, installato all'interno della guancia. Viene iniettato in forma liquida, per poi solidificarsi una volta attivo.» sfilò una piccola fiala dalla tasca del camice e la mostrò agli altri. «Com'è possibile che non risultino a nessuno scanner?» domandò Tony, ma lei gli sorrise e cavò dalla tasca un piccolo monitor. «Il Vibranio non può essere individuato, e una volta solido il gps ne è ricoperto, per non parlare dei suoi componenti. Segnala le sue coordinate a cadenza regolare, ed è in grado di registrare ogni rumore nell'arco di cinquecentometri, è per questo che quando sarai con loro dovrai provare a farli parlare quanto più possibile. Inoltre, dovrebbero possedere il mio stesso livello di tecnologia per rintracciarlo, e né Ross né Vektor possono esserci neanche lontanamente vicini.» spiegò, ma senza i suoi soliti termini tecnici la cosa sembrava alquanto impossibile anche alle mie orecchie, che non ci capivo assolutamente niente. Tranne per Tony e Bruce, eravamo tutti alquanto confusi; lei abbassò le spalle, disperata, e sospirò. «Preferite che ve lo spieghi con i miei termini?» ci fu un attimo di silenzio. «Funzionerà?» domandò Steve. Lei annuì, e la questione fu considerata risolta. «Nonostante ciò,» riprese T'Challa dopo essersi schiarito leggermente la gola. «la consegna di Beth non ci assicura che Ross se ne torni da dov'è venuto senza attaccarci, perciò avremo bisogno anche della vostra collaborazione.» ci fu un assenso generale. «Vektor non vuole che mi consegni, o che comunque Ross metta le mani su di me prima di lui.» feci un passo avanti, e tutti puntarono lo sguardo su di me; provai a non incontrare quello di Bucky, perché non era ancora arrivato il momento giusto per affrontarlo. «È per questo che mi ha avvertito, ed è per questo che consegnandomi sarà costretto ad uscire allo scoperto.» Sam inarcò un sopracciglio. «E chi ci dice che quei due non stiano lavorando insieme per tenderti una trappola e farti consegnare senza alcuno scontro?» la domanda fu accolta da un silenzio tombale. L'idea che quella fosse una trappola aveva sfiorato la mia mente, ma ormai non c'era alcuna alternativa. «Nessuno.» mormorai «Non abbiamo certezze, né un'alternativa, perciò non ci resta che rischiare.» lui annuì e T'Challa si fece di nuovo avanti. «Non appena Ross verrà avvistato ci riuniremo al confine per accoglierlo e permettere a Beth di consegnarsi senza sfociare nello scontro.» gli altri lo ascoltarono senza fiatare. «Sam sorvolerà la Zona insieme a Stark, mentre Banner, Wanda e Visione resteranno qui insieme a Shuri e interverranno solo se necessario.» i diretti interessati annuirono in accordo. «Steve, Natasha e Barnes saranno da aggiunta alle Dora selezionate di Okoye.» T'Challa prese una breve pausa. «Spero siate pronti ad affrontare qualsiasi cosa succederà, e che capiate che qui non si tratta solo di voi o di Beth o di Ross, c'è un intero paese a rischio, e io farò di tutto per proteggerlo.» fece scivolare lo sguardo su tutti i presenti, e si soffermò su Natasha, che continuava a dondolare sul posto per il nervosismo. «Siate pronti, vi avviseremo non appena sapremo qualcosa.» concluse, e lei fu la prima a scattare via. Attraversò il Laboratorio quasi di corsa, spalancò la porta e lasciò che si richiudesse con un tonfo rumoroso alle sue spalle. Wanda fu al mio fianco senza che me ne accorgessi. «Capirà.» mormorò, e io annuii senza distogliere lo sguardo dalla porta; lei mi poggiò una mano sulla spalla per attirare la mia attenzione. «Nel caso avessi bisogno di aiuto,» Visione si avvicinò, ancora provato dopo quello che aveva subito, e si posizionò al suo fianco con fare naturale; in realtà riuscivo quasi a vedere la tensione che gli irrigidiva le spalle. «ti basterà toccare il muro, e io ti sentirò.» annuii, felice di avere un'alternativa al gps nel caso in cui non avesse funzionato, e lei si allontanò insieme a Visione. Mi voltai verso Tony e Bruce, che si erano avvicinati a Shuri, Steve invece parlava con T'Challa mentre Sam e Bucky lo aspettavano qualche passo più indietro, quasi fossero un gruppo a parte. Quest'ultimo incrociò il mio sguardo, la mascella gli si irrigidì, sussurrò qualcosa a Sam e si avviò verso l'uscita a passo svelto, senza più guardarsi indietro. Sam mi lanciò uno sguardo quando mi allontanai per seguirlo, se di disappunto o d'incoraggiamento non riuscii a capirlo. Svoltai a destra, lui si dirigeva verso le stanze e si era palesemente accorto di me ma questo non lo convinse a fermarsi. «Bucky!» chiamai, ma lui mi ignorò. «Bucky!» provai ancora, ma lui tirò dritto, allora accelerai il passo. «Adesso basta!» quasi urlai, quando gli fui di fianco. Lo afferrai per il gomito e lo trascinai lungo il corridoio, lui fu così sorpreso dalla mia presa che non ebbe il tempo necessario per liberarsi. Spalancai la porta della mia camera, più vicina rispetto alla sua visto la direzione da cui arrivavamo, e lo trascinai all'interno; la porta sbatté dietro di me. «È così che vuoi che vada?» domandai, lui si girò, il volto contratto in un'espressione rabbiosa, la sorpresa completamente evaporata. «Mi hai perdonato soltanto perché avevi già deciso di andartene?» la domanda mi colse totalmente alla sprovvista, e il mio silenzio di sgomento fu per lui una conferma. «E avevi per caso intenzione di dirmelo?» le mie spalle si curvarono sotto quello che parve un peso enorme; lui reclinò la testa all'indietro e uno sbuffo stizzito gli sfuggì dalle labbra. «Perciò te ne saresti andata senza dirmi niente.» la risposta mi sfuggì dalle labbra prima che potessi fermarmi. «Forse lasciare un biglietto sarebbe stata una buona idea.» ci fu un attimo di silenzio, poi il suo sguardo s'indurì, ferito. «Hai ragione, meglio seguire i miei stessi passi, mentire a tutti e poi offendersi se qualcuno non è d'accordo con me.» ribatté, tetro. Alzai gli occhi al cielo.
«Se te lo avessi detto, avresti provato a fermarmi, e qui non si tratta soltanto di te e di me, Bucky, noi facciamo soltanto da contorno a questa situazione di merda.» quasi gridai, lui mi guardò furente, le mani sui fianchi e i muscoli tesi. «Avrei provato a fermarti perché è un suicidio!» gridò lui «Invece adesso non abbiamo nessun'altra alternativa, e a me non resta che restare a guardare mentre ti consegni nelle mani di quel...» si fermò per un attimo, la voce graffiata per quanto gridava; aveva il fiato corto. «Avresti dovuto dirmelo!» continuò, annuii appena. «Forse hai ragione,» mormorai «forse una parte di me sperava di trovare un'alternativa» continuai «ma questo non cambia le cose: quando Ross arriverà, io mi consegnerò, che tu sia al mio fianco o meno». Lui mi guardò per qualche secondo. «D'accordo.» esclamò alla fine, poi mi superò con velocità senza darmi il tempo di reagire e uscì dalla camera sbattendo la porta dietro di sé con così tanta violenza che quella tremò appena prima di chiudersi del tutto. Il silenzio mi piombò addosso, insieme alla consapevolezza di non avere abbastanza tempo per sistemare quella situazione. La conversazione non era andata come speravo, anzi, avevo soltanto peggiorato la situazione lasciandomi sopraffare dalla rabbia, e adesso non mi restava che un cumulo di niente. Sospirai, improvvisamente esausta, indecisa se andarlo a cercare o lasciarlo sbollire, poi un leggero bussare mi fece sussultare. La porta alle mie spalle si aprì abbastanza per permettere a Natasha di affacciarsi all'interno, l'espressione preoccupata e curiosa; sospirai di nuovo, non avevo la forza necessaria per affrontare anche lei. «Tutto bene?» domandò, senza accennare ad entrare; mi schiarii la gola. «Si.» mi girai verso di lei, che mi fissò con un lieve imbarazzo poco tipico. «Avete urlato un po', sicura vada tutto bene?» l'imbarazzo allora assalì me, in un'ondata di calore che mi mandò in fiamme le guance; lei si decise ad entrare e socchiuse leggermente la porta. Restai in silenzio per un po', poi rilassai le spalle rendendomi conto che non c'era traccia dell'astio percepito in Laboratorio da parte sua. Mi lasciai cadere sul letto, lo sguardo fisso al soffitto. «Ha ragione,» mormorai «avevo già deciso di consegnarmi, è vero.» ammisi «Ma questo non cambia i miei sentimenti per lui, mi ha solo spinto a capire cosa volevo davvero, mi ha aiutata a capire il suo punto di vista, come si era sentito, come vi siete sentiti tutti.» Natasha si avvicinò, restando a qualche passo di distanza dal letto; puntai i miei occhi su di lei, che mi stava già guardando. «Volevo solo... godermi il tempo che mi restava senza più impedimenti.» scossi leggermente il capo «Ma questo non cambia la situazione in cui siamo, non cambia quello che devo fare. Vektor dev'essere fermato, Ross sta venendo qui...» lasciai cadere la frase a metà, lei allora sedette sul bordo del letto. «È soltanto arrabbiato,» esclamò «e combattuto.» si prese alcuni secondi prima di continuare. «Una parte di lui comprende il motivo per cui l'hai fatto, capisce la menzogna e la giustifica, e sa che non puoi fare nient'altro che consegnarti.» si sistemò in modo che potesse guardarmi in faccia mentre parlava, un ginocchio piegato sotto di lei per mantenere l'equilibrio. «Ma l'altra parte di lui è soltanto un uomo innamorato che ha paura di perderti ancora. Non c'è logica che tenga davanti a questo, e non credo che Bucky sia abituato a gestirlo. Niente durante il suo addestramento da soldato l'ha preparato a questo, e non ha avuto abbastanza tempo da uomo libero per sperimentarlo. Ha soltanto bisogno di tempo.» mi sollevai, stanca. «Lo so,» sussurrai «e io non ho gestito la situazione nel migliore dei modi.» lei soffocò una risata divertita, perché era la verità. «Vorrei soltanto che tutto questo si appianasse, nel caso in cui il piano non andasse come abbiamo prestabilito.» lei mi afferrò una mano, che strinse con forza nella sua. «Andrà tutto bene.» e io non capii se si riferiva al piano o a Bucky; mi aggrappai comunque alle sue parole, nel vano tentativo di farle mie, di crederci fino in fondo. La verità era che Sam aveva acceso in me un dubbio esistenziale. La possibilità che fosse una trappola era tangibile, se considerato ciò che legava Vektor a Ross: mia madre. Se era lei il burattinaio del gioco, se davvero Ross aveva deciso di collaborare con Vektor per qualche motivo oscuro legato all'Alveare, allora era finita. Uscire da quella situazione sarebbe stato impossibile con il governo a sbarrarci la strada.
«Beth?» Natasha mi riportò alla realtà, e nel momento in cui focalizzai il suo volto una domanda mi balzò in testa. «Tu perché non sei più arrabbiata?» lei rise, una risata breve e dal tono amaro. «Lo sono.» ribatté e io inarcai un sopracciglio, sorrise. «Dopo la riunione sono tornata in camera, lì mi ha raggiunto Wanda. Mi ha aiutata a capire che la situazione in cui ti trovi adesso è la stessa a cui siamo stati costretti noi tempo fa. La tua decisione non è diversa dalla nostra, ed è l'unica cosa che puoi fare viste le condizioni.» prese un profondo respiro. «Perciò si, sono arrabbiata.» confermò «Ma capisco.» aggiunse subito dopo, e io le fui infinitamente grata; più di quanto potessi esprimere a parole. «Capirà anche lui.» le sorrisi, perché ci speravo davvero, ma non ne ero molto convinta. Natasha si alzò, portandosi le mani ai fianchi. «Cerca di riposare, non sappiamo quando... quando Ross arriverà.» annuii appena, sorvolando sulla leggera titubanza nella sua voce, e lei mi fece l'occhiolino, poi uscì dalla stanza chiudendo la porta dietro di sé. Mi lasciai cadere all'indietro, il materasso ondeggiò attutendo il mio peso; ero esausta, ma mi fu impossibile chiudere gli occhi.





Survivor. |Bucky Barnes Fanfiction.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora